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Definizione agevolata: rinvio causa per chiarimenti

In un contenzioso relativo all’ICI per l’anno 2011, la Corte di Cassazione ha esaminato un caso in cui la società contribuente ha presentato domanda di definizione agevolata dopo l’udienza di discussione ma prima della sentenza. Ritenendo che tale richiesta potesse estinguere la controversia, la Corte ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, invitando le parti a fornire chiarimenti sull’esito della procedura amministrativa entro sessanta giorni.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata Post-Udienza: la Cassazione Rinvia il Giudizio

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un’interessante questione procedurale: quali sono le sorti di un processo tributario se il contribuente presenta domanda di definizione agevolata dopo la discussione in udienza pubblica ma prima della pronuncia della sentenza? Con l’ordinanza n. 2179/2024, la Suprema Corte ha scelto la via della prudenza, disponendo il rinvio della causa per ottenere chiarimenti dalle parti, evidenziando la prevalenza della sostanza sulla forma.

I Fatti del Contenzioso Tributario

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato da una società concessionaria della riscossione per conto di un Comune. L’atto contestava a un’importante azienda il mancato versamento dell’ICI per l’anno 2011, per un importo superiore a 1,2 milioni di euro, relativamente a quaranta terreni adibiti a cava di calcare ed argilla, considerati dal Comune come aree fabbricabili.

Il caso è approdato prima alla Commissione Tributaria Provinciale, che aveva parzialmente accolto il ricorso dell’azienda per un vizio di motivazione su trentacinque terreni. Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale aveva rigettato sia l’appello della società concessionaria sia quello incidentale dell’azienda contribuente.

La controversia è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, con la società concessionaria come ricorrente principale e l’azienda contribuente che resisteva con controricorso e ricorso incidentale.

La Domanda di Definizione Agevolata e l’Iter in Cassazione

Il colpo di scena si è verificato dopo la celebrazione dell’udienza pubblica del 14 settembre 2023. In data 29 settembre 2023, l’azienda contribuente ha presentato domanda di definizione agevolata delle controversie tributarie pendenti, ai sensi della Legge n. 197/2022. Contestualmente, ha effettuato il pagamento della somma prevista, pari a circa 36.000 euro.

La documentazione relativa alla definizione agevolata è stata depositata in Corte prima che quest’ultima si pronunciasse. Sebbene il deposito fosse stato definito ‘irritale e tardivo’, ha posto i giudici di fronte a un bivio: ignorare l’atto e decidere nel merito oppure prenderne atto e valutarne le conseguenze sul processo.

Le Motivazioni della Corte: L’Impatto della Definizione Agevolata sul Processo

La Corte di Cassazione, nelle sue motivazioni, ha sottolineato come il deposito della documentazione, pur avvenuto tardivamente, fosse ‘idoneo a far ritenere definita la controversia’. L’obiettivo primario della definizione agevolata è proprio quello di estinguere il contenzioso. Pertanto, procedere con una sentenza sul merito del ricorso avrebbe potuto risultare superfluo o addirittura in contrasto con la volontà del legislatore e delle parti di chiudere la pendenza.

Di conseguenza, i giudici hanno ritenuto indispensabile disporre il rinvio della causa a nuovo ruolo. Questa decisione è stata presa per consentire alla società concessionaria, che non si era ancora espressa in merito, di fornire chiarimenti sull’esito della procedura amministrativa di definizione. In altre parole, la Corte ha sospeso il giudizio per verificare se la lite fosse effettivamente cessata a seguito del pagamento dell’importo agevolato.

Le Conclusioni: Rinvio per Chiarimenti e Implicazioni Pratiche

L’ordinanza stabilisce un principio di pragmatismo processuale. La Corte riconosce che gli strumenti deflattivi del contenzioso, come la definizione agevolata, devono avere un impatto concreto sul processo in corso. La decisione di rinviare la causa per sentire le parti sull’esito della procedura amministrativa evita la pronuncia di sentenze potenzialmente ‘inutili’.

In conclusione, la Corte ha invitato le parti a rassegnare ‘conclusioni congiunte e/o uniformi’ entro sessanta giorni dalla comunicazione dell’ordinanza. Questo passaggio permetterà di accertare formalmente l’avvenuta estinzione del giudizio, allineando la conclusione processuale alla risoluzione sostanziale della controversia avvenuta in sede amministrativa. La pronuncia conferma l’importanza del dialogo tra giurisdizione e procedure amministrative per una gestione efficiente della giustizia tributaria.

Cosa accade se una domanda di definizione agevolata viene presentata dopo l’udienza di discussione ma prima della sentenza?
La Corte può disporre il rinvio della causa a una nuova udienza per consentire alle parti di fornire chiarimenti sull’esito della procedura di definizione agevolata, al fine di verificare se la controversia si sia estinta.

Perché la Corte ha deciso di rinviare la causa invece che decidere nel merito?
Perché la richiesta di definizione agevolata, sebbene presentata tardivamente, è potenzialmente idonea a estinguere la controversia. La Corte ha ritenuto necessario verificare l’esito di tale procedura amministrativa prima di emettere una pronuncia sul merito che potrebbe rivelarsi superflua.

Qual è il prossimo passo per le parti coinvolte nel processo?
Le parti sono invitate a rassegnare conclusioni congiunte o uniformi entro il termine di sessanta giorni dalla comunicazione dell’ordinanza, per chiarire formalmente alla Corte l’esito della procedura amministrativa di definizione agevolata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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