LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Definizione agevolata: rinvio della Cassazione

Una società impugna un avviso di pagamento per l’imposta sui prodotti da inalazione. Durante il ricorso in Cassazione, presenta un’istanza di definizione agevolata e chiede la cessazione del contendere. La Corte Suprema, rilevando la mancata presa di posizione dell’Amministrazione finanziaria, rinvia la causa a nuovo ruolo per consentire la necessaria interlocuzione tra le parti, sospendendo di fatto la decisione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Quando il Processo Tributario si Prende una Pausa

L’ordinanza interlocutoria n. 24183/2024 della Corte di Cassazione offre un interessante spunto procedurale sul rapporto tra il contenzioso tributario e gli strumenti di definizione agevolata offerti dal legislatore. Il caso analizzato riguarda una società operante nel settore dei prodotti da inalazione, coinvolta in una disputa con l’Amministrazione finanziaria per il mancato versamento dell’imposta sul consumo. Mentre il processo pendeva davanti alla Suprema Corte, l’azienda ha presentato un’istanza per definire la lite in via agevolata, chiedendo di conseguenza la chiusura del giudizio. La Corte, tuttavia, ha deciso di non decidere, rinviando la causa. Analizziamo perché.

I Fatti del Contenzioso Tributario

La vicenda trae origine da un avviso di pagamento notificato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli a una società per il mancato versamento dell’imposta di consumo sui prodotti da inalazione. La contribuente ha impugnato l’atto, ma i suoi ricorsi sono stati respinti sia in primo grado dalla Commissione Tributaria Provinciale, sia in appello dalla Commissione Tributaria Regionale del Lazio.

I giudici di merito hanno confermato la legittimità dell’operato dell’Amministrazione finanziaria, respingendo le diverse eccezioni sollevate dalla società, tra cui presunte irregolarità nell’emissione dell’avviso e questioni di compatibilità della normativa nazionale con il diritto europeo e costituzionale. Giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, la società ha continuato a sostenere le proprie ragioni, ma ha anche introdotto un elemento nuovo e potenzialmente risolutivo.

L’impatto della Richiesta di Definizione Agevolata

Durante il giudizio di legittimità, la società ricorrente ha depositato una memoria con cui chiedeva alla Corte di dichiarare la “cessazione della materia del contendere”. Questa richiesta era motivata dalla presentazione di un’istanza di definizione agevolata ai sensi del D.L. n. 119 del 2018. In pratica, la società aveva scelto di avvalersi di una “pace fiscale” per chiudere la pendenza con il Fisco, facendo così venire meno il proprio interesse a ottenere una sentenza nel merito.

Le Motivazioni della Corte e il Rinvio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, non ha accolto né respinto la richiesta della contribuente. Ha invece preso atto di un fatto cruciale: l’Amministrazione finanziaria (la controricorrente) non aveva ancora preso una posizione ufficiale riguardo all’istanza di cessazione del contendere.

Le motivazioni alla base del rinvio sono prettamente procedurali e ispirate al principio del contraddittorio. I giudici hanno ritenuto opportuno e necessario “rinviare la presente controversia a nuovo ruolo” per consentire all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di effettuare le proprie deduzioni. In altre parole, prima di poter dichiarare estinto il processo, la Corte ha bisogno di sapere cosa ne pensa la controparte. È fondamentale che l’Amministrazione finanziaria confermi, ad esempio, l’avvenuta presentazione dell’istanza di definizione agevolata e che non vi siano motivi ostativi alla sua efficacia.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione, pur essendo interlocutoria, ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, conferma che la presentazione di un’istanza di definizione agevolata può paralizzare il processo tributario, ma non ne determina l’automatica estinzione. È sempre necessaria una valutazione del giudice, che deve prima sentire tutte le parti in causa. In secondo luogo, l’ordinanza sottolinea l’importanza del dialogo e della corretta interlocuzione tra le parti anche in fase di legittimità. Il rinvio a nuovo ruolo serve proprio a garantire che la decisione finale sia presa sulla base di un quadro informativo completo, evitando pronunce basate su presupposti non verificati o contestati dalla controparte. La palla passa ora all’Amministrazione finanziaria, la cui risposta determinerà il futuro del processo.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito sulla richiesta di cessazione della materia del contendere?
La Corte non ha deciso perché l’Amministrazione finanziaria, parte controricorrente nel giudizio, non aveva ancora espresso la propria posizione sull’istanza presentata dalla società. Per rispettare il principio del contraddittorio, la Corte ha ritenuto necessario attendere le sue deduzioni.

Cosa ha spinto la società ricorrente a chiedere la chiusura del processo?
La società ha presentato un’istanza di definizione agevolata, uno strumento previsto dalla legge per sanare le pendenze fiscali. Avendo scelto questa via per risolvere il debito, è venuto meno il suo interesse a proseguire la causa per ottenere una sentenza nel merito.

Qual è l’effetto pratico di questa ordinanza interlocutoria?
L’effetto pratico è la sospensione temporanea del giudizio. La causa è stata rinviata a una data futura (iscritta a “nuovo ruolo”) per dare tempo all’Amministrazione finanziaria di rispondere e alla Corte di avere un quadro completo prima di prendere una decisione definitiva sulla cessazione del contendere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati