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Detrazione IVA comodato: strumentalità vince proprietà

Una società ottiene un rimborso IVA per lavori di ristrutturazione su un immobile di proprietà dei soci, ma utilizzato per l’attività d’impresa tramite un contratto di comodato. L’Agenzia delle Entrate contesta parte del rimborso, ma la Corte di Cassazione dà ragione all’impresa. La sentenza stabilisce che il diritto alla detrazione IVA comodato non dipende dalla proprietà del bene, ma dal ‘nesso di strumentalità’, ovvero dal suo effettivo utilizzo per l’attività professionale. Se l’immobile è strumentale all’impresa, l’IVA sui lavori è detraibile.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Detrazione IVA Comodato: La Strumentalità dell’Immobile Prevale sulla Proprietà

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia fiscale: la detrazione IVA comodato per lavori di ristrutturazione su un immobile non dipende dalla proprietà del bene, ma dal suo effettivo utilizzo nell’ambito dell’attività d’impresa. Questa decisione chiarisce che il ‘nesso di strumentalità’ è il vero ago della bilancia, offrendo importanti tutele ai contribuenti che operano in immobili di terzi.

I Fatti del Caso: Dalla Richiesta di Rimborso alla Controversia

Una società in nome collettivo aveva richiesto un rimborso IVA di 18.000 euro per l’anno 2008, in gran parte relativo a spese per la ristrutturazione di un immobile. L’immobile, pur essendo di proprietà dei soci, era utilizzato dalla società per la propria attività aziendale in virtù di un contratto di comodato d’uso. A seguito di un controllo, l’Agenzia delle Entrate contestava parte del rimborso (per circa 12.484 euro), sostenendo che la società avesse indebitamente usufruito della detrazione per lavori su beni di terzi detenuti senza un titolo valido.

La controversia è passata attraverso i vari gradi di giudizio. Inizialmente, la Commissione Tributaria Provinciale aveva dato ragione alla società, annullando l’atto dell’Agenzia. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale, in appello, aveva ribaltato la decisione, ritenendo legittimo il recupero dell’imposta da parte del Fisco.

La Questione Giuridica sulla Detrazione IVA Comodato

Il cuore della questione sottoposta alla Corte di Cassazione era se un’impresa che detiene un immobile tramite un contratto di comodato (un diritto personale di godimento) abbia diritto a detrarre l’IVA sulle spese di manutenzione e ristrutturazione. La società ricorrente, forte di un orientamento consolidato delle Sezioni Unite, ha sostenuto che il diritto alla detrazione è legato al principio di neutralità dell’IVA e al nesso di strumentalità del bene con l’attività svolta, a prescindere da chi ne sia il proprietario.

Secondo la difesa dell’impresa, l’Ufficio non aveva mai contestato che l’immobile fosse effettivamente utilizzato per l’attività aziendale. Esisteva un contratto di comodato con data certa, stipulato prima dell’esecuzione dei lavori e della richiesta di rimborso, a dimostrazione del titolo legale in base al quale la società deteneva e utilizzava il bene.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente le argomentazioni della società, cassando la sentenza della Commissione Tributaria Regionale. I giudici hanno riaffermato che l’esercente di un’attività d’impresa o professionale ha diritto al rimborso dell’IVA per lavori su immobili di cui non è proprietario, ma che detiene in virtù di un diritto personale di godimento, come il comodato.

L’elemento determinante, hanno spiegato i giudici, è la sussistenza di un nesso di strumentalità tra il bene e l’attività svolta. In altre parole, se l’immobile è essenziale o funzionale all’esercizio dell’impresa, le spese sostenute per il suo miglioramento sono detraibili.

La Corte ha criticato la sentenza regionale per due errori principali:

1. Aver considerato non iscrivibili tra le immobilizzazioni le spese per opere non rimovibili a fine contratto, un criterio irrilevante ai fini della detrazione IVA.
2. Aver presunto che le spese fossero state sostenute dal proprietario (in qualità di comodante) e non dalla società (comodataria), senza però verificare l’elemento cruciale: il collegamento effettivo tra i lavori eseguiti e l’attività d’impresa.

La Cassazione ha concluso che la Commissione regionale avrebbe dovuto accertare in concreto la strumentalità del bene, piuttosto che fermarsi a considerazioni formali sulla proprietà o sulla natura delle opere.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Imprese

Questa ordinanza consolida un principio di grande importanza per le imprese che operano in locali non di proprietà. La decisione conferma che il diritto alla detrazione IVA non è un privilegio del proprietario, ma spetta a chi effettivamente utilizza il bene per la propria attività economica e ne sostiene i costi. Per le aziende, diventa quindi fondamentale poter dimostrare due elementi chiave:

1. Il titolo di detenzione: Un contratto scritto (comodato, locazione, ecc.) con data certa è essenziale per provare il diritto a utilizzare l’immobile.
2. Il nesso di strumentalità: È cruciale documentare come l’immobile e i lavori di ristrutturazione siano funzionali e necessari all’attività d’impresa. In assenza di questo nesso, il diritto alla detrazione verrebbe meno.

Un’impresa può detrarre l’IVA per lavori su un immobile che non possiede?
Sì, un’impresa può detrarre l’IVA per lavori di ristrutturazione o manutenzione su immobili di cui non è proprietaria, a condizione che detenga il bene in virtù di un titolo valido (come un contratto di comodato o di locazione) e che esista un ‘nesso di strumentalità’, ovvero un collegamento diretto e funzionale, tra l’immobile e l’attività d’impresa svolta.

Cosa prevale ai fini della detrazione IVA: la proprietà del bene o il suo utilizzo per l’impresa?
Ai fini della detrazione IVA, l’utilizzo strumentale del bene per l’attività d’impresa prevale nettamente sul diritto di proprietà. Il principio di neutralità dell’IVA impone di guardare alla sostanza economica dell’operazione: se il costo è sostenuto nell’interesse dell’impresa, l’IVA è detraibile.

Qual è stato l’errore della Commissione Tributaria Regionale secondo la Cassazione?
La Commissione Tributaria Regionale ha errato nel non verificare in concreto il nesso di strumentalità tra l’immobile e l’attività d’impresa. Invece, si è basata su criteri errati, come la non rimovibilità delle opere a fine contratto e una presunzione infondata su chi avesse sostenuto le spese, ignorando l’elemento determinante richiesto dalla giurisprudenza per il riconoscimento della detrazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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