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Detrazione riqualificazione energetica: spetta sempre?

Una società immobiliare si è vista negare la detrazione per riqualificazione energetica su immobili di proprietà concessi in locazione. L’Amministrazione Finanziaria sosteneva che il beneficio non si applicasse ai cosiddetti ‘beni merce’. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, affermando che la norma ha una portata generale e mira a incentivare il miglioramento energetico dell’intero patrimonio immobiliare nazionale, includendo quindi anche gli immobili locati da imprese.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Detrazione Riqualificazione Energetica: Sì Anche per Immobili Locati a Terzi

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16180 del 2024, ha chiarito un punto fondamentale in materia di detrazione riqualificazione energetica, stabilendo che il beneficio spetta anche alle imprese per i lavori eseguiti su immobili di proprietà, anche se concessi in locazione a terzi. Questa decisione consolida un orientamento favorevole al contribuente e amplia la portata dell’agevolazione fiscale, riconoscendone la finalità di interesse pubblico.

I Fatti di Causa: Una Controversia Fiscale

Una società operante nel settore della locazione immobiliare aveva effettuato interventi di riqualificazione energetica su alcuni dei suoi immobili, sostenendone i costi. Successivamente, aveva portato in detrazione tali spese nella propria dichiarazione dei redditi. L’Amministrazione Finanziaria, a seguito di un controllo, notificava alla società una cartella di pagamento, recuperando l’importo della detrazione. La tesi del Fisco era chiara: l’agevolazione non poteva essere applicata, poiché gli immobili in questione non erano ‘beni strumentali’ utilizzati direttamente dall’impresa, ma ‘beni merce’, in quanto destinati alla locazione.

La società contribuente ha impugnato l’atto, ottenendo ragione sia in primo che in secondo grado. L’Amministrazione Finanziaria, non soddisfatta, ha quindi proposto ricorso per Cassazione.

La Posizione della Cassazione sulla detrazione riqualificazione energetica

La Corte Suprema ha respinto il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, confermando la piena legittimità dell’operato della società. L’unico motivo di ricorso si basava sulla presunta violazione dell’articolo 1, comma 344, della Legge 296/2006, la norma che disciplina l’agevolazione.

Un Principio di Carattere Generale

I giudici di legittimità hanno ribadito un orientamento già consolidato: il beneficio fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica spetta a tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, società incluse, che sostengono le relative spese. La norma non pone limitazioni di carattere soggettivo (chi può beneficiare) né oggettivo (su quali immobili).

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato che la finalità della detrazione riqualificazione energetica è quella di incentivare il miglioramento energetico dell’intero patrimonio immobiliare nazionale. Si tratta di un obiettivo di interesse pubblico, volto a promuovere un generalizzato risparmio energetico. La formulazione letterale della legge è ampia e non contiene alcuna distinzione tra beni strumentali e beni merce, né tra immobili utilizzati direttamente dall’impresa e quelli concessi in locazione a terzi. Limitare l’applicazione dell’agevolazione, come preteso dall’Ufficio, equivarrebbe a introdurre una restrizione non prevista dal legislatore e contraria allo scopo della norma.

L’impostazione della Corte è chiara: si tratta di un’agevolazione tesa a favorire una riqualificazione diffusa del patrimonio immobiliare, con un beneficio indiretto per l’economia nazionale derivante dal maggior valore degli immobili e dalla loro migliore efficienza. Tale impostazione non può subire distinzioni basate sul regime contabile o sulla destinazione d’uso del bene.

Le Conclusioni della Corte

In conclusione, la Corte di Cassazione ha affermato che la sentenza impugnata si è correttamente uniformata al principio secondo cui la detrazione riqualificazione energetica ha una portata generale. Pertanto, qualsiasi interpretazione che limiti il beneficio escludendo gli immobili locati a terzi è errata. Il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria è stato quindi rigettato, con condanna al pagamento delle spese processuali a favore della società contribuente. Questa decisione offre una certezza giuridica importante per tutte le imprese, in particolare quelle immobiliari, che investono nel miglioramento energetico del proprio patrimonio, anche se non direttamente utilizzato.

Un’impresa che possiede immobili e li concede in locazione ha diritto alla detrazione per riqualificazione energetica su tali beni?
Sì, secondo l’ordinanza della Corte di Cassazione, anche le imprese titolari di reddito d’impresa che sostengono spese per interventi di risparmio energetico su edifici concessi in locazione a terzi hanno diritto a beneficiare della detrazione fiscale.

La detrazione per riqualificazione energetica si applica solo ai beni strumentali utilizzati direttamente dall’impresa?
No, la Corte ha chiarito che l’agevolazione non è limitata ai soli beni strumentali. Si applica a tutti gli immobili su cui vengono effettuati gli interventi, inclusi i cosiddetti ‘beni merce’ come gli immobili destinati alla locazione, senza distinzioni basate sulla classificazione contabile o sull’utilizzo diretto del bene.

Qual è la finalità della norma che prevede l’agevolazione per gli interventi di risparmio energetico secondo la Corte di Cassazione?
La finalità è incentivare il miglioramento energetico dell’intero patrimonio immobiliare nazionale per tutelare l’interesse pubblico a un generalizzato risparmio energetico. La norma ha quindi una portata ampia e generale per favorire la riqualificazione degli edifici e generare un beneficio indiretto per l’economia nazionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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