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Definizione agevolata: stop al processo tributario

Una società di costruzioni ha impugnato un avviso di accertamento fiscale basato su presunti maggiori ricavi, calcolati in base ai valori OMI. Durante il ricorso in Cassazione, l’azienda ha presentato istanza di definizione agevolata. La Corte ha sospeso il giudizio, invitando l’Agenzia delle Entrate a verificare la regolarità della procedura di definizione, che potrebbe estinguere il contenzioso.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Come Sospendere il Processo in Cassazione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione illustra un caso emblematico su come la definizione agevolata possa rappresentare una via d’uscita strategica da un lungo contenzioso tributario, anche quando si è giunti all’ultimo grado di giudizio. La vicenda vede contrapposte una società di costruzioni e l’Agenzia delle Entrate in una disputa nata da un accertamento fiscale basato sui valori OMI.

I Fatti del Contenzioso

Tutto ha origine da un avviso di accertamento notificato a una società a responsabilità limitata operante nel settore dell’edilizia. L’Agenzia delle Entrate contestava maggiori ricavi ai fini Ires, Irap e Iva per l’anno 2005, in relazione alla vendita di diverse unità immobiliari. La contestazione si fondava principalmente sullo scostamento tra i prezzi di vendita dichiarati dalla società e le quotazioni dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI).

La società ha impugnato l’atto, ottenendo un accoglimento parziale in primo grado. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale ha riformato la decisione, rigettando l’appello della contribuente e confermando la legittimità dell’accertamento. Secondo i giudici di secondo grado, l’accertamento era supportato da presunzioni gravi, precise e concordanti, non basandosi esclusivamente sui valori OMI ma anche su altre indagini di mercato.

La società ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando, tra le altre cose, la violazione delle norme sulla motivazione degli atti e sull’onere della prova, e contestando l’utilizzo dei valori OMI come fondamento per l’accertamento dopo le modifiche legislative che ne avevano ridotto il valore probatorio da presunzione legale a semplice.

La Svolta: L’Istanza di Definizione Agevolata

In pendenza del giudizio di legittimità, la società ha compiuto una mossa decisiva: ha presentato domanda di definizione agevolata della lite, ai sensi dell’art. 5 della Legge n. 130/2022. A supporto dell’istanza, ha depositato la documentazione attestante la presentazione della domanda e l’avvenuto pagamento dell’importo dovuto, chiedendo l’estinzione del processo.

Questa procedura, nota anche come “pace fiscale”, permette ai contribuenti di chiudere le liti pendenti con il Fisco versando una somma ridotta, ponendo così fine a un contenzioso che potrebbe protrarsi per anni con esiti incerti.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Definizione Agevolata

Di fronte all’istanza di estinzione, la Corte di Cassazione non è entrata nel merito dei motivi di ricorso. La sua decisione si è concentrata esclusivamente sull’aspetto procedurale introdotto dalla richiesta di definizione agevolata. La legge prevede che, una volta presentata la domanda e pagato il dovuto, la definizione si perfeziona. L’Agenzia delle Entrate ha un termine per notificare un eventuale diniego; in assenza di diniego e di un’istanza di trattazione, il processo si estingue.

Considerato che la procedura era ancora in corso e che l’Agenzia non si era ancora pronunciata, la Corte ha ritenuto opportuno sospendere il giudizio. Ha quindi rinviato la causa a nuovo ruolo, invitando l’Agenzia delle Entrate a prendere posizione sulla regolarità del procedimento di definizione agevolata entro sessanta giorni.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è prettamente procedurale e risponde a un principio di economia processuale. Poiché l’eventuale perfezionamento della definizione agevolata comporterebbe l’estinzione del giudizio, rendendo superflua qualsiasi pronuncia sul merito della controversia, è prioritario risolvere questa questione preliminare. La Corte applica la normativa specifica (art. 5, Legge 130/2022), che disciplina i tempi e le modalità della procedura. Il rinvio a nuovo ruolo è lo strumento tecnico utilizzato per mettere il processo in “pausa”, in attesa che l’amministrazione finanziaria completi le sue verifiche. Questa decisione evita di emettere una sentenza che potrebbe essere resa inutile dall’esito positivo della procedura di definizione, garantendo così un corretto e ordinato svolgimento del processo.

Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione pratica: la definizione agevolata è uno strumento potente che può interrompere un contenzioso fiscale in qualsiasi fase, compreso il giudizio di Cassazione. La decisione della Corte di dare priorità alla verifica di tale procedura dimostra come il legislatore e la giurisprudenza favoriscano le soluzioni conciliative per ridurre il carico dei tribunali. Per i contribuenti, ciò significa che, anche di fronte a un esito potenzialmente sfavorevole, esiste una possibilità concreta di chiudere la partita con il Fisco in modo definitivo e a condizioni vantaggiose. L’esito finale della vicenda non dipenderà più dall’interpretazione delle norme sui valori OMI, ma dalla corretta esecuzione di una procedura amministrativa.

Cosa succede a un processo in Cassazione se si presenta un’istanza di definizione agevolata?
La Corte di Cassazione sospende il giudizio (rinvia la causa a nuovo ruolo) per dare tempo all’Agenzia delle Entrate di verificare la regolarità della domanda e del pagamento, poiché l’esito positivo della definizione estingue il processo.

La definizione agevolata comporta automaticamente l’estinzione del processo?
La procedura si perfeziona con la presentazione della domanda e il pagamento degli importi. Se l’Agenzia delle Entrate non notifica un diniego entro i termini previsti dalla legge e la parte interessata non presenta un’istanza per proseguire il giudizio, il processo è dichiarato estinto.

Qual era l’oggetto della lite prima della richiesta di definizione agevolata?
La controversia riguardava la legittimità di un avviso di accertamento per maggiori ricavi (ai fini Ires, Irap e Iva) basato sulla discrepanza tra i prezzi di vendita di immobili dichiarati da una società e le quotazioni dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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