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Detrazione IVA attività preparatorie: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha confermato il diritto alla detrazione IVA per i costi sostenuti durante la fase preparatoria di un’attività d’impresa, anche se questa non è mai diventata operativa. Nel caso specifico, una società aveva investito nella creazione di impianti fotovoltaici per conto di alcune controllate, le quali hanno poi cessato l’attività prima di iniziare la produzione. L’Agenzia Fiscale aveva negato la detrazione, sostenendo la mancanza di operazioni attive. La Corte ha stabilito che la detrazione è legittima se le spese sono inerenti al progetto imprenditoriale e se non è dimostrato un intento fraudolento. L’interruzione dell’attività, dovuta a cause esterne e non volontarie (come la drastica riduzione delle tariffe incentivanti), non pregiudica il diritto acquisito.

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Pubblicato il 12 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Detrazione IVA per Attività Preparatorie: Sì Anche Senza Operazioni Attive

Un’impresa che sostiene costi per avviare un’attività ha diritto alla detrazione IVA per le attività preparatorie anche se, per cause di forza maggiore, non riesce mai a iniziare la produzione e a realizzare operazioni attive? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha risposto affermativamente, consolidando un principio fondamentale per la tutela degli investimenti iniziali.

I Fatti del Caso

Una società holding aveva agito per conto di cinque società controllate, costituite con l’obiettivo di produrre energia elettrica da fonti rinnovabili. Per questo progetto, erano state sostenute ingenti spese per l’acquisizione di beni e servizi, come l’ottenimento di autorizzazioni, concessioni amministrative e spese notarili, tutte necessarie alla realizzazione di impianti fotovoltaici. Tuttavia, prima che gli impianti potessero entrare in funzione, le società controllate hanno cessato la loro attività.

L’Agenzia Fiscale, rilevando l’assenza totale di operazioni attive (cioè di fatture emesse) durante la vita delle società, ha emesso avvisi di accertamento per recuperare l’IVA che era stata detratta sugli acquisti. Secondo l’Amministrazione Finanziaria, senza un’attività economica effettiva, non poteva esistere il diritto alla detrazione.

La società ha impugnato gli avvisi, dando il via a un contenzioso che, dopo i primi due gradi di giudizio, è giunto all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte sulla Detrazione IVA per Attività Preparatorie

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia Fiscale, confermando la decisione della Commissione Tributaria Regionale e riconoscendo pienamente il diritto della società alla detrazione dell’IVA.

I giudici hanno ribadito un principio consolidato, sia a livello nazionale che europeo: per detrarre l’IVA assolta sugli acquisti, è necessario accertare l’inerenza di tali spese rispetto alle finalità imprenditoriali, ma non è richiesto il concreto svolgimento dell’attività. La detrazione è ammessa anche in assenza di operazioni attive, a condizione che le spese siano di carattere preparatorio e finalizzate a creare le condizioni per l’inizio dell’attività tipica.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su diversi punti chiave.

In primo luogo, ha sottolineato che l’intenzione di avviare un’attività economica, confermata da elementi oggettivi, è sufficiente a qualificare un soggetto come ‘soggetto passivo IVA’ e a garantirgli il diritto immediato alla detrazione. Nel caso di specie, le spese per autorizzazioni, concessioni e atti notarili costituivano una prova inequivocabile dell’intenzione di realizzare gli impianti fotovoltaici.

In secondo luogo, la Corte ha chiarito che l’onere di dimostrare un eventuale intento fraudolento o abusivo da parte del contribuente spetta esclusivamente all’Amministrazione Finanziaria. In assenza di tale prova, la buona fede si presume e il diritto alla detrazione non può essere negato. Questa è l’unica condizione, secondo la giurisprudenza unionale, che può precludere il recupero dell’imposta.

Infine, un elemento cruciale è stato il motivo dell’interruzione dell’attività. La Corte ha riconosciuto che la decisione di non proseguire con il progetto imprenditoriale era giustificata dalla ‘sopravvenuta drastica riduzione delle tariffe incentivanti nel settore fotovoltaico’. Questo evento, esterno e non dipendente dalla volontà dell’imprenditore, ha reso l’investimento antieconomico. Secondo la giurisprudenza europea, quando il mancato utilizzo dei beni acquistati è determinato da cause ‘estranee’ alla volontà del contribuente, il diritto alla detrazione, una volta sorto, non viene meno.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre importanti tutele per gli imprenditori, in particolare per le startup e per chi opera in settori ad alto investimento iniziale. La decisione conferma che il sistema IVA è neutrale e non deve penalizzare chi investe in un progetto che, per ragioni indipendenti dalla propria volontà, non giunge a compimento.

Le imprese devono però prestare la massima attenzione a documentare in modo oggettivo e inequivocabile tutte le attività preparatorie svolte. La conservazione di autorizzazioni, contratti, perizie e corrispondenza è fondamentale per dimostrare la serietà dell’intenzione imprenditoriale e per difendere il proprio diritto alla detrazione IVA in caso di contestazioni da parte del Fisco.

È possibile detrarre l’IVA per costi sostenuti prima di iniziare a fatturare?
Sì, la Corte di Cassazione afferma che la detrazione dell’IVA spetta anche per le spese sostenute nella fase preparatoria, purché siano finalizzate all’avvio dell’attività d’impresa e vi sia l’intenzione, supportata da elementi oggettivi, di realizzare operazioni imponibili.

Cosa succede al diritto di detrazione se l’attività d’impresa non viene mai avviata?
Il diritto alla detrazione non viene meno se il mancato avvio dell’attività è causato da circostanze indipendenti dalla volontà del contribuente e non vi è alcun intento fraudolento o abusivo. Nel caso specifico, la drastica riduzione degli incentivi statali ha reso l’investimento antieconomico, giustificando la cessazione del progetto.

Chi deve provare un eventuale intento fraudolento per negare la detrazione IVA?
L’onere della prova di un intento fraudolento o abusivo spetta all’Amministrazione Finanziaria. In assenza di tale prova, l’intenzione del contribuente di svolgere un’attività economica si presume legittima e il diritto alla detrazione deve essere riconosciuto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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