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Detrazione riqualificazione energetica: sì alle imprese

L’Agenzia delle Entrate negava la detrazione per la riqualificazione energetica al socio di una società immobiliare, sostenendo che gli interventi erano stati fatti su immobili locati a terzi (beni merce) e non su quelli usati direttamente dall’impresa. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia, stabilendo che la detrazione riqualificazione energetica spetta ai titolari di reddito d’impresa per qualsiasi immobile, a prescindere dal suo utilizzo, poiché la norma mira a incentivare il miglioramento energetico dell’intero patrimonio immobiliare nazionale.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Detrazione riqualificazione energetica: la Cassazione apre alle imprese

Con l’ordinanza n. 16315 del 12 giugno 2024, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale in materia di detrazione riqualificazione energetica, confermando che tale beneficio spetta anche alle imprese per interventi su immobili di loro proprietà, anche se locati a terzi. Questa decisione chiarisce la portata di una delle agevolazioni fiscali più importanti per la sostenibilità ambientale, estendendone l’applicazione senza le limitazioni che l’amministrazione finanziaria aveva tentato di imporre.

I Fatti del Caso: Il Contenzioso sull’Utilizzo dell’Immobile

Il caso trae origine da un controllo fiscale effettuato su una società operante nel settore immobiliare. L’Agenzia delle Entrate aveva negato la detrazione fiscale per interventi di efficientamento energetico, sostenendo che l’agevolazione non potesse applicarsi agli immobili posseduti dalla società e concessi in locazione a terzi. Secondo l’Ufficio, il beneficio era riservato esclusivamente ai cosiddetti “beni strumentali”, ovvero quelli utilizzati direttamente dall’impresa per la propria attività, escludendo i “beni merce”, destinati alla vendita o alla locazione.

Di conseguenza, l’Agenzia recuperava a tassazione le somme detratte, attribuendole pro quota al socio accomandante della società. Il contribuente impugnava l’atto, ottenendo ragione sia in primo che in secondo grado. L’Agenzia delle Entrate decideva quindi di presentare ricorso per Cassazione, basandolo su un’interpretazione restrittiva della norma.

La Decisione della Corte: La detrazione riqualificazione energetica ha portata generale

La Suprema Corte ha respinto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando le decisioni dei giudici di merito. I giudici hanno sancito che il beneficio fiscale previsto dalla Legge n. 296/2006 per le spese relative a interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti spetta anche ai soggetti titolari di reddito d’impresa, incluse le società, che abbiano sostenuto tali spese su edifici concessi in locazione a terzi.

Le Motivazioni: Un’interpretazione a favore della sostenibilità

La Corte ha basato la sua decisione su un’interpretazione teleologica e letterale della norma. Il ragionamento dei giudici si fonda sui seguenti punti chiave:

1. Finalità Pubblica: L’obiettivo della legge è incentivare il miglioramento energetico dell’intero patrimonio immobiliare nazionale. Si tratta di una finalità di interesse pubblico, volta a promuovere un generalizzato risparmio energetico.
2. Assenza di Limitazioni: La formulazione letterale della disposizione non contiene alcuna limitazione di carattere soggettivo od oggettivo. Non fa distinzione tra beni strumentali e beni merce, né tra persone fisiche e persone giuridiche.
3. Generalizzata Operatività: La norma prevede una “generalizzata operatività della detrazione d’imposta”. Limitare il beneficio solo ai beni utilizzati direttamente dal proprietario sarebbe contrario allo spirito della legge, che mira a una riqualificazione diffusa del patrimonio edilizio per il bene dell’economia nazionale e dell’ambiente.

In sostanza, secondo la Cassazione, l’agevolazione è concepita per favorire la riqualificazione del patrimonio immobiliare in senso ampio, con un beneficio indiretto per l’intera economia. Imporre distinzioni basate sul regime di possesso o utilizzo dei beni (ad esempio, tra beni strumentali e beni merce) non trova fondamento nel testo normativo e ne tradirebbe la ratio.

Le Conclusioni: Implicazioni pratiche per le imprese

Questa ordinanza rappresenta una vittoria significativa per tutte le imprese, in particolare quelle del settore immobiliare. La decisione fornisce certezza giuridica, stabilendo che gli investimenti per migliorare l’efficienza energetica degli immobili sono sempre agevolabili, indipendentemente dal fatto che l’immobile sia utilizzato come sede dell’azienda o affittato a terzi. Le imprese possono quindi pianificare con maggiore sicurezza i propri investimenti in sostenibilità, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi ambientali nazionali e valorizzando al contempo il proprio patrimonio immobiliare.

Un’impresa può beneficiare della detrazione per riqualificazione energetica su immobili che concede in locazione a terzi?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il beneficio fiscale spetta anche ai soggetti titolari di reddito d’impresa per le spese sostenute su edifici concessi in locazione a terzi.

La detrazione per interventi di efficienza energetica è limitata solo ai beni strumentali dell’impresa?
No, la Corte ha chiarito che l’agevolazione non è limitata ai soli beni strumentali (utilizzati direttamente dall’impresa), ma si estende anche ai cosiddetti beni merce (come gli immobili destinati alla locazione).

Qual è la finalità della norma che concede la detrazione secondo la Corte di Cassazione?
La finalità è incentivare il miglioramento energetico dell’intero patrimonio immobiliare nazionale per tutelare l’interesse pubblico a un generalizzato risparmio energetico, senza distinzioni soggettive o oggettive.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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