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Definizione agevolata tributaria: estinzione del rito

Una controversia tra l’Agenzia delle Dogane e diverse società, inclusa una nota azienda di abbigliamento, riguardo l’inclusione delle royalties nel valore doganale delle merci importate, è giunta fino alla Corte di Cassazione. Il procedimento si è concluso non con una sentenza di merito, ma con un’ordinanza di estinzione. Le società contribuenti hanno infatti aderito alla definizione agevolata tributaria prevista dalla L. 197/2022, pagando i tributi dovuti e chiudendo così la lite pendente. La Corte ha quindi dichiarato estinto il giudizio, senza decidere sulla questione originaria.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata Tributaria: Come Chiudere un Contenzioso in Cassazione

L’istituto della definizione agevolata tributaria rappresenta uno strumento cruciale per cittadini e imprese che desiderano porre fine a lunghe e complesse controversie con il Fisco. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un esempio emblematico di come l’adesione a questa procedura possa determinare l’estinzione del giudizio, anche quando questo pende dinanzi alla massima giurisdizione. Analizziamo il caso e le sue importanti implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Royalties e Valore in Dogana

La vicenda trae origine da una serie di avvisi di rettifica emessi dall’Agenzia delle Dogane nei confronti di una nota società italiana operante nel settore dell’abbigliamento sportivo e di diverse società di spedizioni. L’Agenzia contestava la mancata inclusione, nel valore dichiarato in dogana per le merci importate, delle royalties che la società italiana versava alla sua capogruppo tedesca per l’utilizzo del marchio.

Secondo l’amministrazione finanziaria, tali royalties costituivano una componente del valore delle merci e, come tali, avrebbero dovuto essere assoggettate a dazi. Le società contribuenti, tuttavia, si opponevano, ottenendo ragione sia in primo grado (Commissione Tributaria Provinciale) sia in appello (Commissione Tributaria Regionale). I giudici di merito avevano escluso che sussistessero le condizioni per includere i corrispettivi nel valore doganale, in particolare perché la società licenziante esercitava un mero controllo di qualità sui prodotti e non un controllo gestionale sui produttori extra-comunitari.

L’Agenzia delle Dogane, non soddisfatta della decisione, proponeva ricorso per Cassazione, mentre le società rispondevano con un controricorso e un ricorso incidentale.

La Svolta con la Definizione Agevolata Tributaria

Il colpo di scena si è verificato durante la pendenza del giudizio in Cassazione. Le società contribuenti hanno deciso di avvalersi della procedura di definizione agevolata tributaria introdotta dalla Legge di Bilancio 2023 (L. n. 197/2022). Questa normativa consente di chiudere le liti fiscali pendenti attraverso il pagamento dei soli tributi, con un notevole risparmio su sanzioni e interessi.

Le società hanno quindi provveduto al versamento integrale degli importi contestati negli avvisi di rettifica (dazi e IVA) e hanno presentato le domande di definizione per le sanzioni collegate, che sono state accettate dall’Agenzia delle Dogane. Successivamente, le parti hanno depositato un’istanza congiunta in Cassazione, chiedendo che venisse dichiarata l’estinzione del giudizio.

La Decisione della Corte: Estinzione del Giudizio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha accolto la richiesta congiunta delle parti. I giudici non sono entrati nel merito della complessa questione giuridica relativa all’inclusione delle royalties nel valore doganale. Il loro ruolo, in questa fase, è stato quello di verificare il corretto espletamento della procedura di definizione agevolata.

Avendo accertato che i contribuenti avevano adempiuto a tutti gli oneri previsti dalla legge (presentazione della domanda e versamento delle somme), e preso atto dell’accettazione da parte dell’Agenzia, la Corte ha dichiarato l’estinzione dell’intero giudizio. Le spese processuali, come previsto dalla normativa speciale, sono rimaste a carico delle parti che le avevano anticipate.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è di natura puramente procedurale. L’articolo 1, commi 197 e 198, della L. n. 197/2022 stabilisce chiaramente che, in caso di adesione alla definizione agevolata, ‘il processo è dichiarato estinto’. Il perfezionamento della procedura, attraverso il pagamento e il deposito della relativa istanza, priva il giudizio del suo oggetto. La controversia, infatti, non esiste più, essendo stata risolta in via amministrativa tra le parti. La Corte non ha quindi il potere di decidere nel merito, ma solo di prendere atto della sopravvenuta causa di estinzione e chiudere formalmente il procedimento.

Le Conclusioni

Questa ordinanza evidenzia l’efficacia della definizione agevolata tributaria come strumento deflattivo del contenzioso. Per le imprese, rappresenta un’opportunità strategica per eliminare l’incertezza di un giudizio pendente, anche in casi in cui si è risultati vittoriosi nei gradi di merito, evitando i rischi e i costi di un possibile ribaltamento della decisione in Cassazione. Per l’amministrazione, consente un incasso certo e immediato dei tributi. La decisione dimostra come la volontà del legislatore di favorire la composizione delle liti fiscali prevalga sulla prosecuzione del processo, trasformando il ruolo del giudice da decisore del merito a mero garante della corretta applicazione della procedura di estinzione.

Quando si può chiedere l’estinzione del giudizio per definizione agevolata tributaria?
L’estinzione può essere richiesta quando il contribuente aderisce alla procedura prevista dalla legge (in questo caso, L. 197/2022), presenta la domanda di definizione, versa gli importi dovuti e deposita la relativa documentazione presso l’organo giurisdizionale dove pende la controversia, come avvenuto nel caso di specie.

Se una controversia viene estinta per definizione agevolata, chi paga le spese processuali?
Secondo quanto stabilito dalla normativa sulla definizione agevolata e confermato dall’ordinanza, le spese del processo restano a carico della parte che le ha anticipate. Non vi è una condanna alle spese poiché non viene emessa una decisione sul merito della controversia.

L’estinzione del giudizio per definizione agevolata significa che la Corte si è pronunciata sulla questione delle royalties?
No. L’ordinanza non entra nel merito della questione se le royalties dovessero essere incluse nel valore doganale. La Corte di Cassazione si è limitata a prendere atto che le parti hanno risolto la controversia tramite la procedura speciale e, di conseguenza, ha dichiarato il processo estinto. La questione di diritto originaria rimane giuridicamente irrisolta in questa sede.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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