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Definizione agevolata: rinvio per interlocuzione

Una società impugna un avviso di pagamento per accise. In Cassazione, chiede la definizione agevolata della controversia per le sanzioni. L’Agenzia Fiscale non risponde. La Corte rinvia la causa per consentire il contraddittorio sulla richiesta di definizione agevolata, sottolineando la necessità di un dialogo tra le parti prima di decidere.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata Controversie: La Cassazione Sospende il Giudizio

L’istituto della definizione agevolata delle controversie rappresenta un’importante opportunità per cittadini e imprese per chiudere i contenziosi con il Fisco. Tuttavia, la sua applicazione richiede il rispetto di precisi passaggi procedurali. Con una recente ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha chiarito che, prima di decidere sul merito, è indispensabile garantire un dialogo tra le parti riguardo l’istanza di definizione. Vediamo nel dettaglio il caso e le implicazioni di questa decisione.

I Fatti di Causa: Dalle Accise al Ricorso in Cassazione

La vicenda ha origine da un avviso di pagamento notificato a una società di prodotti petroliferi per il presunto tardivo versamento delle accise relative al mese di aprile 2015. La società ha impugnato l’atto dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale (CTP), ottenendo l’annullamento dell’avviso.

L’Agenzia Fiscale, non soddisfatta della decisione, ha proposto appello alla Commissione Tributaria Regionale (CTR). Quest’ultima ha ribaltato la sentenza di primo grado, accogliendo l’appello dell’Agenzia e respingendo quello incidentale della società. In particolare, la CTR ha ritenuto l’appello dell’Agenzia ammissibile e ha respinto le doglianze della società relative a vizi procedurali, come la mancata instaurazione del contraddittorio preventivo e la mancata indicazione del responsabile del procedimento.

Contro la sentenza della CTR, la società ha quindi proposto ricorso per cassazione.

L’Istanza di Definizione Agevolata in Cassazione

Durante il giudizio di legittimità, la società ricorrente ha presentato un’istanza per avvalersi della definizione agevolata delle controversie, ai sensi della normativa vigente (L. 197/2022). Questa legge prevede la possibilità di definire le pendenze relative alle sole sanzioni senza il pagamento di alcun importo. A fronte di tale istanza, tuttavia, l’Agenzia Fiscale (controricorrente) non ha depositato alcuna memoria o preso una posizione ufficiale.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Corte di Cassazione, chiamata a decidere, si è trovata di fronte a una questione pregiudiziale: la richiesta di definizione agevolata presentata dalla società e il silenzio dell’Amministrazione finanziaria. Invece di procedere con l’esame dei motivi di ricorso, la Corte ha ritenuto opportuno fermarsi e affrontare prima questa istanza.

Il Collegio ha osservato che la mancata presa di posizione da parte dell’Agenzia Fiscale impediva di fatto di procedere. Per questo motivo, ha emesso un’ordinanza interlocutoria, con la quale ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo. Lo scopo di tale rinvio è chiaro: “consentire la necessaria interlocuzione”. La Corte ha invitato formalmente l’Agenzia a presentare le proprie deduzioni in merito all’istanza della controparte. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale del giusto processo: prima di prendere qualsiasi decisione, anche su questioni che potrebbero definire l’intero giudizio come la richiesta di una sanatoria, è essenziale che tutte le parti abbiano avuto la possibilità di esprimere la propria posizione.

Conclusioni: L’Importanza del Dialogo Procedurale

L’ordinanza in esame, pur non decidendo il merito della controversia, offre un’importante lezione sul piano procedurale. Essa ribadisce che l’accesso agli strumenti di definizione agevolata delle controversie non è un atto unilaterale, ma un percorso che richiede il coinvolgimento e il dialogo tra contribuente e Amministrazione Finanziaria. La Corte di Cassazione, con il suo rinvio, garantisce che questo dialogo avvenga, tutelando il principio del contraddittorio e assicurando che la decisione finale sia presa solo dopo che ogni parte abbia avuto modo di far valere le proprie ragioni, anche in relazione alle procedure di definizione agevolata.

Cosa accade se una parte chiede la definizione agevolata di una controversia in Cassazione e l’altra parte non risponde?
La Corte di Cassazione, come nel caso di specie, può decidere di rinviare la causa a nuovo ruolo, emettendo un’ordinanza interlocutoria. Questo rinvio ha lo scopo di sollecitare la parte che non ha risposto (in questo caso, l’Amministrazione finanziaria) a prendere posizione sulla richiesta, garantendo così la necessaria interlocuzione tra le parti.

Perché la Corte ha emesso un’ordinanza interlocutoria invece di una sentenza definitiva?
Ha emesso un’ordinanza interlocutoria perché la questione della definizione agevolata è pregiudiziale rispetto alla decisione sul merito del ricorso. Prima di esaminare i motivi del ricorso, la Corte deve risolvere la richiesta di definizione, che potrebbe estinguere il giudizio. Per farlo, è necessario che entrambe le parti si esprimano in merito.

Qual è il principio affermato dalla Corte con questa decisione?
Il principio è che il processo deve garantire il corretto contraddittorio tra le parti su tutte le questioni, incluse quelle procedurali come l’istanza di definizione agevolata. La Corte ha ritenuto opportuno non decidere senza prima consentire all’Amministrazione finanziaria di esprimersi sulla richiesta della società ricorrente, al fine di assicurare una “necessaria interlocuzione”.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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