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Definizione agevolata: rinvio senza rinuncia al ricorso

Un’associazione in fallimento aderisce alla definizione agevolata per un debito tributario oggetto di un ricorso in Cassazione. Nonostante i pagamenti regolari, l’omessa presentazione della formale rinuncia al ricorso impedisce alla Corte di dichiarare l’estinzione del giudizio. La causa viene quindi rinviata a nuovo ruolo in attesa del completamento della procedura e della prova dei pagamenti, come previsto dalla normativa sulla definizione agevolata.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: L’Importanza della Rinuncia al Ricorso per Estinguere il Giudizio

L’adesione a una definizione agevolata rappresenta un’importante opportunità per i contribuenti per sanare i propri debiti con il Fisco. Tuttavia, quando sono in corso dei contenziosi, è fondamentale seguire scrupolosamente tutti i passaggi procedurali previsti dalla legge per giungere alla chiusura definitiva della lite. Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come un’omissione, anche se apparentemente formale, possa incidere sull’esito del processo. Il caso in esame riguarda un’associazione che, pur avendo aderito alla procedura e iniziato i pagamenti, non ha formalizzato la rinuncia al ricorso, portando la Corte a non dichiarare l’estinzione del giudizio ma a disporne il rinvio.

I Fatti del Caso: Dall’Accertamento Fiscale alla Procedura di Composizione

Una associazione si è vista notificare un avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate, con il quale venivano rettificati i redditi dichiarati per un’annualità d’imposta, con conseguente richiesta di maggiori imposte (IRES e IRAP), sanzioni e interessi. L’associazione ha impugnato l’atto, ma la Commissione Tributaria Regionale ha confermato la legittimità dell’accertamento. Di conseguenza, la contribuente ha proposto ricorso per cassazione.

La Sospensione e l’Adesione alla Definizione Agevolata

Durante il giudizio dinanzi alla Suprema Corte, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo: il fallimento dell’associazione ha presentato istanza di sospensione del processo, comunicando di aver aderito alla definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione, come previsto dalla Legge n. 197/2022. La curatela fallimentare ha documentato di aver presentato le dichiarazioni di adesione per i debiti oggetto del contenzioso e di aver iniziato a versare le rate previste dal piano di pagamento, dimostrando la volontà di chiudere la pendenza con il Fisco.

La Decisione della Corte sulla Definizione Agevolata

Nonostante l’adesione alla sanatoria e l’avvio dei pagamenti, la Corte di Cassazione non ha potuto dichiarare l’estinzione del giudizio. La normativa in materia (art. 1, comma 235, L. 197/2022) è chiara: il debitore che aderisce alla definizione agevolata deve assumere l’impegno a rinunciare ai giudizi pendenti. La legge prevede che l’estinzione sia subordinata al perfezionamento della procedura e alla produzione in giudizio della documentazione che attesti i pagamenti.

Il Ruolo Cruciale della Dichiarazione di Rinuncia

Il punto focale della decisione è la mancanza di una formale dichiarazione di rinuncia al ricorso. La Corte ha osservato che, in assenza di tale atto, non è possibile dichiarare l’estinzione del processo. La legge prevede la sospensione del giudizio in attesa del pagamento, ma la sua chiusura definitiva è legata a specifici adempimenti formali.

le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base del chiaro dettato normativo. La Legge n. 197/2022, all’art. 1, comma 236, stabilisce una precisa sequenza procedurale: l’adesione alla definizione comporta la sospensione del giudizio, ma la sua estinzione è condizionata all’effettivo e completo pagamento delle somme dovute e alla prova di tali versamenti. Fondamentalmente, la norma subordina l’effetto estintivo a un comportamento attivo del contribuente, che include non solo il pagamento ma anche la rinuncia formale alla lite. In mancanza di questa rinuncia, il giudice non ha il potere di dichiarare il processo terminato, ma deve limitarsi a verificare lo stato della procedura di definizione agevolata. Pertanto, la Corte ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, proprio per consentire la verifica futura del corretto espletamento di tutti gli adempimenti, inclusa la prova dei pagamenti, da cui dipenderà l’eventuale, successiva, estinzione del contenzioso.

le conclusioni

Questa ordinanza sottolinea un’implicazione pratica di grande importanza per i contribuenti e i loro difensori. Aderire a una definizione agevolata non è un atto che produce automaticamente l’estinzione delle liti pendenti. È un percorso che richiede il rispetto di precise formalità. La mancata presentazione di una formale dichiarazione di rinuncia al giudizio costituisce un ostacolo insormontabile alla chiusura del processo. La decisione della Corte funge da monito: per beneficiare appieno degli strumenti di composizione del debito fiscale e chiudere definitivamente i contenziosi, è indispensabile seguire alla lettera ogni singolo passaggio previsto dalla normativa, senza trascurare gli adempimenti che potrebbero sembrare mere formalità.

Aderire alla definizione agevolata è sufficiente per estinguere automaticamente un processo tributario in corso?
No, l’adesione e il pagamento delle somme non sono sufficienti. La legge richiede che il contribuente assuma l’impegno a rinunciare al giudizio e che tale rinuncia sia formalizzata.

Cosa succede se un contribuente aderisce alla definizione agevolata e paga le rate ma non presenta la rinuncia al ricorso?
Il giudice non può dichiarare l’estinzione del processo. Il giudizio viene sospeso in attesa del completamento dei pagamenti, ma senza una rinuncia formale, la lite non si chiude.

Qual è il provvedimento della Corte in assenza di rinuncia al ricorso durante una definizione agevolata?
La Corte dispone il rinvio della causa a nuovo ruolo. Questa decisione permette di verificare in un momento successivo l’esito della procedura di definizione, compreso l’integrale pagamento delle somme, che è presupposto per la futura estinzione del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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