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Detraibilità IVA: costi esenti e preparatori

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha chiarito i limiti della detraibilità IVA. È stata negata la detrazione per i costi associati a operazioni passive finalizzate a una cessione di quote esente IVA. Inoltre, per i costi preparatori di un’attività mai avviata, la detraibilità IVA è ammessa solo se il mancato inizio è dovuto a cause indipendenti dalla volontà dell’imprenditore, con onere della prova a suo carico. La Corte ha cassato la decisione precedente che non aveva applicato correttamente questi principi.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Detraibilità IVA: la Cassazione chiarisce i limiti per costi esenti e preparatori

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale per imprese e professionisti: la detraibilità IVA. La decisione analizza due scenari specifici e molto comuni: la detrazione dell’imposta su costi relativi a operazioni esenti e quella su spese per attività mai avviate. L’ordinanza stabilisce paletti precisi, ribadendo che il diritto alla detrazione non è automatico ma segue regole stringenti legate alla natura delle operazioni compiute.

I Fatti del Caso: La controversia sulla detrazione

Una società operante nel settore sanitario si era vista contestare dall’Agenzia delle Entrate l’indebita detrazione dell’IVA relativa all’anno 2008. Le contestazioni si basavano su due punti principali:

1. Costi per operazione esente: La società aveva detratto l’IVA su costi passivi riconducibili alla cessione di una partecipazione in un’altra società. Tale operazione, tuttavia, è per legge esente da IVA.
2. Costi per attività non avviata: Erano state detratte le imposte relative a spese preparatorie (studi e consulenze) per la creazione di una nuova struttura ambulatoriale, progetto che però non era mai stato concretamente realizzato.

La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione alla società, ritenendo che l’inerenza dei costi all’oggetto sociale fosse sufficiente a giustificare la detrazione. L’Agenzia delle Entrate ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, cassando la sentenza di secondo grado e fornendo chiarimenti fondamentali sui principi che governano la detraibilità IVA.

Detraibilità IVA e Operazioni Esenti: Un Principio Invalicabile

La Corte ha ribadito un principio consolidato a livello nazionale ed europeo: la detrazione dell’IVA pagata sugli acquisti (a monte) è strettamente collegata alla realizzazione di operazioni soggette a imposta (a valle). Non è sufficiente che il costo sia genericamente inerente all’attività d’impresa. Se un acquisto è finalizzato a compiere un’operazione esente da IVA, come la cessione di partecipazioni societarie, l’IVA pagata su quell’acquisto non può essere detratta.

Il meccanismo dell’IVA si fonda sulla neutralità dell’imposta per gli operatori economici, ma questa neutralità si interrompe quando la catena delle operazioni imponibili si spezza. Un’operazione esente rappresenta proprio uno di questi punti di rottura, comportando la totale indetraibilità dell’imposta a monte ad essa direttamente collegata.

Detraibilità IVA per Atti Preparatori: Quali sono le Condizioni?

Riguardo alle spese sostenute per un’attività mai avviata, la Cassazione ha precisato che il diritto alla detrazione non è escluso a priori. Un imprenditore che sostiene costi di investimento con l’intenzione, confermata da elementi oggettivi, di iniziare un’attività economica ha diritto a detrarre immediatamente l’IVA.

Tuttavia, se l’attività non viene mai avviata, scatta una condizione cruciale. La detraibilità IVA è salva solo se il contribuente è in grado di dimostrare che il mancato inizio dell’attività è dipeso da cause indipendenti dalla sua volontà. La Commissione Tributaria Regionale aveva errato nel non verificare questo presupposto fondamentale, che era stato specificamente contestato dall’Ufficio. L’onere di fornire tale prova ricade interamente sul contribuente.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione sui principi cardine del sistema IVA, sia nazionale (D.P.R. 633/72) che unionale (Sesta Direttiva). Il diritto alla detrazione è un elemento portante del sistema, ma non è incondizionato. Il suo scopo è quello di sgravare l’imprenditore dal peso dell’imposta gravante sui beni e servizi utilizzati nell’ambito di operazioni tassate. Quando l’operazione finale è esente, viene meno la stessa ragion d’essere della detrazione.

Per gli atti preparatori, la giurisprudenza europea e nazionale tutela l’investimento iniziale, riconoscendo il diritto alla detrazione anche in assenza di operazioni attive immediate. Questa tutela, però, non può coprire situazioni in cui la decisione di non procedere con l’attività dipenda da una scelta volontaria o da circostanze imputabili all’imprenditore. La ratio è evitare abusi, consentendo la detrazione solo a fronte di un reale, seppur fallito, tentativo di avviare un’attività imponibile.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza due importanti principi in materia di detraibilità IVA. Primo, la stretta correlazione tra l’imposta detraibile sugli acquisti e la natura imponibile delle operazioni di vendita. Secondo, la necessità per il contribuente di provare che il mancato avvio di un’attività economica, per la quale ha sostenuto costi preparatori, sia dovuto a fattori esterni e non a un proprio ripensamento. Le imprese devono quindi prestare massima attenzione, documentando accuratamente le ragioni che impediscono la realizzazione di un progetto imprenditoriale, al fine di non vedersi negato il diritto alla detrazione dell’imposta assolta in fase di investimento.

È possibile detrarre l’IVA pagata su costi relativi a un’operazione di cessione di quote, che è esente da IVA?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che la detraibilità dell’IVA ‘a monte’ è ammessa solo se i beni o servizi acquistati sono impiegati per realizzare operazioni ‘a valle’ soggette a imposta. Essendo la cessione di partecipazioni un’operazione esente, l’IVA sui costi ad essa direttamente correlati non è detraibile.

L’IVA pagata per costi preparatori di un’attività mai avviata è sempre detraibile?
No, non sempre. La detrazione è concessa a due condizioni cumulative: 1) deve essere provata con elementi oggettivi l’intenzione di avviare un’attività imponibile; 2) il mancato avvio deve essere dovuto a cause indipendenti dalla volontà del contribuente. L’onere di provare questa seconda circostanza spetta al contribuente stesso.

Chi risponde dei debiti fiscali di una società cancellata dal registro delle imprese?
Una volta cancellata dal registro, la società si estingue. I rapporti obbligatori, inclusi i debiti fiscali, non cessano di esistere ma si trasferiscono ai soci in un fenomeno di tipo successorio. L’ex legale rappresentante o il liquidatore non hanno più la capacità processuale di rappresentare in giudizio l’ente estinto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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