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Definizione agevolata: rinvio del processo in attesa

Un contribuente, in pendenza di un ricorso in Cassazione per debiti fiscali, aderisce alla definizione agevolata. La Corte dispone il rinvio della causa a nuovo ruolo, chiarendo che l’estinzione del giudizio è subordinata al perfezionamento della definizione, ovvero al pagamento integrale delle somme dovute, e non alla semplice adesione.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata e Processo Pendente: La Cassazione Sospende il Giudizio

L’adesione a una definizione agevolata mentre è in corso un contenzioso tributario rappresenta una situazione complessa che richiede un’attenta valutazione degli effetti processuali. Con l’ordinanza interlocutoria in commento, la Corte di Cassazione fornisce un chiarimento fondamentale: la semplice richiesta di adesione non è sufficiente a estinguere il giudizio, che deve invece essere sospeso in attesa del perfezionamento della procedura, ovvero del completo pagamento delle somme dovute.

I Fatti del Caso: Dalla Prescrizione alla Pace Fiscale

La vicenda trae origine dall’impugnazione da parte di un contribuente di due intimazioni di pagamento e dei relativi estratti di ruolo. Il ricorrente lamentava l’inesistenza e la prescrizione dei crediti portati dalle cartelle di pagamento sottese. Se in primo grado le sue ragioni venivano accolte, la Commissione Tributaria Regionale ribaltava la decisione, respingendo le doglianze del contribuente e dichiarando inammissibile il ricorso per alcune cartelle già oggetto di una precedente istanza di definizione agevolata.

Il contribuente decideva quindi di presentare ricorso per cassazione. Tuttavia, nelle more del giudizio di legittimità, presentava istanza per avvalersi della nuova definizione agevolata introdotta dalla Legge di Bilancio 2023, chiedendo la massima rateazione possibile per le somme dovute.

L’Intervento della Corte e la Sospensione del Processo

Di fronte a questa nuova circostanza, il ricorrente chiedeva alla Corte di Cassazione di dichiarare l’estinzione del giudizio o la cessazione della materia del contendere. L’Agente della Riscossione, dal canto suo, si costituiva in giudizio e depositava la comunicazione relativa alle somme dovute dal contribuente per la definizione.

La Suprema Corte, analizzando la normativa di riferimento (art. 1, comma 236, L. n. 197/2022), ha però seguito un percorso diverso, evidenziando come l’estinzione del giudizio non sia un effetto automatico dell’adesione alla sanatoria.

Le Motivazioni della Corte

La decisione dei Giudici di legittimità si fonda su un’interpretazione letterale e logica della norma. Il legislatore ha subordinato l’estinzione del giudizio a due condizioni precise:

1. L’effettivo perfezionamento della definizione: questo non si realizza con la mera presentazione della domanda, ma solo con il pagamento integrale degli importi dovuti secondo il piano di rateazione accettato.
2. La produzione in giudizio della documentazione: il contribuente deve depositare nello stesso giudizio pendente le prove dei pagamenti effettuati.

Poiché nel caso di specie il contribuente aveva appena iniziato un piano di rateazione, il perfezionamento della definizione era un evento futuro e non ancora verificato. Di conseguenza, la Corte ha ritenuto impossibile procedere alla declaratoria di estinzione. La soluzione corretta, secondo i giudici, è quella del rinvio della causa a nuovo ruolo. Questa scelta processuale permette di ‘congelare’ il giudizio, in attesa che il contribuente completi il suo percorso di pagamento.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

L’ordinanza offre un’indicazione pratica di grande rilevanza per contribuenti e professionisti. Chi aderisce a una definizione agevolata con un processo in corso non deve attendersi un’immediata chiusura del contenzioso. Il giudizio rimane pendente, ‘sospeso’ in attesa che la procedura di sanatoria si concluda positivamente con il saldo di tutte le rate. Solo a quel punto, producendo le ricevute di pagamento, si potrà ottenere la formale estinzione del processo. In caso di inadempimento del piano di rateazione, invece, il processo riprenderà il suo corso dal punto in cui era stato interrotto.

Cosa accade a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Il processo non si estingue immediatamente. La Corte di Cassazione, nel caso di specie, ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, in attesa dell’esito del piano di rateazione.

L’adesione alla definizione agevolata è sufficiente per dichiarare la cessazione della materia del contendere?
No. Secondo la normativa (L. 197/2022), l’estinzione del giudizio è subordinata all’effettivo perfezionamento della definizione, che avviene solo con il pagamento integrale di quanto dovuto.

Perché la Corte ha rinviato la causa invece di estinguere il giudizio?
La Corte ha rinviato la causa perché l’estinzione è condizionata a un evento futuro e incerto: il completo pagamento del piano di rateazione da parte del contribuente. Fino a quel momento, il giudizio deve rimanere pendente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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