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Definizione agevolata: stop al contenzioso fiscale

L’Agenzia delle Entrate aveva sanzionato un’azienda per la mancata indicazione separata, nella dichiarazione dei redditi del 2007, di costi derivanti da operazioni con un fornitore in un paese “black list”. La società contribuente, durante il giudizio in Cassazione, ha aderito alla definizione agevolata per le violazioni formali prevista dal D.L. 119/2018, versando l’importo richiesto. La Corte di Cassazione, preso atto dell’avvenuto pagamento e della natura formale della violazione, ha dichiarato il giudizio estinto per cessata materia del contendere.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione agevolata: La Cassazione chiude il contenzioso sulle violazioni formali

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato l’efficacia della definizione agevolata come strumento per estinguere i contenziosi tributari derivanti da irregolarità puramente formali. Il caso analizzato riguarda una sanzione irrogata a una società per la mancata indicazione separata, nella dichiarazione dei redditi, di costi sostenuti con un operatore residente in un paese a fiscalità privilegiata (cosiddetta “black list”). Grazie all’adesione alla sanatoria prevista dalla legge, l’azienda è riuscita a chiudere definitivamente la lite.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una controversia tra l’Agenzia delle Entrate e una società per azioni. L’amministrazione finanziaria aveva contestato alla società una violazione formale relativa all’anno d’imposta 2007: non aver indicato in un apposito campo della dichiarazione dei redditi il costo per l’acquisto di un natante da un’impresa situata in un paese “black list”. Per questa omissione, era stata irrogata la sanzione prevista dall’art. 8, comma 3-bis, del D.Lgs. 471/97.

La controversia era giunta fino in Corte di Cassazione, con l’Agenzia delle Entrate come parte ricorrente. Durante il procedimento, la società contribuente ha presentato un’istanza di adesione alla definizione agevolata delle irregolarità formali, introdotta dall’articolo 9 del D.L. 119/2018.

La Soluzione: l’Applicazione della Definizione Agevolata

La normativa sulla definizione agevolata permette di sanare le irregolarità, le infrazioni e le inosservanze di obblighi di natura formale che non incidono sulla determinazione della base imponibile (redditi, IVA, IRAP) e sul pagamento dei tributi. La procedura prevedeva il pagamento di un importo forfettario di 200 euro per ciascun periodo d’imposta interessato.

La società ha colto questa opportunità, versando l’importo dovuto e depositando in giudizio l’attestazione di pagamento. L’obiettivo era ottenere la declaratoria di estinzione del giudizio per cessata materia del contendere.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta della società, dichiarando estinto il giudizio. I giudici hanno basato la loro decisione su alcuni punti chiave:

1. Natura della violazione: La Corte ha riconosciuto che l’omessa o irregolare indicazione dei costi “black list” rientra a pieno titolo tra le violazioni formali sanabili. Questa interpretazione era già stata avallata dalla stessa Amministrazione finanziaria in una sua circolare (n. 11/AE del 2019).

2. Ambito di applicazione della norma: La legge specificava che la sanatoria era applicabile anche a violazioni già contestate con atti di irrogazione sanzioni, purché non ancora definitivi alla data di entrata in vigore della legge di conversione (19 dicembre 2018). Il caso in esame rientrava perfettamente in questa casistica.

3. Effetto estintivo: La prova del versamento, unita all’assenza di contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate, è stata considerata sufficiente per determinare l’estinzione del giudizio per cessata materia del contendere. Di conseguenza, la lite si è conclusa senza una pronuncia sul merito della questione.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma l’importanza degli strumenti di definizione agevolata offerti dal legislatore per ridurre il contenzioso tributario. Per i contribuenti, rappresenta una via d’uscita efficace ed economica per risolvere dispute relative a errori formali che non hanno causato un danno effettivo all’erario. La decisione sottolinea come, una volta perfezionata la procedura di sanatoria nei termini e modi previsti, il processo tributario pendente non abbia più ragione di proseguire, con un evidente beneficio in termini di tempo e costi per entrambe le parti.

È possibile utilizzare la definizione agevolata per sanare l’omessa indicazione di costi “black list”?
Sì, l’ordinanza conferma che l’omessa o irregolare indicazione dei costi derivanti da operazioni con soggetti residenti in paesi “black list” costituisce una violazione formale che può essere regolarizzata tramite la procedura di definizione agevolata prevista dall’art. 9 del D.L. 119/2018.

Cosa accade a un contenzioso tributario se il contribuente aderisce a una definizione agevolata?
Se il contribuente fornisce la prova del versamento nei termini e alle condizioni previste dalla legge, e in assenza di contestazioni da parte dell’Amministrazione finanziaria, il giudice dichiara l’estinzione del giudizio per cessata materia del contendere.

La definizione agevolata per violazioni formali si applica anche a contestazioni già notificate?
Sì, la normativa stabilisce che possono essere definite non solo le violazioni contestate in processi verbali di constatazione, but anche quelle oggetto di atti di contestazione e di irrogazione di sanzioni già notificati, a condizione che non siano diventati definitivi alla data di entrata in vigore della legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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