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Definizione agevolata: rinvio per verifiche in Cassazione

Una società in contenzioso con l’Agenzia delle Entrate per una questione IVA, durante il ricorso in Cassazione, richiede l’estinzione del giudizio per aver aderito alla definizione agevolata. La Corte, in assenza di riscontro da parte dell’Amministrazione finanziaria, ha disposto un rinvio della causa a nuovo ruolo per permettere le necessarie verifiche e interlocuzioni.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Quando la Cassazione Sospende il Giudizio

L’adesione a una definizione agevolata durante un contenzioso tributario può portare all’estinzione del processo. Tuttavia, una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione chiarisce che tale esito non è automatico. Il provvedimento sottolinea l’importanza della verifica e del dialogo con l’Amministrazione finanziaria prima di poter dichiarare concluso il giudizio, anche quando il contribuente ha già iniziato a pagare.

I Fatti del Caso

Una società a responsabilità limitata operante nel settore delle spedizioni ha impugnato una comunicazione di irregolarità relativa all’IVA per l’anno d’imposta 2017. La società sosteneva che l’imposta contestata fosse inerente a un ramo d’azienda precedentemente ceduto.

Il ricorso è stato respinto sia in primo grado dalla Commissione Tributaria Provinciale, sia in appello dalla Commissione Tributaria Regionale. Ritenendo errata la decisione di secondo grado, la società ha presentato ricorso per cassazione.

L’adesione alla Definizione Agevolata e l’istanza in Cassazione

Durante la pendenza del giudizio dinanzi alla Corte Suprema, la società ricorrente ha approfittato di una normativa speciale, la legge n. 197 del 2022, per aderire a una definizione agevolata della lite. Dopo aver effettuato il pagamento delle prime rate previste, ha depositato una memoria chiedendo alla Corte di dichiarare l’estinzione del giudizio.

Nonostante l’istanza, l’Agenzia delle Entrate, costituitasi come controricorrente, non ha presentato alcuna deduzione o conferma in merito all’avvenuta adesione della società alla sanatoria fiscale.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Rinvio a Nuovo Ruolo

La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, non ha accolto immediatamente la richiesta di estinzione. Anzi, proprio a causa del silenzio dell’Agenzia delle Entrate sulla questione, ha ritenuto necessario sospendere la decisione.

I giudici hanno quindi disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, onerando l’Amministrazione finanziaria di fornire i chiarimenti necessari. In pratica, il processo è stato messo in pausa in attesa che l’Agenzia delle Entrate verifichi e comunichi ufficialmente alla Corte lo stato della procedura di definizione agevolata avviata dalla società.

Le Motivazioni

La motivazione alla base della decisione della Corte risiede in un principio di prudenza e di corretta amministrazione della giustizia. Prima di poter dichiarare estinto un processo, il giudice deve avere la certezza che i presupposti di legge siano stati pienamente soddisfatti. In questo caso, il presupposto è il perfezionamento della definizione agevolata. La sola dichiarazione del contribuente, seppur corredata da prove di pagamento, non è stata ritenuta sufficiente in assenza di un riscontro da parte dell’ente creditore, ovvero l’Agenzia delle Entrate. Il silenzio di quest’ultima ha creato un vuoto informativo che la Corte ha deciso di colmare, promuovendo un'”interlocuzione” formale per acquisire tutti gli elementi necessari a una decisione consapevole. Questa scelta garantisce che la chiusura del contenzioso avvenga solo dopo un’attenta verifica della regolarità e del buon esito della procedura di sanatoria.

Le Conclusioni

L’ordinanza offre un’importante lezione pratica: l’adesione a una sanatoria fiscale non comporta l’immediata e automatica estinzione del contenzioso pendente. È fondamentale che vi sia una comunicazione chiara e una conferma ufficiale da parte dell’Amministrazione finanziaria. La decisione evidenzia come il ruolo della Corte non sia meramente notarile, ma richieda una verifica attiva dei fatti processuali. Per i contribuenti e i loro difensori, ciò significa che non basta presentare l’istanza di estinzione, ma è cruciale sollecitare l’Agenzia delle Entrate affinché comunichi tempestivamente alla Corte l’avvenuto perfezionamento della procedura di definizione agevolata, al fine di accelerare la conclusione definitiva della lite.

Cosa succede se un contribuente aderisce a una definizione agevolata mentre la sua causa è in Cassazione?
Il contribuente può chiedere che il giudizio venga dichiarato estinto. Tuttavia, la Corte di Cassazione, come dimostra questo caso, potrebbe non accogliere immediatamente la richiesta se mancano conferme da parte dell’Amministrazione finanziaria.

Perché la Corte ha rinviato la causa invece di dichiararla estinta come richiesto dal ricorrente?
La Corte ha rinviato la causa perché l’Agenzia delle Entrate non si è espressa sull’avvenuta adesione del contribuente alla definizione agevolata. Per decidere, la Corte ha bisogno di verificare ufficialmente che la procedura di sanatoria sia andata a buon fine.

Qual è lo scopo pratico del “rinvio a nuovo ruolo” deciso dalla Corte?
Lo scopo è sospendere il processo per dare tempo all’Amministrazione finanziaria di fornire alla Corte tutti i chiarimenti necessari sulla procedura di definizione agevolata intrapresa dal contribuente. Ciò assicura che la decisione finale sia basata su informazioni complete e verificate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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