LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Definizione agevolata: stop al processo tributario

Una associazione sportiva, dopo aver impugnato un avviso di accertamento fiscale fino alla Corte di Cassazione, ha aderito a una definizione agevolata, saldando il proprio debito. Di conseguenza, la Suprema Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, poiché la lite non aveva più ragione di esistere.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione agevolata: la via per chiudere il contenzioso tributario

L’adesione a una definizione agevolata durante un processo tributario pendente può portare alla sua estinzione. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 25425 del 2024, ha ribadito questo principio, chiarendo le conseguenze sulla lite e sulle spese legali. Vediamo nel dettaglio come il pagamento del debito tramite sanatoria fiscale ha chiuso definitivamente un contenzioso tra un’associazione sportiva e l’Agenzia delle Entrate.

I fatti di causa: dall’accertamento al ricorso in Cassazione

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato a un’associazione sportiva dilettantistica e alla sua legale rappresentante. L’Agenzia delle Entrate contestava l’omessa contabilizzazione di ricavi per l’anno d’imposta 2008, con conseguenti richieste ai fini Ires, Irap e Iva.

L’associazione e la sua rappresentante avevano impugnato l’atto, ma il loro ricorso era stato respinto sia in primo grado sia dalla Commissione tributaria regionale. Giunti dinanzi alla Corte di Cassazione, i ricorrenti avevano sollevato ben otto motivi di impugnazione, che spaziavano da presunti vizi di notifica a violazioni di norme di diritto sostanziale e processuale.

La svolta processuale: l’adesione alla definizione agevolata

Mentre la causa era pendente in Cassazione, i ricorrenti hanno compiuto un passo decisivo: hanno aderito alla definizione agevolata prevista dall’art. 6 del D.L. n. 193/2016. Hanno presentato l’istanza e provveduto al pagamento integrale e rateizzato delle somme dovute, estinguendo così il debito oggetto del contenzioso. A seguito di ciò, hanno depositato una dichiarazione di rinuncia agli atti del giudizio, non avendo più interesse alla sua prosecuzione.

Le motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, preso atto del pagamento integrale del debito tramite la definizione agevolata, ha dichiarato l’estinzione del giudizio per “cessazione della materia del contendere”. Il ragionamento della Corte è lineare e si basa su un consolidato orientamento giurisprudenziale.

Il presupposto di un processo è l’esistenza di una controversia tra le parti. Nel momento in cui il contribuente paga integralmente il debito tributario attraverso gli strumenti di sanatoria offerti dalla legge, la pretesa del Fisco viene soddisfatta. Di conseguenza, viene a mancare l’oggetto stesso del contendere e, quindi, l’interesse delle parti a ottenere una pronuncia nel merito. Il giudice non può fare altro che prendere atto di questa situazione e dichiarare chiuso il processo.

La Corte ha inoltre precisato due aspetti importanti relativi alle conseguenze di tale estinzione:

1. Spese di giudizio: In linea con quanto previsto dalla normativa specifica in materia tributaria (art. 46, comma 3, D.Lgs. 546/1992), le spese dell’intero giudizio restano a carico della parte che le ha anticipate. Non vi è una condanna alle spese a carico di una delle parti.
2. Doppio contributo unificato: L’adesione alla definizione agevolata e la conseguente estinzione del processo fanno venir meno i presupposti per la condanna del ricorrente al pagamento del doppio contributo unificato, sanzione prevista in caso di rigetto o inammissibilità dell’impugnazione.

Le conclusioni

La pronuncia in esame conferma che la definizione agevolata non è solo uno strumento per ridurre il carico fiscale pendente, ma rappresenta anche una strategia efficace per porre fine a contenziosi lunghi e onerosi. Per il contribuente, i vantaggi sono evidenti: oltre a beneficiare di sanzioni ridotte, può ottenere la chiusura definitiva del processo, evitando l’incertezza di una decisione giudiziale e le relative conseguenze economiche. La decisione chiarisce che l’estinzione del giudizio per questa via comporta che ciascuna parte si accolli le proprie spese legali e, soprattutto, evita al ricorrente il rischio di dover pagare il doppio contributo unificato in caso di esito negativo del ricorso.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente paga il debito tramite una definizione agevolata?
Il processo viene dichiarato estinto per “cessazione della materia del contendere”. Poiché la pretesa fiscale è stata soddisfatta, la lite non ha più ragione di esistere e il giudizio si conclude senza una decisione sul merito della questione.

Chi paga le spese legali se il processo si estingue per definizione agevolata?
Le spese del giudizio restano a carico della parte che le ha anticipate. Non è prevista una condanna alle spese a carico di una delle parti, ma si applica il principio della compensazione legale.

In caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata, si deve pagare il doppio contributo unificato?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’adesione alla definizione agevolata fa venire meno i presupposti per la condanna del ricorrente al pagamento del doppio contributo unificato, previsto in caso di rigetto o inammissibilità dell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati