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Detraibilità IVA spese legali: la Cassazione decide

Una società si è vista negare il diritto alla detrazione dell’IVA sulle spese legali sostenute per la difesa penale dei propri dipendenti e amministratori. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che per la detraibilità IVA spese legali è necessario un nesso diretto e immediato con l’attività d’impresa, nesso che in questo caso manca. La Corte ha inoltre respinto la richiesta di applicare un regime sanzionatorio più favorevole sopravvenuto.

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Pubblicato il 1 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Detraibilità IVA Spese Legali: La Cassazione Stabilisce Limiti Rigorosi

La questione della detraibilità IVA spese legali sostenute da un’azienda per la difesa penale dei propri amministratori e dipendenti è un tema complesso e dibattuto. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, confermando un orientamento restrittivo che ogni imprenditore e professionista dovrebbe conoscere. La Corte ha stabilito che tali costi, pur se sostenuti nell’interesse della società, non possiedono quel nesso di ‘inerenza’ diretto e immediato con l’attività d’impresa necessario per la detrazione dell’imposta sul valore aggiunto.

I Fatti di Causa

Una società si era vista recapitare un avviso di accertamento dall’Agenzia delle Entrate relativo all’anno d’imposta 2013. L’amministrazione finanziaria contestava l’indebita detrazione dell’IVA assolta su fatture relative a spese legali. Tali spese erano state sostenute dalla società per la difesa in giudizio di alcuni suoi amministratori, dirigenti e dipendenti, coinvolti in procedimenti penali.

Secondo l’Agenzia, queste spese non erano inerenti all’attività d’impresa ai fini IVA, sebbene potessero esserlo ai fini delle imposte dirette. La società ha impugnato l’atto, ma il suo ricorso è stato respinto sia dalla Commissione Tributaria Provinciale sia, in appello, dalla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado. Di qui, il ricorso finale in Cassazione.

La Controversa Detraibilità IVA Spese Legali

Il cuore della controversia ruotava attorno al concetto di ‘inerenza’ del costo. La società ricorrente sosteneva che le spese legali fossero strettamente connesse all’attività aziendale. A supporto della sua tesi, evidenziava come l’esito favorevole del procedimento penale, con l’assoluzione dei dipendenti, avesse di fatto escluso anche la responsabilità amministrativa della società stessa (ai sensi del D.Lgs. 231/2001), dimostrando così l’utilità diretta della spesa per l’impresa.

La difesa della società lamentava inoltre che i giudici di merito avessero applicato un concetto di inerenza troppo restrittivo, ignorando elementi fattuali decisivi come la sentenza di assoluzione. Si contestava, in sostanza, l’assenza di un legame ‘immediato e diretto’ tra il costo e l’attività imponibile dell’azienda.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, basando la sua decisione su principi consolidati in materia fiscale.

Il Concetto di ‘Inerenza’ ai Fini IVA

I giudici hanno ribadito che, ai fini della detrazione IVA, il concetto di inerenza è più stringente rispetto a quello valido per le imposte sui redditi. Non è sufficiente un generico collegamento con l’attività d’impresa, ma è indispensabile una correlazione diretta e immediata con le operazioni che generano ricavi imponibili.

Nel caso delle spese di difesa penale, la Corte ha osservato che la necessità di sostenere tali costi non deriva direttamente dall’adempimento del mandato amministrativo o del rapporto di lavoro, ma da un ‘elemento intermedio’: l’accusa penale mossa da un terzo (pubblico o privato). Questo evento, anche se connesso all’incarico ricoperto, interrompe la causalità diretta tra la spesa e l’attività d’impresa. Pertanto, il costo è considerato sostenuto ‘in occasione’ dell’attività, ma non ‘a causa’ di essa in senso stretto.

L’irrilevanza della Sentenza di Assoluzione

Un punto chiave della sentenza è l’irrilevanza dell’esito del procedimento penale. La Corte ha chiarito che l’assoluzione degli imputati non trasforma la natura del costo ai fini IVA. La valutazione sull’inerenza va fatta ex ante, considerando la causa generatrice della spesa. Poiché la causa è l’accusa penale (un fatto esterno all’ordinaria gestione aziendale), l’eventuale proscioglimento successivo non può sanare l’originaria mancanza del nesso diretto richiesto dalla normativa IVA.

Il Principio ‘Lex Mitior’ e la sua Deroga

Infine, la Corte ha affrontato la richiesta della società di beneficiare di un nuovo e più mite regime sanzionatorio introdotto con il D.Lgs. n. 87 del 2024. Pur riconoscendo il principio generale della lex mitior (applicazione della legge più favorevole), i giudici hanno evidenziato che lo stesso decreto ha espressamente derogato a tale principio, prevedendone l’applicazione solo per le violazioni commesse a partire dal 1° settembre 2024. La Corte ha giudicato questa deroga pienamente legittima dal punto di vista costituzionale, in quanto inserita in un quadro di riforma complessiva e sistematica del sistema sanzionatorio tributario, che giustifica un bilanciamento tra il favore per il contribuente e altri interessi di rango costituzionale, come l’equilibrio di bilancio.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale: la detraibilità IVA spese legali per la difesa del personale in procedimenti penali è esclusa. La giurisprudenza richiede un nesso causale diretto e immediato tra il costo sostenuto e l’attività imponibile, un nesso che viene interrotto dall’evento esterno dell’azione penale. L’esito del giudizio, favorevole o meno, non incide su questa valutazione. La decisione riafferma inoltre la facoltà del legislatore di derogare al principio della retroattività della legge più favorevole in materia sanzionatoria tributaria, quando ciò sia giustificato da un’ampia e ponderata riforma del sistema.

Una società può detrarre l’IVA sulle spese legali sostenute per la difesa penale dei propri amministratori e dipendenti?
No. Secondo la Corte di Cassazione, queste spese non hanno il necessario nesso di causalità diretto e immediato con le operazioni imponibili dell’impresa, requisito indispensabile per la detrazione dell’IVA. Il costo è generato da un evento intermedio (l’accusa penale) e non direttamente dall’attività aziendale.

L’assoluzione nel processo penale rende le spese legali detraibili ai fini IVA?
No. La sentenza chiarisce che l’esito del procedimento penale è irrilevante per determinare l’inerenza del costo ai fini IVA. La valutazione deve essere effettuata considerando la causa originaria della spesa, che resta l’accusa penale, un fatto esterno all’attività d’impresa.

Si può sempre beneficiare di una nuova legge che introduce sanzioni tributarie più lievi (principio della lex mitior)?
No, non sempre. La Corte ha stabilito che il legislatore può legittimamente derogare a questo principio. Nel caso specifico, la riforma fiscale ha previsto che le nuove sanzioni più favorevoli si applichino solo alle violazioni commesse dopo una certa data, escludendo l’applicazione retroattiva. Questa deroga è stata considerata costituzionalmente valida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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