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Definizione agevolata: processo estinto in Cassazione

Una contribuente, titolare di una ditta individuale, ha impugnato un avviso di accertamento fiscale. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, ha fatto ricorso in Cassazione. Durante il procedimento, ha aderito alla definizione agevolata delle controversie, versando l’intero importo richiesto. La Corte di Cassazione, verificato il corretto adempimento della procedura, ha dichiarato l’estinzione del processo e la cessazione della materia del contendere, con spese legali a carico di ciascuna parte.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata Controversie: Come Chiudere una Lite Fiscale in Cassazione

La definizione agevolata delle controversie rappresenta uno strumento fondamentale per i contribuenti che desiderano porre fine a lunghi e onerosi contenziosi con il Fisco. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come questa procedura possa portare all’estinzione del processo anche quando la lite è giunta al suo ultimo grado di giudizio. Analizziamo il caso per comprendere il funzionamento e le implicazioni pratiche di questa importante opportunità.

I Fatti del Caso: Dall’Accertamento Fiscale al Ricorso in Cassazione

La vicenda ha origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate alla titolare di una ditta individuale esercente attività di gelateria. Sulla base di indagini bancarie, l’amministrazione finanziaria contestava maggiori redditi non dichiarati ai fini IRPEF, IRAP e IVA per l’anno d’imposta 2009.

La contribuente ha impugnato l’atto impositivo, ma il suo ricorso è stato respinto sia dalla Commissione Tributaria di primo grado che da quella di secondo grado. Determinata a far valere le proprie ragioni, ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a due motivi principali: la violazione delle norme sulle presunzioni tributarie e l’omesso esame di un fatto decisivo.

La Svolta: L’Accesso alla Definizione Agevolata delle Controversie

Mentre il giudizio era pendente dinanzi alla Corte di Cassazione, la contribuente ha colto l’opportunità offerta dalla Legge n. 197 del 2022, presentando domanda di definizione agevolata della controversia. Questa normativa consente di chiudere le liti fiscali in corso attraverso il pagamento di un importo calcolato sul valore della controversia, ossia sul tributo contestato al netto di sanzioni e interessi.

La ricorrente ha presentato la domanda nei termini previsti e ha versato l’intera somma dovuta, pari a 33.964 euro, documentando il tutto alla Corte.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, ricevuta la documentazione, ha applicato direttamente le disposizioni della Legge n. 197 del 2022. La normativa in materia di definizione agevolata controversie è chiara: le liti pendenti in ogni stato e grado di giudizio possono essere definite a domanda del contribuente. Il perfezionamento della procedura avviene con la presentazione della domanda e il versamento integrale delle somme dovute.

Nel caso specifico, i giudici hanno verificato che:
1. La domanda di definizione era stata presentata entro il termine fissato dalla legge (30 settembre 2023).
2. La domanda si riferiva all’unico atto impositivo oggetto del contendere.
3. L’importo dovuto era stato correttamente calcolato e interamente versato.

Sulla base di questi presupposti, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare l’estinzione del processo e la cessazione della materia del contendere, come previsto dal comma 198 dell’art. 1 della legge citata.

Un ulteriore punto chiarito dalla Corte riguarda le spese processuali. La stessa norma stabilisce che, in caso di estinzione per definizione agevolata, le spese restano a carico della parte che le ha anticipate. Infine, la Corte ha specificato che non doveva essere applicata la disposizione che prevede il raddoppio del contributo unificato a carico della parte soccombente. Tale norma ha carattere sanzionatorio e non può essere applicata per analogia a un caso di estinzione del processo per adesione a una procedura di condono.

Conclusioni: L’Importanza della Definizione Agevolata come Strumento Risolutivo

Questa ordinanza conferma l’efficacia della definizione agevolata delle controversie come strumento per porre fine in modo definitivo ai contenziosi fiscali. La decisione sottolinea che, una volta rispettati i requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge, l’effetto estintivo del processo è automatico e si applica a qualsiasi grado di giudizio, compreso quello di legittimità.

Per i contribuenti, ciò si traduce in un notevole vantaggio: la possibilità di chiudere una pendenza con il Fisco in modo certo e rapido, evitando le incertezze e i costi di un lungo iter giudiziario. La pronuncia offre inoltre importanti chiarimenti procedurali, confermando che le spese legali vengono compensate tra le parti e che non si applicano ulteriori sanzioni processuali.

È possibile utilizzare la definizione agevolata per una controversia fiscale già arrivata in Corte di Cassazione?
Sì, la sentenza conferma che la procedura di definizione agevolata delle controversie, prevista dalla L. n. 197/2022, è applicabile ai giudizi pendenti in ogni stato e grado, inclusa la fase davanti alla Corte di Cassazione.

Cosa succede al processo se la domanda di definizione agevolata viene accettata e l’importo pagato?
Se la domanda è presentata correttamente entro i termini e l’importo dovuto viene versato integralmente, la Corte dichiara l’estinzione del processo e la cessazione della materia del contendere, ponendo fine alla lite.

In caso di estinzione del processo per definizione agevolata, chi paga le spese legali?
La legge (art. 1, comma 198, L. n. 197/2022) stabilisce che le spese processuali restano a carico della parte che le ha anticipate. Pertanto, ogni parte sostiene i propri costi legali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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