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Definizione agevolata: processo estinto per notifica

La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un processo tributario relativo a un accertamento IRPEF a carico di una socia. La contribuente aveva richiesto la definizione agevolata della lite. L’Agenzia delle Entrate ha negato la richiesta, ma non è riuscita a provare la corretta notifica del diniego. Secondo la Corte, la mancata prova della notifica rende la definizione agevolata perfezionata, con conseguente estinzione del giudizio.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Quando una Notifica Mancata Estingue il Processo Tributario

L’istituto della definizione agevolata rappresenta un’importante opportunità per i contribuenti per chiudere le liti pendenti con il Fisco. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un aspetto procedurale cruciale: le conseguenze della mancata o irregolare notifica del diniego da parte dell’Agenzia delle Entrate. La pronuncia stabilisce che, in assenza di una prova rigorosa dell’avvenuta notifica, la sanatoria si considera perfezionata e il processo deve essere dichiarato estinto.

I Fatti di Causa: Dall’Accertamento alla Cassazione

Il caso ha origine da un avviso di accertamento IRPEF per l’anno d’imposta 2008, notificato a una socia di una società a responsabilità limitata a base ristretta. L’Agenzia delle Entrate, a seguito di un accertamento sui ricavi della società, aveva presunto che i maggiori utili non dichiarati fossero stati distribuiti alla socia.

La contribuente ha impugnato l’atto, ma il suo ricorso è stato respinto in primo grado. In appello, la Commissione Tributaria Regionale ha parzialmente accolto le sue ragioni, riducendo l’imponibile in linea con una precedente decisione favorevole ottenuta dalla società. Insoddisfatta, la contribuente ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando principalmente la mancata sospensione del giudizio in attesa della definizione di quello societario e la violazione delle norme sulla presunzione.

L’Istanza di Definizione Agevolata e il Diniego del Fisco

Pendente il giudizio in Cassazione, la contribuente ha presentato un’istanza di definizione agevolata della lite, ai sensi del d.l. n. 119 del 2018, pagando la prima rata. L’Agenzia delle Entrate ha emesso un provvedimento di diniego, sostenendo che il ricorso per cassazione fosse tardivo e che, quindi, la lite non fosse “pendente” alla data prevista dalla legge per accedere alla sanatoria. L’Ufficio ha poi chiesto alla Corte di dichiarare l’estinzione del giudizio per mancata presentazione di un’istanza di trattazione da parte della contribuente dopo il diniego.

La Decisione della Corte: La Notifica è Determinante

La Corte di Cassazione, prima di entrare nel merito dei motivi del ricorso, ha analizzato la questione pregiudiziale legata alla definizione agevolata. In primo luogo, ha chiarito che il ricorso della contribuente era pienamente tempestivo, smentendo la tesi dell’Agenzia delle Entrate.

Il punto centrale della decisione, tuttavia, riguarda la notifica del provvedimento di diniego. La legge stabilisce che il diniego debba essere notificato al contribuente entro un termine perentorio e con le modalità previste per gli atti processuali. La parte interessata ha poi l’onere di presentare un’istanza di trattazione, pena l’estinzione del processo.

Le Motivazioni della Corte sulla Definizione Agevolata

La Corte ha osservato che la documentazione prodotta dall’Agenzia delle Entrate non provava il perfezionamento della notifica del diniego. La notifica era stata tentata secondo il rito dell’art. 140 c.p.c. (irreperibilità relativa), che richiede il deposito dell’atto presso la casa comunale, l’affissione di un avviso e l’invio di una raccomandata informativa. Tuttavia, mancava in atti la prova della ricezione di tale raccomandata, elemento essenziale per considerare la notifica validamente eseguita.

Sulla base di consolidata giurisprudenza, i giudici hanno affermato due principi fondamentali:

1. Il mancato rispetto del termine perentorio per la notifica del diniego comporta il perfezionamento della definizione agevolata.
2. Allo stesso modo, la mancanza di prova in giudizio della rituale notifica del diniego rende operativa la previsione di legge secondo cui la definizione si perfeziona con la sola presentazione della domanda e il pagamento degli importi dovuti.

Le Conclusioni Finali

Di conseguenza, non essendo stata provata la corretta notifica del diniego, la Corte ha ritenuto perfezionata la definizione agevolata richiesta dalla contribuente. Questo ha portato all’unica conclusione possibile: la dichiarazione di estinzione del processo. La Corte ha inoltre precisato che, in caso di estinzione, le spese legali restano a carico delle parti che le hanno anticipate e non si applica il raddoppio del contributo unificato, previsto solo per i casi di inammissibilità o rigetto del ricorso.

Cosa succede se l’Agenzia delle Entrate nega una definizione agevolata ma non notifica correttamente il diniego?
Secondo la Corte di Cassazione, se l’Agenzia delle Entrate non fornisce la prova della rituale notifica del diniego, la definizione agevolata si considera perfezionata per legge, come se fosse stata accettata.

Qual è la conseguenza del perfezionamento della definizione agevolata su un processo in corso?
Il perfezionamento della definizione agevolata, anche a causa di un vizio di notifica del diniego, comporta l’estinzione del processo tributario pendente.

In caso di estinzione del processo per perfezionamento della definizione agevolata, il contribuente deve pagare il raddoppio del contributo unificato?
No. La pronuncia chiarisce che il raddoppio del contributo unificato si applica solo nei casi di inammissibilità, improcedibilità o rigetto del ricorso, non in caso di estinzione del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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