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Definizione agevolata: rinvio del processo in Cassazione

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha impugnato in Cassazione una sentenza a lei sfavorevole. Durante il processo, ha aderito alla definizione agevolata prevista dalla legge. Poiché il termine per il pagamento della prima rata era successivo all’udienza, la Corte ha accolto la richiesta di rinvio della causa, sospendendo di fatto il giudizio per permettere il perfezionamento della procedura di sanatoria.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Come Sospende il Giudizio in Cassazione

L’adesione a una definizione agevolata può cambiare radicalmente le sorti di un contenzioso tributario, anche quando questo è già approdato in Corte di Cassazione. Un’ordinanza interlocutoria recente illustra perfettamente come questa procedura possa portare alla sospensione del giudizio, in attesa che il contribuente (o, come in questo caso, l’ente riscossore stesso) perfezioni la sanatoria. Analizziamo insieme i dettagli di questa vicenda processuale.

I Fatti del Contenzioso

La vicenda trae origine da un’intimazione di pagamento notificata dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione a un contribuente per il mancato saldo di cinque cartelle esattoriali. Il contribuente ha impugnato l’atto dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale, la quale ha accolto il ricorso annullando l’intimazione per un vizio di incompetenza territoriale dell’Agenzia.

Non soddisfatta della decisione, l’Agenzia ha proposto appello alla Commissione Tributaria Regionale. Tuttavia, anche in secondo grado l’esito è stato sfavorevole: i giudici hanno dichiarato l’appello inammissibile. Di fronte a una doppia sconfitta, l’ente riscossore ha deciso di portare la questione fino all’ultimo grado di giudizio, presentando ricorso in Cassazione.

La Svolta: L’Adesione alla Definizione Agevolata

Proprio durante la pendenza del giudizio in Cassazione, si è verificato l’evento decisivo. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione, in qualità di parte ricorrente, ha manifestato l’intenzione di aderire alla definizione agevolata prevista dalla Legge n. 197 del 29 dicembre 2022.

Questa legge offre una via d’uscita per chiudere le liti pendenti con il fisco. La procedura prevedeva un termine per il pagamento della prima rata fissato al 31 ottobre 2023. Tale data era successiva a quella fissata per la discussione del ricorso in camera di consiglio, prevista per l’11 ottobre 2023.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha preso atto della richiesta dell’Agenzia. Il suo ragionamento è stato puramente procedurale e pragmatico. Poiché la parte ricorrente aveva formalmente avviato il percorso per estinguere il debito tramite la sanatoria, sarebbe stato illogico e contrario ai principi di economia processuale procedere con la discussione del caso.

Per consentire all’Agenzia di effettuare il pagamento della prima rata e di completare gli adempimenti previsti dalla definizione agevolata, la Corte ha accolto la richiesta di rinvio. La causa è stata quindi rinviata ‘a nuovo ruolo’, ovvero tolta dal calendario delle udienze e messa in attesa di una futura riprogrammazione. Di fatto, il processo è stato congelato per verificare l’esito della procedura di sanatoria.

Conclusioni: L’Impatto Pratico della Definizione Agevolata

Questa ordinanza evidenzia un’implicazione pratica fondamentale delle normative sulla tregua fiscale. L’adesione a una definizione agevolata non è solo uno strumento per estinguere il debito, ma agisce anche come un potente meccanismo di sospensione del processo tributario in corso. Le corti, inclusa la Suprema Corte, riconoscono la prevalenza della volontà delle parti di risolvere la lite in via amministrativa e, di conseguenza, adattano i tempi del processo per non interferire con tale percorso. Per i contribuenti e gli stessi enti, ciò rappresenta un’opportunità per uscire da contenziosi lunghi e costosi, ottenendo una risoluzione certa attraverso una via alternativa a quella giudiziaria.

Perché la Corte di Cassazione ha rinviato la causa invece di deciderla?
La Corte ha rinviato la causa perché la parte ricorrente, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, aveva richiesto di aderire alla definizione agevolata. Il termine per il pagamento della prima rata era successivo alla data dell’udienza, quindi il rinvio era necessario per permettere il completamento della procedura di sanatoria.

Cosa si intende per ‘definizione agevolata’ secondo il provvedimento?
Secondo quanto emerge dall’ordinanza, si tratta di una procedura prevista dalla Legge n. 197 del 2022 che consente di chiudere un contenzioso fiscale pendente attraverso il pagamento di somme definite dalla legge stessa, in questo caso tramite il versamento di una prima rata entro una data specifica.

Chi ha richiesto il rinvio del processo?
Il rinvio è stato richiesto dalla stessa parte ricorrente, ovvero l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, al fine di poter adempiere agli obblighi previsti dalla definizione agevolata a cui aveva scelto di aderire.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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