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Detrazione IVA formazione: ok per i contributi pubblici

Una società cooperativa ha ricevuto fondi pubblici per corsi di formazione, considerandoli fuori campo IVA e detrattendo l’imposta sugli acquisti. L’Agenzia delle Entrate ha contestato la detrazione, riqualificando le operazioni come esenti. La Corte di Cassazione ha dato ragione alla società, confermando il pieno diritto alla detrazione IVA formazione grazie a una legge interpretativa successiva (ius superveniens), che ha stabilito che i contributi pubblici non precludono la detraibilità dell’imposta sugli acquisti correlati a tali attività.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Detrazione IVA Formazione: La Cassazione Conferma il Diritto Anche con Contributi Pubblici

La questione della detrazione IVA formazione per gli enti che ricevono finanziamenti pubblici è da tempo oggetto di dibattito. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo che la percezione di contributi pubblici per attività formative non preclude il diritto alla detrazione dell’IVA assolta sugli acquisti di beni e servizi necessari a svolgere tali attività. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Una società cooperativa, attiva nel settore della formazione professionale, aveva ricevuto contributi da un ente regionale e da un fondo interprofessionale per la realizzazione di corsi di formazione. La società aveva trattato tali contributi come mere movimentazioni finanziarie, considerandole operazioni fuori dal campo di applicazione dell’IVA ai sensi della normativa vigente. Di conseguenza, aveva portato in detrazione l’intera imposta pagata sui beni e servizi acquistati per l’organizzazione dei corsi.

L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, aveva una visione diversa. L’Ufficio aveva riqualificato le prestazioni formative come operazioni esenti da IVA, basandosi su una norma che prevede l’esenzione per i corsi di formazione finanziati da enti pubblici. Questa riqualificazione comportava una conseguenza diretta e penalizzante per la società: la limitazione del diritto alla detrazione dell’IVA a monte, con conseguente recupero d’imposta.

La Controversia sulla Detrazione IVA Formazione e la Decisione della Corte

La controversia è giunta fino alla Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate. La decisione dei giudici si è basata su un principio consolidato dalla giurisprudenza e, soprattutto, da un intervento normativo chiarificatore (ius superveniens), ovvero il D.L. n. 210 del 2015.

La Corte ha specificato che l’attività di organizzazione di corsi di formazione professionale rientra a pieno titolo tra le attività commerciali soggette a imposta. Questo, di per sé, fonda il diritto alla detrazione dell’IVA pagata sugli acquisti, come previsto dall’art. 19 del D.P.R. 633/72.

Il punto cruciale della decisione riguarda l’interpretazione della norma sull’esenzione. Secondo la Cassazione, l’esenzione prevista per i corsi finanziati da enti pubblici si applica solo quando il contributo assume la natura di un “corrispettivo”. Ciò avviene quando esiste un rapporto sinallagmatico diretto, ovvero quando l’ente pubblico paga per un servizio reso a sé stesso o al proprio personale. Nel caso di specie, invece, i fondi erano erogati per finanziare corsi destinati a terzi, configurandosi quindi come contributi a fondo perduto e non come un corrispettivo per una prestazione resa all’ente erogatore.

Le Motivazioni: Il Ruolo Decisivo dello Ius Superveniens

La motivazione della Corte è stata fortemente influenzata dal D.L. n. 210 del 2015, che ha introdotto norme di interpretazione autentica con efficacia retroattiva. In particolare, il comma 2-ter dell’art. 10 di tale decreto ha stabilito che l’IVA assolta sull’acquisto di beni e servizi è detraibile se questi sono utilizzati per effettuare operazioni imponibili o che danno diritto alla detrazione, anche se l’attività formativa è finanziata con contributi pubblici.

Ancora più esplicito è il successivo comma 2-quater, che ha operato come una sorta di “sanatoria”, confermando la detrazione dell’imposta per gli organismi di formazione che avevano percepito contributi a fondo perduto, a condizione che la detrazione fosse stata già operata e che l’imposta non fosse stata considerata una spesa ammissibile nel finanziamento.

Queste disposizioni hanno definitivamente superato i dubbi interpretativi, affermando il principio secondo cui la percezione di un contributo pubblico non trasforma automaticamente un’operazione imponibile in un’operazione esente che limita la detrazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza offre certezze significative per tutti gli enti e le società che operano nel settore della formazione professionale finanziata con fondi pubblici. Le implicazioni pratiche sono chiare:

1. Diritto alla Detrazione Confermato: Gli organismi di formazione possono legittimamente detrarre l’IVA sugli acquisti di beni e servizi impiegati per corsi finanziati da contributi pubblici, a condizione che tali corsi rientrino in un’attività commerciale imponibile.
2. Distinzione Cruciale: È fondamentale distinguere la natura del finanziamento. Se si tratta di un contributo a fondo perduto per formare terzi, la detrazione IVA formazione è piena. Se, invece, è un corrispettivo per un servizio reso direttamente all’ente pubblico (es. formazione del suo personale), potrebbe applicarsi il regime di esenzione che limita la detrazione.

In conclusione, la Corte di Cassazione, allineandosi alla volontà del legislatore, ha protetto la neutralità dell’IVA, evitando di penalizzare soggetti che svolgono un’attività economica rilevante e socialmente utile come la formazione professionale.

Un ente di formazione che riceve contributi pubblici può detrarre l’IVA sugli acquisti?
Sì, secondo questa ordinanza, la percezione di contributi pubblici per la realizzazione di corsi di formazione non osta al diritto alla detrazione dell’IVA assolta sugli acquisti di beni e servizi, poiché l’attività formativa è considerata un’operazione commerciale che dà diritto alla detrazione.

Quando un contributo pubblico per la formazione è considerato un corrispettivo che limita la detrazione IVA?
Un contributo pubblico assume la natura di corrispettivo, e quindi può portare all’applicazione di un regime di esenzione che limita la detrazione, solo quando esiste un rapporto di scambio diretto (sinallagmatico) in cui l’ente pubblico paga per un servizio di formazione reso specificamente al proprio personale.

Quale normativa ha risolto definitivamente la questione della detrazione IVA formazione con fondi pubblici?
La questione è stata risolta in via definitiva dallo ius superveniens introdotto con il D.L. n. 210 del 2015. Le disposizioni di questa legge, dichiarate di natura interpretativa e con efficacia retroattiva, hanno chiarito che la percezione di contributi pubblici non preclude il diritto alla detrazione dell’IVA per gli organismi di formazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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