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Definizione agevolata: rinvio del processo tributario

Una società impugna un avviso di accertamento fiscale fino alla Corte di Cassazione. Nelle more del giudizio, aderisce alla procedura di definizione agevolata, iniziando il pagamento rateale del dovuto. La Corte, preso atto della procedura in corso, decide di non pronunciarsi sul merito e dispone il rinvio della trattazione a una data successiva al termine del piano di rateizzazione, per verificare l’esito del pagamento e la conseguente estinzione del contenzioso.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione agevolata: quando la Cassazione mette in pausa il processo

L’adesione a una procedura di definizione agevolata può avere un impatto significativo sui processi tributari in corso, anche quando questi sono giunti all’ultimo grado di giudizio. Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione illustra chiaramente come la scelta del contribuente di saldare il proprio debito con il Fisco attraverso questa via possa portare alla sospensione e al rinvio della causa, in attesa che il pagamento venga completato. Analizziamo insieme questo caso per comprenderne le dinamiche e le implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Una società a responsabilità limitata riceveva un avviso di accertamento per IRES e IRAP relativo all’anno d’imposta 2013. La società decideva di impugnare l’atto dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale, che accoglieva solo parzialmente le sue ragioni. Insoddisfatta, la società proponeva appello, lamentando in particolare il mancato riconoscimento della deducibilità di alcune spese assicurative. L’Agenzia delle Entrate, a sua volta, presentava un appello incidentale.

La Commissione Tributaria Regionale si pronunciava a favore dell’Amministrazione Finanziaria, respingendo l’appello principale della società e accogliendo quello incidentale. A questo punto, la società decideva di portare la questione dinanzi alla Corte di Cassazione, affidandosi a tre motivi di ricorso.

L’impatto della definizione agevolata sul giudizio

Il colpo di scena arriva in prossimità dell’udienza in Cassazione. La società contribuente deposita una memoria con cui comunica di aver aderito alla procedura di definizione agevolata delle controversie, prevista da una legge del 2022. Non solo dichiara l’adesione, ma dimostra anche di aver già iniziato a versare le rate dovute per estinguere il debito.

Questa mossa cambia radicalmente le prospettive del giudizio. La Corte si trova di fronte a un contribuente che, pur avendo contestato la pretesa fiscale fino all’ultimo grado, sta ora provvedendo al pagamento secondo i termini di una sanatoria. Proseguire con l’analisi dei motivi di ricorso diventerebbe un’attività potenzialmente superflua se il debito venisse estinto completamente attraverso la procedura agevolata.

Le Motivazioni della Corte

La decisione della Suprema Corte è di natura puramente procedurale ma estremamente pragmatica. I giudici, nell’ordinanza interlocutoria, prendono atto che è in corso un pagamento rateale per la definizione agevolata della controversia. Poiché l’esito di questa procedura è determinante per la sopravvivenza stessa della lite, la Corte ritiene opportuno non decidere immediatamente.

La logica è la seguente: se il contribuente onorerà tutte le rate fino alla scadenza (prevista per novembre 2027), la materia del contendere cesserà di esistere. In altre parole, non ci sarà più nulla su cui decidere, perché il debito che ha dato origine a tutto il contenzioso sarà stato saldato. Per questo motivo, la Corte dispone il rinvio della trattazione del ricorso a nuovo ruolo, fissando implicitamente un nuovo appuntamento processuale in una data successiva a novembre 2027.

Conclusioni

Questa ordinanza evidenzia una delle principali funzioni delle sanatorie e delle definizioni agevolate: deflazionare il contenzioso tributario. Per il contribuente, aderire a una procedura di questo tipo offre l’opportunità di chiudere una pendenza fiscale a condizioni vantaggiose, mettendo in “stand-by” il giudizio in Cassazione. Si evita così l’incertezza di una decisione finale e i relativi costi. Per il sistema giudiziario, si tratta di un meccanismo che permette di eliminare cause che si risolverebbero altrimenti per via amministrativa. La decisione di rinviare la causa a dopo la conclusione del piano di rateizzazione è una scelta di economia processuale, che attende l’esito del percorso di pagamento prima di impegnare risorse in una decisione che potrebbe rivelarsi inutile.

Perché la Corte di Cassazione ha rinviato la decisione sul ricorso?
La Corte ha rinviato la decisione perché la società ricorrente ha aderito alla procedura di definizione agevolata della controversia e ha iniziato a pagare le rate dovute. La Corte attende quindi la conclusione del piano di pagamento per verificare se la lite si estinguerà per cessata materia del contendere.

Cosa succede al processo mentre il contribuente paga le rate della definizione agevolata?
Il processo viene messo in pausa. Con l’ordinanza di rinvio a nuovo ruolo, la causa viene tolta dal calendario delle udienze e verrà nuovamente trattata solo in una data successiva alla scadenza dell’ultima rata del piano di definizione agevolata.

Qual è l’effetto pratico dell’adesione alla definizione agevolata su un ricorso in Cassazione?
L’adesione sospende di fatto il giudizio. Se il contribuente completa regolarmente tutti i pagamenti previsti dalla procedura, il contenzioso si estingue e il ricorso in Cassazione perde il suo oggetto, portando alla chiusura definitiva del caso senza una pronuncia sul merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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