Deposito Tardivo Ricorso: la Cassazione fa il punto sul diritto di difesa
Il rispetto dei termini processuali è un pilastro fondamentale di qualsiasi sistema giuridico, specialmente in ambito tributario. Tuttavia, cosa accade quando una formalità, come il deposito tardivo ricorso, rischia di scontrarsi con un principio costituzionale come il diritto di difesa? Con un’ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio per approfondire proprio questo delicato equilibrio.
I fatti del caso: il deposito tardivo del ricorso tributario
La vicenda riguarda un contribuente, amministratore di fatto di una società, che ha ricevuto un avviso di accertamento per imposte dirette e IVA relative all’anno 2007. Il contribuente ha impugnato l’atto, notificando regolarmente il ricorso all’ufficio finanziario il 3 dicembre 2012.
Il problema è sorto nella fase successiva: la costituzione in giudizio. La legge, in particolare l’art. 22 del D.Lgs. 546/1992, prevede che, dopo la notifica, la copia del ricorso debba essere depositata presso la segreteria della commissione tributaria entro trenta giorni. Nel caso di specie, il deposito è avvenuto solo il 19 aprile 2013, ben oltre il termine previsto.
Sia la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) che quella Regionale (CTR) hanno dichiarato il ricorso inammissibile proprio a causa di questo ritardo, senza entrare nel merito delle contestazioni fiscali. Il contribuente ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando un’interpretazione della norma che, sanzionando il ritardo, finisce per violare il suo diritto a un giusto processo, garantito dall’art. 111 della Costituzione.
La decisione sul deposito tardivo ricorso e il diritto di difesa
Di fronte alla questione, la Corte di Cassazione non ha emesso una sentenza definitiva. Ha invece optato per un’ordinanza interlocutoria, con la quale ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo e l’acquisizione del fascicolo del giudizio di merito.
Questa decisione, pur non risolvendo la controversia, è significativa. Indica che i giudici supremi ritengono necessario un esame più approfondito degli atti processuali prima di potersi pronunciare sul complesso bilanciamento tra la perentorietà dei termini e il diritto fondamentale alla difesa.
Le motivazioni
La motivazione della Corte è concisa ma chiara: la necessità di acquisire il fascicolo di merito nasce dalla natura stessa del vizio denunciato dal ricorrente. Il contribuente ha sollevato non solo un errore di diritto, ma anche un ‘omesso esame di un fatto decisivo’ e una potenziale violazione costituzionale.
Per valutare se l’interpretazione rigida della norma sul deposito tardivo ricorso abbia effettivamente compresso in modo sproporzionato il diritto di difesa, la Corte ha bisogno di avere a disposizione tutti gli elementi del caso. L’acquisizione del fascicolo permetterà di verificare le circostanze specifiche che hanno portato al ritardo e di contestualizzare la questione all’interno dell’intero svolgimento processuale.
Le conclusioni
L’ordinanza della Cassazione lascia la porta aperta a una possibile riconsiderazione degli effetti di un ritardo procedurale. Sebbene i termini processuali siano essenziali per garantire la certezza del diritto e la ragionevole durata del processo, la Corte sembra voler verificare se, in questo caso specifico, la sanzione dell’inammissibilità sia una conseguenza proporzionata o se, al contrario, si traduca in un sacrificio eccessivo del diritto del contribuente a far valere le proprie ragioni. La decisione finale, che seguirà all’esame del fascicolo, sarà di grande interesse per capire fino a che punto il formalismo procedurale possa cedere il passo ai principi costituzionali del giusto processo.
Qual è il termine per depositare un ricorso tributario presso la commissione competente?
Secondo l’art. 22 del d.lgs. n. 546 del 1992, citato nel provvedimento, il ricorrente deve depositare il ricorso presso la segreteria della commissione tributaria entro trenta giorni dalla sua notifica all’ufficio finanziario.
Cosa hanno deciso i giudici di primo e secondo grado riguardo al deposito tardivo?
Sia la Commissione tributaria provinciale che quella regionale hanno dichiarato il ricorso inammissibile a causa del tardivo deposito della copia del ricorso, avvenuto oltre il termine di trenta giorni.
La Cassazione ha deciso se il deposito tardivo viola sempre il diritto di difesa?
No, con questa ordinanza la Cassazione non ha preso una decisione definitiva. Ha ritenuto necessario, prima di pronunciarsi, acquisire il fascicolo completo del giudizio di merito per esaminare approfonditamente i fatti e valutare la natura della violazione lamentata dal ricorrente.
Testo del provvedimento
Ordinanza interlocutoria di Cassazione Civile Sez. 5 Num. 1538 Anno 2024
Civile Ord. Sez. 5 Num. 1538 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME
Data pubblicazione: 15/01/2024
Ordinanza interlocutoria
ORDINANZA INTERLOCUTORIA
sul ricorso iscritto al n. 28698/2016 R.G. proposto da: COGNOME rappresentato e difeso dall’avv. NOME COGNOME in forza di procura in calce al ricorso, ed elettivamente domiciliato presso lo studio del medesimo in Roma alla INDIRIZZO
-ricorrente -contro
RAGIONE_SOCIALE, in persona del Direttore pro tempore, elettivamente domiciliata in Roma alla INDIRIZZO presso l’Avvocatura generale dello Stato dalla quale è rappresentata e difesa ope legis ;
-resistente – avverso la sentenza della Commissione tributaria regionale del Lazio n. 7746/02/2016 depositata in data 1/12/2016;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 15/12/2023 dal consigliere dott. NOME COGNOME
Rilevato che:
La CTR del Lazio rigettava l’appello di NOME COGNOME e NOME COGNOME contro la sentenza della CTP di Roma che aveva dichiarato inammissibile, perchè tardivo, il loro ricorso contro l’avviso di accertamento n. NUMERO_DOCUMENTO emesso dall’Agenzia delle entrat e per l’anno di imposta 2007 a fini imposte dirette ed IVA e loro notificato quali amministratori di fatto della RAGIONE_SOCIALE; in particolare i giudici di appello rilevavano che gli appellanti, in primo grado, avevano depositato la copia del ricorso, s pedito all’ufficio finanziario il 3 dicembre 2012, solo in data 19 aprile 2013 e quindi oltre il termine di trenta giorni previsto dall’art. 22 d.lgs. n. 546 del 1992.
Contro tale decisione propone ricorso per cassazione il contribuente NOME COGNOME in base ad un motivo.
L’Agenzia delle Entrate ha depositato memoria di costituzione al solo fine di partecipare alla eventuale udienza di discussione.
Il ricorso è stato fissato per la camera di consiglio del 15/12/2023.
Considerato che:
Il ricorrente deduce l’ omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio che è stato oggetto di discussione tra le parti e violazione costituzionale del giusto processo, per il quale l’art. 111 Cost. impedisce di ritenere conformi a costituzione interpretazioni che sanzionando ritardati adempimenti finiscono per incidere sul diritto di difesa .
Appare necessaria, anche alla luce della natura del vizio dedotto, l’acquisizione del fascicolo del giudizio di merito.
P.Q.M.
rinvia a nuovo ruolo disponendo l’acquisizione del fascicolo del giudizio di merito.
Così deciso in Roma, il 15 dicembre 2023.