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Definizione agevolata: sospeso il giudizio in Cassazione

Una società turistica, impugnando un avviso di accertamento per la sua qualifica di ‘società di comodo’, ha aderito alla definizione agevolata dei carichi pendenti. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha sospeso il giudizio in attesa che le Sezioni Unite si pronuncino sugli effetti della definizione agevolata sui processi tributari in corso, se cioè comporti la sospensione fino al saldo o l’estinzione immediata.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata e Processo Tributario: La Cassazione Sospende il Giudizio

L’adesione alla definizione agevolata, nota anche come “rottamazione”, solleva una questione cruciale: quale sorte attende i giudizi tributari in corso? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza interlocutoria, ha scelto la via della prudenza, sospendendo un procedimento in attesa di un chiarimento definitivo da parte delle Sezioni Unite. Analizziamo questa importante decisione per capire le sue implicazioni pratiche per contribuenti e professionisti.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato a una società a responsabilità limitata operante nel settore turistico. L’Agenzia delle Entrate aveva classificato la società come “di comodo” per l’anno d’imposta 2011, poiché non aveva raggiunto la soglia minima di reddito prevista dalla normativa antielusiva (art. 30 della Legge n. 724/1994). Di conseguenza, l’Ufficio aveva proceduto al recupero di maggiori imposte (Ires e Irap) e negato l’utilizzo di un credito IVA.

La società si era difesa sostenendo che il mancato superamento del test di operatività era dovuto a fattori oggettivi e non a intenti elusivi. In particolare, aveva addotto due ragioni principali: la grave crisi economica che aveva colpito il settore turistico e la scelta di trasformare la gestione dell’attività da annuale a stagionale. Anni prima, la società aveva presentato un’istanza di interpello disapplicativo, ma, non avendo ricevuto risposta entro 90 giorni, aveva ritenuto che fosse stata accolta per silenzio-assenso.

Tuttavia, sia la Commissione Tributaria Provinciale che la Commissione Tributaria Regionale avevano respinto le ragioni della contribuente, confermando la legittimità dell’atto impositivo.

La Svolta Processuale: L’adesione alla Definizione Agevolata

Mentre il caso era pendente dinanzi alla Corte di Cassazione, la società ha aderito alla definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione, come previsto dalla Legge n. 197 del 2022 (la cosiddetta “rottamazione quater”). La contribuente ha presentato la dichiarazione di adesione e ha iniziato a pagare le rate previste, invocando la sospensione del giudizio.

Questa mossa ha cambiato radicalmente lo scenario processuale. La questione non era più solo stabilire se la società fosse o meno “di comodo”, ma determinare quale fosse l’effetto giuridico dell’adesione alla sanatoria sul processo in corso.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’impatto della Definizione Agevolata

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, non è entrata nel merito dei sei motivi di ricorso presentati dalla società (che spaziavano dall’omessa pronuncia alla violazione del contraddittorio). Ha invece preso atto di un problema pregiudiziale e dirimente.

È stata evidenziata l’esistenza di una questione di massima importanza, già rimessa al vaglio delle Sezioni Unite della Cassazione con un’altra ordinanza (la n. 5830/2025). La domanda fondamentale è la seguente: l’adesione alla definizione agevolata, con il pagamento anche solo parziale del debito, impone la sospensione del giudizio fino al completo soddisfacimento del piano di rateazione, oppure consente una definizione immediata del processo (ad esempio, per estinzione o inammissibilità del ricorso)?

Poiché la risposta a questa domanda è suscettibile di “riverberarsi sul corso della presente controversia e di condizionarne l’esito”, la Corte ha deciso di sospendere il procedimento. La causa è stata rinviata a nuovo ruolo, in attesa che le Sezioni Unite, in qualità di massimo organo nomofilattico, stabiliscano un principio di diritto uniforme e vincolante per tutti.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su un principio di economia processuale e di certezza del diritto. Decidere il caso specifico prima che le Sezioni Unite abbiano risolto la questione pregiudiziale creerebbe il rischio di emettere una pronuncia potenzialmente in contrasto con il futuro orientamento della massima istanza giurisdizionale. Sospendere il giudizio è, quindi, la scelta più logica per garantire una coerenza interpretativa e un’applicazione uniforme della legge su una materia che riguarda un numero elevatissimo di contenziosi pendenti. La decisione di attendere il verdetto delle Sezioni Unite assicura che l’esito di questo e di altri casi simili sia allineato con il principio di diritto che verrà stabilito, evitando così difformità di giudicato.

Conclusioni

Questa ordinanza interlocutoria getta luce sull’incertezza procedurale generata dalle recenti normative sulla sanatoria fiscale. Per i contribuenti che hanno aderito alla definizione agevolata con processi in corso, la decisione significa un’attesa prolungata. Il destino dei loro ricorsi è ora legato alla pronuncia delle Sezioni Unite, che avrà il compito di tracciare una linea chiara: la sanatoria congela temporaneamente il processo o lo chiude definitivamente? La risposta a questa domanda avrà un impatto significativo sulla gestione del contenzioso tributario e sulle strategie difensive dei contribuenti.

Cosa succede a un processo tributario pendente se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Secondo questa ordinanza, il giudizio viene sospeso. L’esito finale del processo (se sarà sospeso fino al completo pagamento del debito rateizzato o se verrà dichiarato estinto o inammissibile subito) dipenderà da una futura decisione delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, che dovranno chiarire questo punto.

Perché la Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio invece di decidere nel merito i motivi del ricorso?
La Corte ha sospeso il giudizio perché la questione degli effetti della definizione agevolata sul processo è considerata pregiudiziale e di massima importanza. Poiché le Sezioni Unite sono già state chiamate a pronunciarsi su questo tema, la Corte ha preferito attendere la loro decisione per garantire un’applicazione uniforme e coerente della legge, evitando possibili contrasti giurisprudenziali.

Qual era la questione fiscale al centro della controversia originaria?
La controversia riguardava un avviso di accertamento con cui l’Agenzia delle Entrate aveva qualificato la società contribuente come “società di comodo” (o non operativa), in quanto non aveva superato i test di ricavi minimi previsti dalla legge. La società si opponeva sostenendo che il mancato raggiungimento di tali soglie era giustificato da situazioni oggettive, come la crisi del settore turistico e un cambio nel modello di business.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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