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Definizione agevolata: stop al processo tributario?

Una contribuente ha impugnato un’intimazione di pagamento per crediti IRPEF risalenti agli anni ’80, eccependo la prescrizione. Durante il giudizio in Cassazione, ha presentato istanza di definizione agevolata (c.d. rottamazione-quater). La Corte Suprema, rilevando una questione pendente dinanzi alle Sezioni Unite sugli effetti di tale istanza sui giudizi in corso, ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, sospendendo di fatto la decisione in attesa del chiarimento nomofilattico.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: la Cassazione Prende Tempo sul Futuro dei Processi Tributari

L’adesione a una definizione agevolata, come la cosiddetta ‘rottamazione-quater’, può bloccare un processo tributario in corso? A questa domanda cruciale, la Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha scelto di non rispondere, preferendo attendere il parere delle Sezioni Unite. Questo caso mette in luce l’incertezza giuridica che circonda gli effetti delle sanatorie fiscali sui contenziosi pendenti, una situazione di grande interesse per contribuenti e professionisti.

I Fatti del Contenzioso

La vicenda ha origine da un’intimazione di pagamento notificata nel 2012 a una contribuente per crediti IRPEF relativi agli anni d’imposta 1986, 1987, 1988 e 1989. L’atto si basava su una cartella di pagamento che si assumeva notificata nel lontano 2001. La contribuente ha impugnato l’intimazione, vincendo in primo grado presso la Commissione Tributaria Provinciale, che ha annullato l’atto. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale ha successivamente ribaltato la decisione, accogliendo l’appello dell’agente della riscossione e condannando la contribuente al pagamento delle spese legali di entrambi i gradi di giudizio.

Il Ricorso in Cassazione e l’Impatto della Definizione Agevolata

La contribuente ha quindi presentato ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi principali:
1. Violazione delle norme sulla prescrizione: L’intimazione era stata notificata oltre undici anni dopo la cartella di pagamento, un lasso di tempo che, secondo la difesa, aveva determinato l’estinzione del credito erariale.
2. Violazione delle norme sulla decadenza: La cartella originaria era stata notificata ben oltre il termine biennale previsto dalla legge.
3. Mancato rilievo d’ufficio della decadenza: La Commissione Regionale avrebbe errato a non rilevare la decadenza del potere di riscossione, materia non disponibile per le parti.

L’elemento di svolta è sopraggiunto durante il giudizio di legittimità: la ricorrente ha presentato istanza di definizione agevolata ai sensi della L. 197/2022 (c.d. rottamazione-quater), chiedendo la sospensione del processo. Questa mossa ha introdotto una variabile cruciale, sollevando la questione degli effetti di tale adesione sul giudizio pendente.

La Decisione della Corte: Rinvio in Attesa delle Sezioni Unite

Di fronte a questa nuova circostanza, la Suprema Corte ha deciso di non decidere. Nell’ordinanza, i giudici hanno evidenziato come sia attualmente pendente dinanzi alle Sezioni Unite Civili una questione fondamentale, sollevata con un’altra ordinanza interlocutoria (n. 5830/2025). Le Sezioni Unite dovranno chiarire quali siano le conseguenze della presentazione della domanda di definizione agevolata su un giudizio tributario in corso. Le opzioni sul tavolo sono tre:
1. La sospensione del giudizio.
2. La definizione immediata con una dichiarazione di estinzione del processo.
3. Una dichiarazione di inammissibilità del ricorso per carenza sopravvenuta di interesse.

Data la rilevanza di questa questione per la risoluzione del caso specifico, la Corte ha ritenuto opportuno disporre il rinvio della causa a nuovo ruolo, attendendo la pronuncia delle Sezioni Unite.

Le Motivazioni

La motivazione del rinvio è puramente procedurale e improntata alla prudenza e all’economia processuale. Decidere oggi il caso avrebbe significato correre il rischio di emettere una pronuncia potenzialmente in contrasto con la futura decisione delle Sezioni Unite, l’organo supremo deputato a garantire l’uniforme interpretazione della legge. La Corte ha quindi preferito ‘congelare’ il procedimento per assicurare che la decisione finale sia allineata con il principio di diritto che verrà stabilito, evitando così incertezze e possibili conflitti giurisprudenziali.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria, pur non risolvendo il merito della controversia, offre un’importante indicazione: l’impatto della definizione agevolata sui processi è una questione complessa e di massima importanza, tanto da richiedere l’intervento delle Sezioni Unite. Per i contribuenti che hanno aderito alla rottamazione e hanno cause pendenti, questa decisione implica un periodo di attesa. La futura pronuncia delle Sezioni Unite stabilirà una regola chiara, influenzando migliaia di contenziosi simili in tutta Italia e definendo se la ‘pace fiscale’ si traduca in una sospensione, un’estinzione o un’altra soluzione processuale.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata (rottamazione)?
La Corte di Cassazione non ha dato una risposta definitiva, ma ha sospeso il giudizio in attesa di una decisione delle Sezioni Unite. Le possibili conseguenze sono la sospensione del processo, la sua estinzione, o la dichiarazione di inammissibilità del ricorso.

Quali erano le principali ragioni del ricorso della contribuente?
La contribuente sosteneva che il credito dello Stato fosse estinto per prescrizione, dato che l’intimazione di pagamento era stata notificata oltre 11 anni dopo la cartella originaria. Inoltre, contestava la decadenza del potere di riscossione dell’agente.

Perché la Corte di Cassazione ha deciso di rinviare la causa invece di decidere?
La Corte ha rinviato la causa perché è in attesa di una pronuncia delle Sezioni Unite Civili su una questione identica e di fondamentale importanza: quali sono gli effetti giuridici della domanda di definizione agevolata sui processi tributari in corso. Rinviare la decisione evita di creare un potenziale conflitto con la futura sentenza delle Sezioni Unite.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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