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Definizione agevolata: si applica all’autotutela?

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha rinviato a pubblica udienza il caso di una contribuente che si è vista negare la definizione agevolata per una lite su un diniego di autotutela. L’Agenzia delle Entrate ritiene che tali controversie non siano ‘sanabili’, ma la Corte ha sollevato dubbi sulla portata della nuova normativa (L. 197/2022), data la sua apparente maggiore ampiezza rispetto al passato. La decisione finale chiarirà l’ambito di applicazione della ‘tregua fiscale’.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata e Autotutela: La Cassazione si Interroga

La definizione agevolata delle liti fiscali, nota come ‘tregua fiscale’, può essere applicata anche a una controversia nata dal diniego di un’istanza in autotutela? A questa domanda cruciale, la Corte di Cassazione ha deciso di non dare una risposta immediata, ritenendola una questione di tale novità e rilevanza da meritare un approfondimento in pubblica udienza. Un’ordinanza interlocutoria ha quindi sospeso il giudizio, segnalando l’importanza che la futura decisione avrà per moltissimi contribuenti.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dalla richiesta di una contribuente di ottenere le agevolazioni fiscali per l’acquisto della ‘prima casa’. Tale richiesta era stata presentata in autotutela all’Agenzia delle Entrate a seguito di una sentenza del Tribunale. L’Amministrazione finanziaria aveva però negato il beneficio, dando il via a una controversia giudiziaria.

Mentre il caso era pendente davanti alla Corte di Cassazione, la contribuente ha presentato istanza per chiudere la lite tramite la definizione agevolata introdotta dalla Legge n. 197/2022. L’Agenzia delle Entrate ha respinto anche questa richiesta, sostenendo che l’oggetto del contendere non fosse una pretesa fiscale diretta (come un avviso di accertamento), ma un diniego di autotutela, un atto discrezionale dell’ufficio non suscettibile di ‘sanatoria’.

La Questione Giuridica: Ambito di Applicazione della Definizione Agevolata

Il cuore del problema risiede nell’interpretazione dell’ambito applicativo della ‘tregua fiscale’. Secondo la tesi dell’Agenzia, solo le liti relative ad atti impositivi o di riscossione possono essere definite in via agevolata. La controversia su un diniego di autotutela, invece, atterrebbe a un potere discrezionale della Pubblica Amministrazione e sarebbe quindi esclusa.

Tuttavia, la Corte di Cassazione ha osservato che la Legge n. 197/2022 presenta una differenza sostanziale rispetto a normative precedenti, come la cosiddetta ‘pace fiscale’ del 2018. La nuova norma, infatti, non menziona più esplicitamente la necessità che la lite riguardi un ‘atto impositivo’. Questo ‘silenzio’ legislativo potrebbe implicare una volontà del legislatore di estendere la definizione agevolata a tutte le controversie tributarie pendenti, a prescindere dall’atto che le ha originate.

La Decisione Interlocutoria della Corte

Proprio a causa di questa incertezza interpretativa e della rilevanza ‘nomofilattica’ della questione (ossia la sua capacità di influenzare l’interpretazione uniforme della legge), la Suprema Corte ha deciso di non risolvere il caso in camera di consiglio. Con un’ordinanza interlocutoria, ha rinviato la causa a una pubblica udienza, dove la questione potrà essere discussa in modo più approfondito da tutte le parti coinvolte, garantendo così una decisione più ponderata e autorevole.

Le Motivazioni

La motivazione principale dietro il rinvio è la necessità di stabilire con chiarezza il perimetro del concetto di ‘controversia pendente’ ai fini della definizione agevolata. La Corte si chiede se questo concetto debba presupporre sempre un atto impositivo o di riscossione, oppure se possa includere anche atti diversi, come appunto il diniego di autotutela, che pur rientrano nella giurisdizione tributaria. L’analisi comparata con la precedente normativa del 2018, che conteneva un riferimento più specifico, è centrale nel ragionamento dei giudici. La rimozione di quel riferimento nella legge del 2022 non può essere considerata casuale e impone una riflessione attenta per evitare interpretazioni errate.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione, pur non decidendo il caso, ha un’importanza strategica. Segnala che la questione sull’applicabilità della definizione agevolata ai dinieghi di autotutela è tutt’altro che scontata. La futura sentenza che verrà emessa a seguito della pubblica udienza costituirà un precedente fondamentale. Stabilirà se migliaia di controversie, formalmente non legate a un atto di accertamento ma comunque di natura tributaria, potranno beneficiare della ‘tregua fiscale’, ampliando o restringendo significativamente i confini di questo importante strumento deflattivo del contenzioso.

È possibile utilizzare la definizione agevolata per una controversia che riguarda il diniego di autotutela?
La Corte di Cassazione non ha ancora fornito una risposta definitiva. Ha ritenuto la questione così nuova e importante da necessitare una trattazione in pubblica udienza, sospendendo per ora la decisione.

Perché l’Agenzia delle Entrate ha negato la definizione agevolata in questo caso?
L’Agenzia ha sostenuto che la controversia non ha ad oggetto una pretesa fiscale, ma un diniego di autotutela, che è un atto discrezionale impugnabile solo per vizi propri e, pertanto, non rientrerebbe nell’ambito della definizione agevolata.

Qual è la novità della legge n. 197/2022 (‘tregua fiscale’) rispetto alle precedenti?
Secondo quanto evidenziato dall’ordinanza, la nuova legge, a differenza di norme precedenti come quella sulla ‘pace fiscale’ (d.l. n. 119/2018), non fa più esplicito riferimento a un ‘atto impositivo’ come presupposto per la definizione, suggerendo un ambito di applicazione potenzialmente più ampio a tutte le controversie tributarie pendenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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