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Definizione agevolata: prova e oneri del contribuente

Una società impugna un avviso di accertamento basato su indagini bancarie. Giunta in Cassazione, chiede l’estinzione del giudizio per aver aderito alla definizione agevolata (‘rottamazione quater’). La Corte, con ordinanza interlocutoria, rileva che la documentazione prodotta non è sufficiente a dimostrare che la procedura di definizione agevolata copra specificamente il debito in questione. Pertanto, ordina alla società di integrare la documentazione per verificare la regolarità della domanda, rinviando la causa a nuovo ruolo.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: la Cassazione chiarisce gli oneri probatori del contribuente

L’adesione a una definizione agevolata durante un contenzioso tributario può rappresentare una via d’uscita vantaggiosa per il contribuente, ma quali sono gli oneri necessari per ottenere la sospensione e la successiva estinzione del giudizio? Con l’ordinanza interlocutoria in commento, la Corte di Cassazione fornisce chiarimenti cruciali sul dovere del contribuente di produrre una documentazione completa e specifica, pena il proseguimento della causa. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate a una società operante nel settore della gestione di stabilimenti balneari. L’amministrazione finanziaria, a seguito di una verifica della Guardia di Finanza sui conti correnti bancari intestati ai soci e amministratori, aveva rideterminato l’imponibile per l’anno 2009, contestando maggiori ricavi non dichiarati per oltre 170.000 euro.

La società aveva inizialmente ottenuto una vittoria presso la Commissione Tributaria Provinciale, ma la decisione era stata completamente riformata in appello. La Commissione Tributaria Regionale aveva infatti accolto le ragioni dell’Ufficio, ritenendo che la documentazione prodotta dalla contribuente non fosse idonea a superare le presunzioni derivanti dagli accertamenti bancari. La società ha quindi proposto ricorso per cassazione.

La Richiesta di Definizione Agevolata in Cassazione

In prossimità dell’udienza davanti alla Suprema Corte, la società ricorrente ha presentato un’istanza per la declaratoria di estinzione del giudizio, sostenendo di aver aderito alla definizione agevolata dei carichi, la cosiddetta ‘rottamazione quater’, prevista dalla Legge n. 197/2022. A sostegno della propria richiesta, ha prodotto la dichiarazione di adesione e il piano di rateizzazione del pagamento.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Corte di Cassazione non ha accolto immediatamente la richiesta di estinzione. I giudici hanno emesso un’ordinanza interlocutoria, ovvero un provvedimento non definitivo, per approfondire la questione. La Corte ha rilevato due criticità fondamentali. In primo luogo, dalla documentazione presentata non era possibile stabilire con certezza che la procedura di definizione fosse riconducibile proprio all’avviso di accertamento oggetto del contenzioso. Mancava, in altre parole, la prova del collegamento diretto tra il debito ‘rottamato’ e quello per cui si discuteva in giudizio.

In secondo luogo, la legge sulla definizione agevolata impone al debitore non solo di indicare la pendenza di giudizi relativi ai carichi definiti, ma anche di assumere formalmente l’impegno a rinunciare agli stessi. L’estinzione del processo è subordinata al perfezionamento della definizione (cioè al pagamento integrale o della prima rata) e alla produzione in giudizio della relativa documentazione. In mancanza, il giudice è tenuto a revocare la sospensione del processo. Per questi motivi, la Corte ha ritenuto necessario invitare la contribuente a fornire tutta la documentazione utile a dimostrare la regolarità e la pertinenza della domanda di definizione agevolata, rinviando la causa a una nuova udienza.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: nel processo tributario, l’onere della prova grava sul contribuente che invoca un beneficio. L’adesione a una definizione agevolata non comporta l’automatica estinzione del giudizio pendente. È indispensabile che il contribuente fornisca al giudice una prova chiara, completa e inequivocabile del perfezionamento della procedura e della sua specifica riferibilità al debito oggetto di causa. In assenza di tale prova rigorosa, il processo è destinato a proseguire, con il rischio di una decisione sfavorevole nel merito.

È sufficiente presentare la domanda di definizione agevolata per ottenere l’estinzione del processo tributario?
No. Secondo l’ordinanza, non è sufficiente presentare la sola domanda. È necessario produrre documentazione completa che attesti il perfezionamento della definizione e, soprattutto, che dimostri in modo inequivocabile che la procedura riguarda specificamente i carichi oggetto del giudizio in corso.

Quali sono gli oneri del contribuente che chiede l’estinzione del giudizio per adesione alla rottamazione?
Il contribuente deve indicare nella dichiarazione di adesione l’eventuale pendenza di giudizi e assumere l’impegno a rinunciarvi. Successivamente, deve produrre in giudizio tutta la documentazione che attesti il pagamento delle somme dovute e il collegamento tra i carichi definiti e quelli contestati, al fine di provare il corretto perfezionamento della procedura.

Cosa può decidere il giudice se la documentazione sulla definizione agevolata è incompleta?
Se la documentazione è incompleta o non chiara, il giudice, come avvenuto in questo caso, può non decidere immediatamente sulla richiesta ma emettere un’ordinanza interlocutoria. Con tale provvedimento, invita la parte a integrare la documentazione necessaria per la verifica della regolarità della domanda e rinvia la causa a una nuova udienza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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