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Detrazione interessi mutuo: lavori che allungano i tempi

La Corte di Cassazione ha stabilito che la detrazione interessi mutuo per l’acquisto della prima casa può beneficiare del termine esteso a due anni per stabilire la residenza solo se i lavori effettuati sull’immobile rientrano nella nozione di ‘ristrutturazione edilizia’ soggetta a permesso di costruire o titolo equipollente (SCIA). Semplici opere interne, che richiedono solo una comunicazione al Comune, non sono sufficienti per ottenere l’estensione del beneficio fiscale. La Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, annullando la decisione favorevole al contribuente del giudice di secondo grado.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Detrazione interessi mutuo: quali lavori allungano i tempi a due anni?

L’acquisto della prima casa è un passo importante, e la detrazione interessi mutuo rappresenta un’agevolazione fiscale fondamentale. La regola generale impone di trasferire la residenza nell’immobile entro un anno dall’acquisto. Tuttavia, la legge prevede un’estensione a due anni in caso di lavori di ristrutturazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito quali interventi edilizi danno diritto a questo maggior termine, tracciando una linea netta tra diverse tipologie di lavori.

I Fatti del Caso

Un contribuente aveva acquistato un’abitazione stipulando un mutuo ipotecario e aveva avviato dei lavori sull’immobile. Aveva quindi trasferito la propria residenza nell’abitazione entro due anni dall’acquisto, ma oltre il termine ordinario di un anno, ritenendo di aver diritto all’estensione temporale prevista per le ristrutturazioni. Di conseguenza, aveva portato in detrazione gli interessi passivi del mutuo nella sua dichiarazione dei redditi. L’Agenzia delle Entrate, a seguito di un controllo formale, contestava la detrazione, emettendo una cartella esattoriale per il recupero della maggiore imposta. Secondo l’Ufficio, i lavori eseguiti dal contribuente, consistenti in opere interne come l’adeguamento di impianti, non rientravano nel concetto di “ristrutturazione edilizia” che giustifica l’estensione del termine.

Il caso è giunto fino in Cassazione dopo che la Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione al contribuente.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con la sua ordinanza, ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando la decisione precedente. I giudici hanno stabilito che l’estensione del termine a due anni per la detrazione interessi mutuo è subordinata alla natura dei lavori eseguiti. Non tutte le opere edilizie sono uguali ai fini fiscali: solo quelle qualificabili come “ristrutturazione edilizia”, per le quali è richiesto un titolo abilitativo specifico come il permesso di costruire (o un atto equipollente come la SCIA), consentono di beneficiare del termine più lungo.

Le Motivazioni e la detrazione interessi mutuo

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’art. 15 del TUIR. Questa norma prevede che, per ottenere la detrazione, l’immobile debba essere adibito ad abitazione principale entro un anno dall’acquisto. L’ottavo periodo dello stesso articolo introduce un’eccezione: “nel caso l’immobile acquistato sia oggetto di lavori di ristrutturazione edilizia, comprovata dalla relativa concessione edilizia o atto equivalente, la detrazione spetta […] comunque entro due anni dall’acquisto”.

La Corte ha chiarito che il legislatore fiscale ha voluto legare il beneficio dell’estensione a interventi edilizi di una certa rilevanza, non a semplici opere interne. La norma fa esplicito riferimento a una “concessione edilizia o atto equivalente”. Basandosi sulla normativa urbanistica (Testo Unico dell’Edilizia, D.P.R. 380/2001), la Cassazione ha precisato che gli interventi di “ristrutturazione edilizia” che richiedono un permesso di costruire sono quelli che portano a un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente, comportando modifiche di volume, sagoma, prospetti, superfici o mutamenti della destinazione d’uso.

I lavori eseguiti dal contribuente nel caso di specie, invece, consistevano in opere interne che, secondo la normativa regionale e nazionale, richiedevano unicamente una comunicazione di inizio lavori. Tali opere, per loro natura, non modificano la sagoma, il volume o gli elementi strutturali dell’edificio. Di conseguenza, la semplice comunicazione presentata al Comune non può essere considerata un “atto equivalente” alla concessione edilizia, come richiesto dalla norma fiscale. La Corte ha quindi concluso che la Commissione Tributaria Regionale aveva commesso un “error in iudicando” (errore di giudizio) applicando la norma a una fattispecie non pertinente.

Le Conclusioni

Questa ordinanza fornisce un’indicazione chiara e rigorosa per i contribuenti che intendono usufruire della detrazione interessi mutuo con il termine esteso a due anni. Non è sufficiente eseguire qualsiasi tipo di lavoro, ma è necessario che si tratti di una vera e propria ristrutturazione edilizia, così come definita dalla normativa urbanistica. L’elemento discriminante è il titolo abilitativo richiesto: se i lavori necessitano di un permesso di costruire o di una SCIA in alternativa ad esso, si ha diritto all’estensione. Se, invece, le opere rientrano nell’edilizia libera o richiedono una semplice comunicazione (CILA), il termine per trasferire la residenza rimane quello ordinario di un anno. I contribuenti devono quindi prestare massima attenzione alla qualificazione giuridica dei lavori e alla documentazione presentata al Comune prima di pianificare i tempi per il trasferimento di residenza e la richiesta del beneficio fiscale.

È possibile ottenere la detrazione degli interessi passivi del mutuo se si stabilisce la residenza entro due anni dall’acquisto?
Sì, è possibile, ma solo a condizione che sull’immobile vengano eseguiti lavori di ‘ristrutturazione edilizia’ comprovati dal rilascio di una concessione edilizia (oggi permesso di costruire) o di un atto equivalente come la SCIA.

Quali tipi di lavori edilizi permettono di estendere a due anni il termine per la detrazione interessi mutuo?
I lavori che permettono l’estensione sono quelli che rientrano nella definizione di ‘ristrutturazione edilizia’ secondo il Testo Unico dell’Edilizia. Si tratta di interventi significativi che possono portare a un organismo edilizio diverso dal precedente, modificando volume, sagoma, prospetti, superfici o destinazione d’uso, e che richiedono un permesso di costruire o titolo equipollente.

Una semplice comunicazione di inizio lavori per opere interne è sufficiente per ottenere l’estensione del termine a due anni?
No. Secondo la Corte di Cassazione, le semplici opere interne che non modificano la struttura o l’aspetto dell’edificio e che richiedono solo una comunicazione al Comune non sono qualificabili come ‘ristrutturazione edilizia’ ai fini dell’estensione del beneficio fiscale. Pertanto, in questi casi, il termine per adibire l’immobile ad abitazione principale rimane di un anno dall’acquisto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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