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Delega di firma: validità senza nome e durata

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 32990/2024, ha stabilito che la delega di firma per la sottoscrizione degli avvisi di accertamento è valida anche se non contiene il nome del funzionario delegato, una durata specifica o una motivazione esplicita. La Corte ha distinto tra ‘delega di firma’ e ‘delega di funzioni’, precisando che nel primo caso la responsabilità resta del dirigente. La sentenza di merito che aveva annullato gli atti impositivi per questi motivi è stata cassata con rinvio.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Delega di Firma: la Cassazione ne Conferma la Validità anche senza Nominativo

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 32990/2024 offre un chiarimento cruciale sulla validità degli avvisi di accertamento firmati da un funzionario delegato. La questione centrale riguarda i requisiti della delega di firma, un istituto fondamentale nell’organizzazione degli uffici fiscali. La Suprema Corte ha stabilito che la mancanza del nome del delegato, di una durata e di una motivazione specifica non invalida l’atto, ribaltando una precedente decisione di merito.

I Fatti del Caso

Un contribuente aveva impugnato diversi avvisi di accertamento per IRPEF, IRAP e IVA, relativi agli anni dal 2008 al 2011, basati sulla contestazione di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Inizialmente, la Commissione Tributaria Provinciale aveva respinto il ricorso. Tuttavia, in appello, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) della Lombardia accoglieva le ragioni del contribuente.

La Decisione della Commissione Tributaria Regionale

La CTR aveva dichiarato la nullità degli avvisi di accertamento sulla base di un vizio formale relativo alla sottoscrizione. Secondo i giudici di secondo grado, la delega di firma con cui il direttore dell’ufficio aveva autorizzato un funzionario a firmare gli atti era illegittima. Le criticità riscontrate erano:

* La genericità della delega, senza indicazione nominativa del funzionario delegato.
* L’assenza delle ragioni che giustificavano il rilascio della delega.
* La mancata precisazione dei limiti di durata della delega stessa.

Di conseguenza, la CTR aveva annullato gli atti impositivi, ritenendo che la sottoscrizione non fosse valida.

L’Analisi della Cassazione sulla delega di firma

L’Agenzia delle Entrate ha presentato ricorso in Cassazione, contestando l’interpretazione della CTR sui requisiti di validità della delega. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, fornendo una lezione di diritto sull’istituto della delega in ambito amministrativo e tributario.

La Distinzione tra Delega di Firma e Delega di Funzioni

Il punto focale della decisione della Cassazione è la distinzione tra “delega di firma” e “delega di funzioni”.

1. Delega di funzioni: comporta un trasferimento di competenze e responsabilità dal delegante al delegato. Richiede requisiti formali più stringenti.
2. Delega di firma: è un istituto diverso. Con essa, il funzionario delegante non trasferisce la responsabilità dell’atto, che rimane pienamente in capo a lui. Il delegato si limita ad apporre la firma, agendo come mero strumento esecutivo (longa manus) del superiore.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Proprio perché si tratta di una delega di firma, la Corte ha stabilito che i requisiti pretesi dalla CTR (indicazione nominativa, durata e motivazione) non sono necessari per la sua validità. La giurisprudenza consolidata, richiamata nell’ordinanza, afferma che l’avviso di accertamento deve essere sottoscritto dal capo dell’ufficio o da un altro impiegato della carriera direttiva da lui delegato.

Il provvedimento di delega non deve necessariamente contenere il nome del funzionario, essendo sufficiente che l’autorizzazione avvenga tramite ordini di servizio interni che individuino l’impiegato legittimato attraverso la sua qualifica. Questo permette una verifica ex post (cioè, a posteriori) del potere di firma in capo a chi ha materialmente sottoscritto l’atto. La mancanza di un termine di durata o di una motivazione specifica non inficia la validità della delega, poiché, come detto, la responsabilità dell’atto rimane saldamente in capo al dirigente delegante.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza della CTR e rinviando la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Lombardia per un nuovo esame. Questa ordinanza rafforza un principio di economicità e funzionalità dell’azione amministrativa, chiarendo che i vizi formali possono invalidare un atto solo quando incidono su requisiti sostanziali previsti dalla legge. Per la delega di firma, la genericità non equivale a invalidità, a condizione che sia sempre possibile verificare la legittimazione del firmatario tramite l’organizzazione interna dell’ufficio.

Un avviso di accertamento è nullo se la delega di firma al funzionario non indica il suo nome e cognome?
No. Secondo la Corte di Cassazione, trattandosi di delega di firma e non di funzioni, non è necessaria l’indicazione nominativa del soggetto delegato, purché la sua legittimazione sia verificabile tramite ordini di servizio interni basati sulla qualifica rivestita.

La delega di firma deve avere una durata specifica e una motivazione per essere valida?
No. La Corte ha chiarito che il provvedimento di delega di firma non richiede né una durata predeterminata né una specifica motivazione, in quanto la responsabilità dell’atto resta integralmente in capo al funzionario delegante (il dirigente).

Come si può verificare che il firmatario dell’avviso di accertamento avesse il potere di firmare?
La legittimazione del funzionario che ha apposto la firma può essere verificata anche ex post, cioè in un momento successivo, consultando gli ordini di servizio dell’ufficio che individuano l’impiegato autorizzato in base alla sua qualifica professionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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