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Definizione agevolata: stop al processo tributario

Un contenzioso tributario giunto in Cassazione, relativo a un accertamento fiscale per presunti utili non dichiarati distribuiti a un socio, si è concluso con l’estinzione del giudizio. La Corte ha preso atto della domanda di definizione agevolata presentata dalla contribuente, risultata regolare e non ostacolata dall’Amministrazione finanziaria, dichiarando la cessazione della materia del contendere.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: La Via d’Uscita dal Contenzioso Tributario

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come gli strumenti di pacificazione fiscale possano interrompere un lungo e complesso iter giudiziario. Grazie all’istituto della definizione agevolata, un contenzioso tributario arrivato fino alla Corte di Cassazione si è concluso con l’estinzione, evitando una pronuncia sul merito della questione. Questo caso evidenzia l’efficacia di tali procedure come alternativa alla prosecuzione della lite.

I Fatti del Contenzioso

Tutto ha origine da un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di una contribuente, socia di una società a responsabilità limitata. A seguito di verifiche fiscali sulla società, l’Amministrazione finanziaria aveva accertato un maggior reddito d’impresa e, di conseguenza, aveva presunto che tali utili non dichiarati fossero stati distribuiti ai soci. Alla contribuente veniva quindi contestato un maggior reddito di capitale, pari alla sua quota di partecipazione (49,72%) sull’ammontare degli utili presunti.

Il percorso giudiziario iniziava presso la Commissione tributaria provinciale, che accoglieva parzialmente le ragioni della contribuente, anche alla luce di una riduzione in autotutela operata dall’Ufficio. L’Agenzia delle Entrate proponeva appello, ma la Commissione tributaria regionale confermava la decisione di primo grado, rigettando le pretese del Fisco. Di qui, il ricorso in Cassazione da parte dell’Amministrazione.

La Svolta: L’Accesso alla Definizione Agevolata

Il punto di svolta del procedimento in Cassazione è rappresentato dalla scelta della contribuente di avvalersi della definizione agevolata delle controversie pendenti, introdotta dal D.L. n. 119/2018. La contribuente ha presentato apposita domanda all’Agenzia delle Entrate per chiudere la pendenza fiscale in modo tombale.

L’Amministrazione finanziaria, dopo aver verificato la regolarità dell’istanza, ha comunicato alla Corte che nulla ostava al suo accoglimento. Cruciale è stato il fatto che nessuna delle parti ha presentato, entro il termine previsto dalla legge, un’istanza per la trattazione del merito della causa, manifestando così la volontà di considerare conclusa la lite.

le motivazioni: L’Estinzione del Giudizio

La Corte di Cassazione, preso atto di questi sviluppi, non è entrata nel merito dei motivi del ricorso, ma si è limitata a una pronuncia di natura processuale. Il Collegio ha dichiarato l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere. Questa decisione si fonda sul presupposto che, una volta perfezionata la procedura di definizione agevolata, l’interesse delle parti a una pronuncia giudiziale viene meno. La lite, in sostanza, non ha più ragione di esistere.

Per quanto riguarda le spese legali, la Corte ha stabilito che esse restano a carico delle parti che le hanno anticipate, come di consueto in questi casi. Inoltre, richiamando un proprio precedente (Cass. n. 3542/2017), ha chiarito che il meccanismo sanzionatorio del raddoppio del contributo unificato non si applica nelle ipotesi di estinzione per cessazione della materia del contendere.

le conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La pronuncia conferma il ruolo fondamentale degli istituti deflattivi del contenzioso, come la definizione agevolata. Per il contribuente, rappresenta un’opportunità per chiudere in modo definitivo e con un esborso ridotto una pendenza fiscale, evitando i costi e le incertezze di un giudizio pluriennale. Per l’Amministrazione, consente di incassare somme in tempi rapidi e di ridurre il carico di lavoro degli uffici e dei tribunali. La decisione della Cassazione ribadisce che, una volta attivata con successo tale procedura, il processo si arresta automaticamente, poiché il suo oggetto – la pretesa fiscale – è stato rimosso per via amministrativa.

Cosa succede a un processo tributario in Cassazione se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Il processo si estingue per cessazione della materia del contendere. La Corte prende atto del perfezionamento della procedura e dichiara chiuso il giudizio, senza decidere sul merito del ricorso.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
Come stabilito nell’ordinanza, le spese legali restano a carico di ciascuna parte che le ha sostenute. Non è prevista una condanna alle spese per la parte soccombente, poiché non vi è una decisione di merito.

È necessario il consenso esplicito dell’Agenzia delle Entrate per l’estinzione del processo?
Dal testo si evince che l’Agenzia delle Entrate ha dichiarato che l’istanza era regolare e che nulla ostava all’accoglimento. Inoltre, nessuna delle parti ha chiesto di proseguire il giudizio entro i termini. Questo comportamento equivale a un assenso, rendendo possibile per la Corte dichiarare l’estinzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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