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Definizione agevolata: stop al processo tributario

Una società agricola, coinvolta in un contenzioso per avvisi di accertamento su imposte dirette e IVA, ha fatto ricorso in Cassazione. Durante il giudizio, l’azienda ha aderito alla definizione agevolata prevista dalla L. 197/2022. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione sul merito per acquisire dall’Agenzia delle Entrate informazioni sull’istanza di definizione agevolata, rinviando la causa a nuovo ruolo.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Come Sospendere il Processo Tributario in Cassazione

L’introduzione di strumenti come la definizione agevolata offre ai contribuenti una via d’uscita dai lunghi e complessi contenziosi tributari. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione mostra come l’adesione a questa procedura possa di fatto sospendere il giudizio, anche quando è giunto al suo ultimo grado. Analizziamo il caso di una società agricola che, durante il processo in Cassazione, ha utilizzato questa opportunità, portando la Corte a fermare il procedimento in attesa di verifiche.

La Vicenda: Un Accertamento per Fatture Inesistenti

Una società agricola e i suoi soci si sono trovati al centro di una controversia con l’Agenzia delle Entrate a seguito di avvisi di accertamento per imposte dirette e IVA relativi agli anni dal 2007 al 2012. L’amministrazione finanziaria contestava l’oggettiva esistenza di operazioni documentate da fatture emesse da due società fornitrici. I giudici di merito, sia in primo che in secondo grado, avevano dato ragione al Fisco, ritenendo le prove fornite dall’Agenzia sufficienti a dimostrare l’irregolarità, a fronte di una difesa del contribuente giudicata inadeguata. La Commissione Tributaria Regionale aveva inoltre confermato la corretta motivazione degli atti impositivi e l’irrilevanza degli atti di un separato procedimento penale.

L’Intervento della Definizione Agevolata nel Giudizio

Di fronte alla decisione sfavorevole, la società e i soci hanno proposto ricorso per Cassazione. Tuttavia, nelle more del giudizio, è intervenuta una novità legislativa significativa: la Legge 197/2022, che ha introdotto una nuova forma di definizione agevolata delle liti pendenti. I ricorrenti hanno prontamente colto l’occasione, presentando le istanze e la documentazione necessaria per chiudere la controversia con il fisco, chiedendo di conseguenza l’estinzione del giudizio in corso.

La Decisione Interlocutoria della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, presa in considerazione la richiesta dei ricorrenti, non ha emesso una sentenza definitiva sul merito della questione (ovvero sulla legittimità degli avvisi di accertamento). Al contrario, ha riconosciuto che, prima di poter decidere, era fondamentale verificare l’effettivo stato della procedura di definizione agevolata. La richiesta del contribuente di estinguere il giudizio impone al giudice di accertare che la procedura di ‘pace fiscale’ sia stata correttamente avviata e accettata dall’amministrazione finanziaria.

Le Motivazioni

La motivazione dietro l’ordinanza è di natura prettamente procedurale. La Corte ha ritenuto indispensabile acquisire informazioni ufficiali dall’Agenzia delle Entrate riguardo all’istanza di definizione agevolata presentata dalla società. Senza questa verifica, qualsiasi decisione sul ricorso sarebbe stata prematura. Pertanto, la Corte ha disposto che l’Agenzia delle Entrate fornisca, entro 60 giorni, tutti i dettagli sulla pratica. Questo passo è cruciale per determinare se il giudizio si possa considerare estinto o se debba proseguire.

Conclusioni

L’ordinanza dimostra l’impatto significativo che le procedure di sanatoria fiscale hanno sui processi in corso. Anche un giudizio arrivato all’ultimo grado, come quello in Cassazione, può essere ‘congelato’ in attesa di verificare l’esito di una domanda di definizione agevolata. Per i contribuenti, ciò rappresenta una concreta possibilità di chiudere definitivamente una lite, evitando i rischi e i costi di un’ulteriore fase processuale. La decisione finale è solo rimandata: la causa è stata rinviata a nuovo ruolo e sarà trattata nuovamente solo dopo aver chiarito la posizione del contribuente rispetto alla sanatoria.

Può una definizione agevolata interrompere un processo in corso in Cassazione?
Sì, come dimostra questo caso, la presentazione di un’istanza di definizione agevolata può portare la Corte di Cassazione a sospendere il giudizio per verificare l’esito della procedura prima di emettere una decisione finale.

Cosa accade quando un contribuente chiede l’estinzione del giudizio per definizione agevolata?
Il giudice non può dichiarare automaticamente l’estinzione, ma deve prima acquisire la prova che la procedura di definizione si sia perfezionata. Per questo motivo, la Corte ha ordinato all’Agenzia delle Entrate di fornire le necessarie informazioni.

Qual è l’effetto di un’ordinanza che rinvia la causa a nuovo ruolo?
Significa che il processo è temporaneamente sospeso. Non viene fissata una nuova udienza immediata. La causa sarà iscritta nuovamente a ruolo e discussa solo dopo che le informazioni richieste (in questo caso, sull’istanza di definizione agevolata) saranno state ricevute e valutate dalla Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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