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Detrazione IVA attività preparatorie: sì al diritto

Una società aveva sostenuto costi per avviare un’attività nel settore delle energie rinnovabili, ma il progetto non è mai partito a causa di un cambiamento normativo che lo ha reso antieconomico. L’Agenzia delle Entrate aveva negato il diritto alla detrazione IVA su tali costi. La Corte di Cassazione ha confermato il diritto alla detrazione IVA per attività preparatorie, stabilendo che è sufficiente l’intenzione, supportata da prove oggettive, di avviare un’impresa. Il mancato avvio, se dovuto a cause esterne alla volontà dell’imprenditore, non fa venir meno il diritto.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Detrazione IVA per Attività Preparatorie: Il Diritto Sussiste Anche Senza Avvio dell’Impresa

Il diritto alla detrazione IVA per attività preparatorie rappresenta un principio cardine del sistema fiscale europeo, fondamentale per non gravare l’imprenditore di costi fiscali prima ancora di iniziare a produrre reddito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce con forza questo principio, chiarendo che il diritto alla detrazione sussiste anche se l’attività d’impresa, per la quale sono state sostenute le spese, non viene mai concretamente avviata a causa di fattori esterni. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Un Progetto Fotovoltaico Mai Realizzato

Una holding estera, attraverso le sue controllate italiane, aveva avviato un progetto per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Le società avevano sostenuto ingenti costi per l’acquisizione e la costruzione di impianti, versando la relativa IVA. Tuttavia, a seguito di un mutamento della disciplina amministrativa del settore, che prevedeva una drastica riduzione degli incentivi statali, il progetto è diventato economicamente non più sostenibile. Di conseguenza, le società hanno deciso di non proseguire con l’attività e sono state successivamente liquidate, senza aver mai posto in essere alcuna operazione attiva.

L’Agenzia delle Entrate, rilevando l’assenza di operazioni imponibili, ha disconosciuto il diritto alla detrazione dell’IVA assolta sugli acquisti effettuati nella fase preparatoria, emettendo avvisi di accertamento e contestando le relative sanzioni.

La Questione Giuridica: Detrazione IVA in Assenza di Operazioni Attive

Il nucleo della controversia ruotava attorno a una domanda fondamentale: un’impresa ha diritto a detrarre l’IVA pagata per investimenti iniziali se, alla fine, non inizia mai la propria attività produttiva? Secondo l’Amministrazione Finanziaria, l’assenza di operazioni attive precludeva tale diritto. La società contribuente, invece, sosteneva che l’intenzione di avviare l’attività, supportata da elementi oggettivi, fosse sufficiente a radicare il diritto alla detrazione, specialmente quando il mancato avvio era dovuto a cause indipendenti dalla propria volontà.

La Decisione della Corte e la Detrazione IVA per Attività Preparatorie

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando le decisioni dei giudici di merito e dando piena ragione alla società. I giudici hanno stabilito che, ai fini della detraibilità dell’imposta, è necessario accertare l’effettiva inerenza degli acquisti alle finalità imprenditoriali. Il diritto alla detrazione può spettare anche in assenza di operazioni attive, a condizione che i beni e servizi acquisiti fossero necessari all’organizzazione dell’impresa e funzionali all’iniziativa economica programmata.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su consolidati principi del diritto unionale e nazionale. Si è sottolineato che un soggetto è considerato ‘soggetto passivo IVA’ dal momento in cui manifesta l’intenzione, confermata da elementi oggettivi (come studi di fattibilità, acquisto di beni, ecc.), di iniziare in modo autonomo un’attività economica. Questo status dà diritto alla detrazione immediata dell’IVA sulle spese di investimento, senza dover attendere l’inizio effettivo dell’esercizio dell’impresa.

Il diritto, però, non è incondizionato. È fondamentale che il mancato utilizzo dei beni o il mancato avvio dell’attività siano determinati da cause ‘indipendenti dalla volontà del contribuente’. La Corte ha specificato che questa nozione va intesa in senso ampio. Nel caso di specie, il ‘sopravvenuto mutamento della disciplina amministrativa nel settore’, con la conseguente riduzione degli incentivi che ha reso l’attività antieconomica, è stato ritenuto una causa esterna sufficiente a giustificare la scelta imprenditoriale di interrompere il progetto. Questa circostanza, di per sé, giustifica la cessazione dell’attività senza far venir meno il diritto alla detrazione per le spese preparatorie legittimamente sostenute.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante tutela per gli imprenditori che investono in nuovi progetti. Conferma che il rischio d’impresa, incluso quello derivante da cambiamenti normativi imprevedibili, non deve tradursi in un onere fiscale ingiustificato. Il principio di neutralità dell’IVA viene così salvaguardato: l’imposta pagata a monte deve poter essere recuperata se l’intenzione imprenditoriale era seria e documentata, anche se le circostanze esterne hanno impedito al progetto di decollare. Per le aziende, ciò significa poter pianificare investimenti con maggiore certezza, sapendo che il diritto alla detrazione IVA è ancorato all’intenzione e all’inerenza della spesa, e non solo al successo finale dell’iniziativa.

È possibile detrarre l’IVA sugli acquisti se l’attività d’impresa non è mai effettivamente iniziata?
Sì, è possibile. La Corte di Cassazione, in linea con la giurisprudenza europea, ha stabilito che il diritto alla detrazione dell’IVA sorge nel momento in cui si effettuano le prime spese d’investimento con l’intenzione, confermata da elementi oggettivi, di avviare un’attività economica, anche se questa poi non viene concretamente avviata.

Quali condizioni devono essere soddisfatte per ottenere la detrazione IVA per attività preparatorie?
Il contribuente deve dimostrare due elementi principali: 1) L’esistenza di una seria e documentata intenzione di avviare un’attività economica, manifestata attraverso acquisti e investimenti inerenti al progetto. 2) Il mancato avvio dell’attività deve essere dipeso da cause indipendenti dalla sua volontà, anche in senso ampio, come un mutamento del contesto normativo che rende il progetto antieconomico.

Un mutamento della disciplina sugli incentivi è considerato una causa sufficiente a giustificare il mancato avvio dell’impresa?
Sì. Secondo l’ordinanza, una drastica riduzione delle tariffe incentivanti, che rende antieconomica l’attività programmata, è una giustificazione sufficiente per l’interruzione del progetto imprenditoriale. Questa circostanza è considerata una causa ‘non volontaria’ che non pregiudica il diritto alla detrazione dell’IVA già assolta sui beni e servizi acquistati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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