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Definizione agevolata: prova del pagamento incompleta

Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione affronta il tema della definizione agevolata delle liti pendenti. La Corte ha rinviato la causa a nuovo ruolo poiché, nonostante la richiesta di estinzione del giudizio da parte dei contribuenti, la documentazione fornita, pur includendo i modelli F24, non conteneva la prova effettiva dell’avvenuto pagamento della prima rata. La decisione sottolinea che la sola presentazione dei modelli di pagamento non è sufficiente a dimostrare il perfezionamento della procedura di definizione agevolata.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Senza Prova del Pagamento la Causa Non Si Estingue

L’adesione alla definizione agevolata delle liti tributarie rappresenta un’importante opportunità per i contribuenti, ma richiede il rispetto di precisi oneri formali. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione (n. 1672/2024) ci ricorda un principio fondamentale: per ottenere l’estinzione del giudizio, non basta presentare i modelli di pagamento F24, ma è indispensabile fornire la prova concreta dell’avvenuto versamento. Analizziamo insieme questa decisione e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da tre avvisi di accertamento notificati dall’Agenzia delle Entrate a una società in accomandita semplice e ai suoi soci per gli anni d’imposta dal 2006 al 2008. L’Amministrazione Finanziaria contestava un maggior reddito rispetto a quello dichiarato, imputandolo pro quota sia alla società che ai singoli soci ai fini IRPEF.

I contribuenti impugnavano tali atti, dando vita a un complesso contenzioso. Dopo le decisioni di primo e secondo grado, la questione approdava in Cassazione a seguito del ricorso presentato dall’Agenzia delle Entrate avverso la sentenza della Commissione Tributaria Regionale, che aveva parzialmente accolto le ragioni dei contribuenti.

La Richiesta di Estinzione per Definizione Agevolata e il Dubbio della Corte

Durante il giudizio di legittimità, alcuni dei contribuenti presentavano un’istanza per l’estinzione del processo, sostenendo di aver aderito alla definizione agevolata delle controversie prevista dall’art. 6 del d.l. n. 119 del 2018. A sostegno della loro richiesta, allegavano i modelli F24 relativi al pagamento della prima rata prevista dalla procedura di sanatoria.

Tuttavia, la Corte di Cassazione, esaminando la documentazione, ha sollevato un dubbio cruciale: la prova fornita era incompleta. Mancava, infatti, la dimostrazione effettiva che i pagamenti indicati nei modelli F24 fossero stati realmente eseguiti.

Le Motivazioni della Corte sulla Prova della Definizione Agevolata

L’ordinanza interlocutoria si fonda su un presupposto logico e giuridico molto chiaro. L’estinzione del giudizio per cessata materia del contendere, a seguito di una definizione agevolata, è una conseguenza diretta del perfezionamento della procedura, che si concretizza con il pagamento delle somme dovute. Il solo modello F24, che rappresenta una delega di pagamento, non costituisce di per sé prova dell’effettivo adempimento dell’obbligazione tributaria. Potrebbe, ad esempio, non esserci stata la provvista sul conto corrente o l’operazione potrebbe non essere andata a buon fine per altri motivi.

Di fronte a questa carenza probatoria, la Corte ha ritenuto di non poter dichiarare l’estinzione del giudizio. Ha quindi optato per una soluzione procedurale: rinviare la causa a nuovo ruolo, invitando le parti a ‘interloquire’ sul punto, ovvero a fornire chiarimenti e, implicitamente, a integrare la documentazione con la prova del pagamento (ad esempio, le quietanze di versamento o gli estratti conto).

Le Conclusioni

La decisione in esame offre un’indicazione pratica di grande importanza per tutti i contribuenti e i loro difensori che intendono avvalersi di strumenti di sanatoria fiscale. L’onere della prova del perfezionamento della definizione agevolata ricade interamente sul contribuente che ne chiede l’applicazione. Per evitare che un’istanza di estinzione venga respinta, è essenziale allegare non solo i modelli di pagamento, ma anche la documentazione inconfutabile che attesti l’effettivo versamento delle somme, come le ricevute telematiche o le contabili bancarie. Questa ordinanza interlocutoria ribadisce che, nel processo tributario, la forma è sostanza e una documentazione incompleta può vanificare gli effetti di un’adesione altrimenti legittima.

È sufficiente allegare i modelli F24 per dimostrare l’adesione alla definizione agevolata?
No, secondo l’ordinanza, la sola presentazione dei modelli F24 non è sufficiente. È indispensabile fornire anche la prova dell’effettivo e avvenuto pagamento degli importi indicati.

Cosa succede se la prova del pagamento per la definizione agevolata è incompleta?
Il giudice non può dichiarare estinto il processo. In questo caso, la Corte di Cassazione ha deciso di rinviare la causa a un’udienza futura, invitando le parti a discutere e integrare la documentazione sul punto specifico.

Qual è lo scopo di un’ordinanza interlocutoria in un caso come questo?
L’ordinanza interlocutoria serve a risolvere una questione procedurale, come la verifica della completezza della prova, senza decidere nel merito della controversia. In questo modo, la Corte si assicura che la decisione finale sull’estinzione del giudizio sia basata su presupposti fattuali e documentali corretti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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