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Definizione agevolata: sospensione del processo

L’Agenzia Fiscale ricorre in Cassazione contro un contribuente, ritenuto amministratore di fatto di una società. Il processo viene sospeso con ordinanza interlocutoria a seguito della richiesta del contribuente di accedere alla definizione agevolata delle liti pendenti. La Corte ha richiesto chiarimenti alle parti sulla regolarità e sugli effetti di tale domanda e di una precedente istanza presentata dal coobbligato.

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Pubblicato il 18 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione agevolata: la Cassazione sospende il giudizio

L’istituto della definizione agevolata rappresenta uno strumento cruciale per la risoluzione delle liti tributarie pendenti. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione, la n. 14455/2024, mette in luce come l’attivazione di questa procedura possa incidere profondamente sull’iter processuale, portando addirittura alla sospensione del giudizio in attesa di chiarimenti. Questo provvedimento offre spunti fondamentali sugli effetti della sanatoria fiscale e sulle dinamiche della responsabilità solidale tra coobbligati.

I Fatti del Caso: dal Contenzioso Fiscale alla Cassazione

Il caso trae origine da un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia Fiscale nei confronti di una società e dei suoi presunti amministratori di fatto. L’accusa era grave: aver registrato fatture per operazioni inesistenti. L’atto impositivo, relativo all’anno 2008, contestava l’IVA evasa, oltre a sanzioni e accessori.

Il contenzioso ha seguito il suo corso nei vari gradi di giudizio:

1. Primo Grado (CTP): Il ricorso del contribuente, uno degli amministratori di fatto, veniva accolto solo parzialmente.
2. Secondo Grado (CTR): La Commissione Tributaria Regionale, riformando la decisione precedente, accoglieva l’appello incidentale del contribuente e respingeva quello principale dell’Ufficio, con una motivazione articolata che metteva in discussione la qualità di socio occulto e la responsabilità diretta per le imposte e le sanzioni.

Insoddisfatta della decisione, l’Agenzia Fiscale proponeva ricorso per cassazione.

La Svolta con la Domanda di Definizione Agevolata

Durante il giudizio in Cassazione, il difensore del contribuente ha presentato un’istanza per la sospensione del processo. La motivazione era dirimente: il proprio assistito aveva presentato domanda di definizione agevolata delle controversie tributarie pendenti, ai sensi della Legge n. 197/2022. A sostegno della sua richiesta, allegava la domanda da cui risultava un “importo netto dovuto” pari a zero.

Inoltre, si evidenziava che anche l’altro coobbligato, in precedenza, aveva presentato due domande di definizione agevolata ai sensi di una normativa precedente (D.L. n. 119/2018). Secondo la difesa, poiché la responsabilità era solidale e indivisibile, il pagamento effettuato da uno dei condebitori avrebbe liberato anche gli altri, ai sensi dell’art. 1292 del codice civile, determinando la cessazione della materia del contendere.

La Decisione della Corte: un’Ordinanza Interlocutoria

A fronte di queste nuove circostanze, la Corte di Cassazione non ha emesso una sentenza definitiva, ma un’ordinanza interlocutoria. Con questo provvedimento, il Collegio ha ritenuto necessario acquisire ulteriori informazioni prima di poter decidere.

In particolare, la Corte ha disposto che le parti, e soprattutto l’Agenzia Fiscale, fornissero chiarimenti e documentazione su due punti specifici:

1. La regolarità della domanda di definizione agevolata presentata dal contribuente.
2. L’esito delle domande di definizione presentate in precedenza dal coobbligato e la loro incidenza sul presente giudizio.

Di conseguenza, la causa è stata rinviata a nuovo ruolo, concedendo alle parti un termine di novanta giorni per fornire le informazioni richieste.

Le Motivazioni

La decisione della Corte si fonda su un principio di cautela e completezza istruttoria. Prima di poter dichiarare l’eventuale cessazione della materia del contendere, è indispensabile verificare che le procedure di sanatoria siano state perfezionate correttamente e quali siano i loro esatti effetti giuridici. La Corte non può decidere “allo stato degli atti” quando emergono elementi così rilevanti che potrebbero estinguere l’intero giudizio. La richiesta di chiarimenti è quindi un passo procedurale obbligato per garantire una decisione giusta e basata su presupposti fattuali certi, specialmente considerando le complesse implicazioni della responsabilità solidale nel diritto tributario.

Conclusioni

Questa ordinanza evidenzia l’impatto significativo che gli strumenti di definizione agevolata possono avere sui processi tributari in corso, anche quando questi hanno raggiunto l’ultimo grado di giudizio. Dimostra come la presentazione di un’istanza di sanatoria possa congelare il contenzioso, subordinando ogni decisione di merito alla verifica del corretto perfezionamento della procedura. Per i contribuenti, ciò sottolinea l’importanza di valutare attentamente queste opportunità legislative come valida alternativa per chiudere le liti con il fisco. Per il sistema giudiziario, conferma un approccio prudente, volto a verificare scrupolosamente tutti i presupposti prima di dichiarare estinto un giudizio a seguito di un’adesione a una sanatoria fiscale.

Cosa succede a un processo tributario se una delle parti presenta una domanda di definizione agevolata?
Il processo può essere sospeso. Come nel caso di specie, la Corte di Cassazione, prima di decidere nel merito o dichiarare la cessazione della materia del contendere, ha ritenuto necessario acquisire chiarimenti sulla regolarità e sugli effetti della domanda, rinviando la causa a nuovo ruolo.

Se un coobbligato in solido definisce la propria posizione con il fisco, quali sono gli effetti per gli altri?
Secondo la tesi difensiva del contribuente, basata sull’art. 1292 del codice civile, il pagamento effettuato da un condebitore in via di transazione (come la definizione agevolata) libera anche gli altri coobbligati in solido. La Corte, tuttavia, prima di confermare tale effetto, ha chiesto di verificare l’esito delle domande del coobbligato e la loro specifica incidenza sul giudizio.

Cosa significa “ordinanza interlocutoria” in questo contesto?
Significa che la Corte non ha ancora deciso la controversia, ma ha emesso un provvedimento per regolare lo svolgimento del processo. In questo caso, l’ordinanza serve a richiedere alle parti di fornire documenti e chiarimenti essenziali per poter poi assumere una decisione finale sulla base di un quadro informativo completo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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