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Definizione agevolata: rinvio per prova documentale

Un ex trustee di un trust, in lite con un Comune per il mancato pagamento dell’IMU, ha chiesto la chiusura del caso dopo aver aderito alla definizione agevolata. La Corte di Cassazione, non trovando nel fascicolo i documenti necessari a verificare il completamento della sanatoria, ha emesso un’ordinanza interlocutoria. La Corte ha rinviato la decisione, ordinando alle parti di fornire la prova documentale dell’esito finale della procedura di definizione agevolata. La questione centrale è la necessità di una documentazione completa per poter dichiarare estinto un contenzioso tributario tramite definizione agevolata.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Quando la Prova Documentale è Cruciale

L’istituto della definizione agevolata delle liti pendenti, introdotto dalla Legge di Bilancio, rappresenta un’importante opportunità per cittadini e imprese di chiudere i contenziosi con il Fisco. Tuttavia, un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ci ricorda un principio fondamentale: per ottenere la cessazione della materia del contendere non basta affermare di aver aderito alla procedura, ma è indispensabile provarlo documentalmente. Analizziamo insieme un caso pratico che illustra perfettamente questa esigenza.

I Fatti del Caso: IMU, Trust e l’Appello in Cassazione

La vicenda trae origine da una controversia tra un contribuente, in qualità di ex trustee di un trust, e un importante Comune italiano. L’amministrazione comunale aveva emesso quattro avvisi di accertamento per il mancato versamento dell’IMU relativa agli anni dal 2014 al 2017, per un’abitazione conferita nel trust.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione al Comune, affermando che il soggetto passivo del tributo, e quindi tenuto al pagamento, fosse proprio il trustee in qualità di proprietario dell’immobile. Il contribuente, non condividendo tale interpretazione, ha proposto ricorso per cassazione.

La Svolta: L’Istanza di Definizione Agevolata delle Liti Pendenti

Durante il giudizio in Cassazione, il ricorrente ha presentato un’istanza per chiedere la declaratoria di cessazione della materia del contendere. Il motivo? Aver aderito alla definizione agevolata prevista dalla Legge n. 197/2022, versando integralmente l’importo dovuto secondo il piano di rateizzazione. Questa mossa avrebbe dovuto, nelle intenzioni del contribuente, porre fine alla lunga lite fiscale.

Le Motivazioni della Corte: La Necessità della Prova

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha però rilevato un ostacolo insormontabile. Nonostante il ricorrente avesse menzionato nell’indice degli allegati il deposito delle domande di definizione agevolata per ciascun anno di riferimento, tali documenti non erano materialmente presenti nel fascicolo telematico.

Di fronte a questa carenza documentale, il Collegio ha stabilito di non essere in grado di verificare l’effettivo e corretto adempimento di tutte le condizioni richieste dalla legge per il perfezionamento della procedura. La sola dichiarazione di parte, anche se formalizzata in un’istanza, non è sufficiente a provare l’avvenuta definizione della lite. Pertanto, i giudici hanno deciso di rinviare la causa a nuovo ruolo, concedendo alle parti un termine per documentare l’esito finale della procedura di sanatoria.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

Questa ordinanza interlocutoria, pur non decidendo il merito della questione IMU-trust, offre un insegnamento procedurale di grande valore. Chi intende avvalersi della definizione agevolata per chiudere un contenzioso deve agire con la massima diligenza non solo nel presentare la domanda e pagare gli importi, ma anche nel conservare e, se necessario, produrre in giudizio tutta la documentazione che attesti il perfezionamento della procedura. La Corte di Cassazione ribadisce che il giudice ha il dovere di verificare d’ufficio la sussistenza delle condizioni per dichiarare estinto il giudizio, e non può farlo basandosi sulla mera affermazione di una parte. È quindi fondamentale che i contribuenti e i loro difensori si assicurino che il fascicolo processuale contenga tutte le prove necessarie a supportare le proprie istanze, per evitare ritardi e rinvii che vanificherebbero l’obiettivo di una rapida chiusura della lite.

È sufficiente dichiarare di aver aderito alla definizione agevolata per far cessare una lite fiscale pendente?
No, non è sufficiente. Come chiarisce l’ordinanza, è necessario fornire la prova documentale che dimostri l’effettivo e corretto perfezionamento della procedura per ogni annualità in contestazione.

Cosa succede se la documentazione sulla definizione agevolata non è presente nel fascicolo telematico del processo?
La Corte non può verificare l’adempimento delle condizioni richieste e, come nel caso di specie, può rinviare la causa a nuovo ruolo, invitando le parti a produrre la documentazione mancante entro un termine stabilito.

Chi è considerato responsabile per il pagamento dell’IMU su un immobile in un trust?
Sebbene non sia il punto centrale di questa ordinanza, i precedenti gradi di giudizio avevano stabilito che il soggetto passivo dell’IMU, in qualità di proprietario dell’immobile ai fini fiscali, fosse il trustee.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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