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Definizione agevolata: sì alla definizione parziale

La Corte di Cassazione ha stabilito che un contribuente può avvalersi della definizione agevolata anche solo per una parte delle sanzioni irrogate con un unico atto, senza essere obbligato a definire la totalità delle contestazioni. Il caso riguardava una società che aveva definito le sole sanzioni in materia di IVA, escludendo quelle per omesso versamento di ritenute, non ammesse al beneficio. La Corte ha rigettato il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, confermando la legittimità della definizione agevolata parziale e sottolineando l’inammissibilità del ricorso per mancata contestazione di tutte le ragioni della decisione di merito.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Sì alla Scelta Parziale delle Sanzioni da Pagare

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per i contribuenti: la possibilità di utilizzare la definizione agevolata solo per una parte delle sanzioni contestate in un unico atto. La pronuncia chiarisce che il contribuente ha la facoltà di ‘scindere’ le contestazioni, definendo quelle che ritiene opportune e contestando le altre in sede giudiziaria, offrendo così maggiore flessibilità nella gestione del contenzioso tributario.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dal ricorso di una società di telecomunicazioni contro una cartella esattoriale. L’Amministrazione Finanziaria le aveva precedentemente contestato, con un unico atto, sanzioni amministrative per violazioni in materia di IVA e per l’omesso versamento di ritenute.

La società aveva scelto di avvalersi della definizione agevolata, versando un importo ridotto (pari a un terzo) ma limitatamente alle sole sanzioni relative all’IVA. Successivamente, l’Agenzia Fiscale emetteva una cartella di pagamento per riscuotere i restanti due terzi delle sanzioni IVA, sostenendo che la definizione agevolata dovesse necessariamente riguardare tutte le sanzioni irrogate nell’atto di contestazione e non potesse essere parziale.

La società impugnava la cartella, e sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale le davano ragione, annullando la pretesa del Fisco.

La Decisione della Cassazione e la Definizione Agevolata

L’Amministrazione Finanziaria ha portato la questione dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando una violazione degli articoli 16 e 17 del D.Lgs. 472/1997. Secondo il Fisco, la normativa imporrebbe al contribuente di ‘chiudere il profilo sanzionatorio della lite’ pagando l’intero importo ridotto indicato nell’atto, senza possibilità di frazionamento.

La Corte Suprema ha rigettato il ricorso, ritenendolo in parte infondato e in parte inammissibile, basando la sua decisione su due distinte ed autonome rationes decidendi.

Il Principio della Scindibilità delle Sanzioni

In primo luogo, la Corte ha ribadito un orientamento già consolidato (richiamando la sentenza Cass. n. 26061/2015). In materia di violazioni tributarie, il contribuente ha la facoltà di accedere alla definizione agevolata anche in modo parziale. Può, cioè, decidere di definire solo alcune delle sanzioni irrogate con un unico provvedimento, mantenendo il diritto di impugnare in sede giudiziaria quelle che ritiene illegittime. Non esiste, infatti, una norma che imponga l’integralità dell’adesione, a differenza di altre procedure conciliative.

La Mancata Impugnazione di una Ratio Decidendi Autonoma

In secondo luogo, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per un vizio procedurale. I giudici di merito avevano evidenziato un’ulteriore e autonoma ragione a sostegno della loro decisione: le sanzioni per omesso versamento di tributi (come le ritenute) sono per legge escluse dalla definizione agevolata ai sensi dell’art. 17, comma 3, del D.Lgs. 472/1997. Di conseguenza, la società aveva di fatto definito tutte le sanzioni per le quali era possibile avvalersi della procedura.

L’Amministrazione Finanziaria, nel suo ricorso, si è limitata a contestare il principio generale della possibilità di una definizione parziale, senza attaccare specificamente questa seconda argomentazione, che da sola era sufficiente a sorreggere la sentenza impugnata. La Cassazione ha quindi applicato il principio consolidato secondo cui, in presenza di più ragioni autonome a fondamento di una decisione, il ricorrente ha l’onere di contestarle tutte, pena l’inammissibilità del gravame.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte si fondano sulla tutela del diritto di difesa del contribuente e su una corretta interpretazione della normativa. Permettere una definizione parziale consente al contribuente di risolvere in modo rapido ed economico le contestazioni che non intende affrontare in un lungo contenzioso, concentrando le proprie energie difensive solo su quelle che ritiene palesemente infondate. Imporre un’adesione ‘in blocco’ lo costringerebbe a una scelta drastica: o pagare anche per sanzioni che considera ingiuste, o rinunciare al beneficio della definizione agevolata per tutte le contestazioni.

Inoltre, il rigore procedurale con cui è stata dichiarata l’inammissibilità di parte del ricorso serve a ribadire l’importanza di un’adeguata tecnica di redazione degli atti di impugnazione, che devono confrontarsi puntualmente con tutte le argomentazioni della sentenza che si intende censurare.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di notevole importanza pratica. I contribuenti che ricevono un atto di contestazione con più sanzioni hanno la chiara facoltà di valutare singolarmente ogni addebito e decidere per quali avvalersi della definizione agevolata. Questa flessibilità rappresenta uno strumento strategico fondamentale per una gestione efficiente e consapevole del rapporto con il Fisco, permettendo di distinguere tra sanzioni ammesse al beneficio e sanzioni da contestare, o addirittura escluse per legge dalla procedura, come nel caso di specie.

È possibile utilizzare la definizione agevolata solo per una parte delle sanzioni contenute in un unico atto di contestazione?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il contribuente ha la facoltà di addivenire alla definizione agevolata del rapporto sanzionatorio anche parzialmente, con riferimento solo ad alcune delle sanzioni irrogate con lo stesso provvedimento.

Quali sanzioni sono escluse dalla procedura di definizione agevolata citata nella sentenza?
La sentenza specifica, richiamando l’art. 17, comma 3, del D.Lgs. n. 472 del 1997, che la definizione agevolata non si applica in nessun caso alle sanzioni per omesso o ritardato versamento dei tributi.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione non contesta tutte le ragioni autonome su cui si basa la sentenza impugnata?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Se la sentenza di merito si fonda su più ragioni decisorie, ciascuna di per sé sufficiente a sorreggerla, è indispensabile che il ricorrente le contesti tutte specificamente, altrimenti la sentenza passa in giudicato sulla base della ragione non contestata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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