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Definizione agevolata liti: processo estinto

Un contribuente impugna un avviso di accertamento basato su accertamento sintetico (redditometro). Dopo un lungo contenzioso che arriva fino alla Corte di Cassazione, il contribuente aderisce alla definizione agevolata delle liti pendenti. La Suprema Corte, preso atto dell’avvenuta definizione, dichiara estinto il processo senza entrare nel merito delle questioni sollevate.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione agevolata liti: la via d’uscita dal contenzioso tributario

L’adesione alla definizione agevolata liti rappresenta una strategia efficace per porre fine a lunghe e complesse battaglie legali con il Fisco. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione illustra perfettamente come questo strumento possa determinare l’estinzione del processo tributario, anche quando questo è giunto al suo ultimo grado di giudizio. Analizziamo il caso per comprendere le dinamiche e le implicazioni pratiche di questa scelta.

I Fatti del Contenzioso: Dal Redditometro alla Cassazione

La vicenda ha origine da un avviso di accertamento notificato a un contribuente per l’anno d’imposta 2007. L’Agenzia delle Entrate, utilizzando il metodo induttivo dell’accertamento sintetico (noto come “redditometro”), aveva contestato un maggior reddito di oltre 130.000 euro, basandosi su vari elementi indicativi di capacità di spesa, tra cui la titolarità di immobili, l’acquisto di veicoli e il possesso di cavalli.

Il contribuente ha impugnato l’atto, dando inizio a un percorso giudiziario articolato:
1. Primo Grado (CTP): La Commissione Tributaria Provinciale accoglieva parzialmente il ricorso, riducendo notevolmente il maggior reddito accertato.
2. Secondo Grado (CTR): L’Agenzia delle Entrate proponeva appello e la Commissione Tributaria Regionale, in parziale riforma della prima sentenza, rideterminava il reddito a una cifra intermedia.

Insoddisfatto, il contribuente presentava ricorso per Cassazione, lamentando diversi errori di diritto, tra cui l’errata qualificazione dei suoi cavalli, la valutazione di un’auto acquistata anni prima e la mancata considerazione del reddito del nucleo familiare. Anche l’Agenzia delle Entrate proponeva un ricorso incidentale, contestando l’applicazione di parametri del “nuovo redditometro” da parte dei giudici d’appello.

La Svolta: L’Adesione alla Definizione Agevolata Liti

Quando il processo era ormai pendente dinanzi alla Suprema Corte, pronta a decidere sulle complesse questioni di diritto sollevate da entrambe le parti, il contribuente ha compiuto una mossa decisiva. Ha presentato istanza di estinzione del giudizio, avendo aderito alla definizione agevolata liti prevista dalla Legge n. 197/2022.

Questa procedura consente ai contribuenti di chiudere le controversie pendenti con l’Amministrazione Finanziaria attraverso il pagamento di somme forfettarie, generalmente inferiori a quanto richiesto. Il contribuente ha documentato l’adesione depositando la domanda, la ricevuta di pagamento della prima rata e la relativa attestazione dell’Agenzia delle Entrate.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Di fronte a questa iniziativa, la Corte di Cassazione non è entrata nel merito dei motivi di ricorso. Non ha stabilito se i cavalli fossero da affezione o da equitazione, né se fosse corretto applicare i parametri del vecchio o del nuovo redditometro.

Il suo compito si è limitato a una verifica procedurale. La Corte ha constatato che il contribuente aveva seguito correttamente l’iter previsto dalla legge per la definizione agevolata liti e che non vi era stato alcun diniego da parte dell’Agenzia delle Entrate. La normativa (in particolare il comma 198 dell’art. 1 della Legge 197/2022) stabilisce chiaramente che, in questi casi, il processo deve essere dichiarato estinto. Di conseguenza, la Corte ha pronunciato l’estinzione del processo, ponendo fine alla controversia in modo definitivo.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma l’efficacia della definizione agevolata liti come strumento deflattivo del contenzioso tributario. Essa offre una via d’uscita pragmatica che garantisce certezza sia al contribuente, che può chiudere una pendenza onerosa e incerta, sia all’Erario, che incassa somme in tempi rapidi. La decisione sottolinea che, una volta perfezionata la procedura di definizione, il giudizio si estingue automaticamente, indipendentemente dallo stato e dal grado in cui si trova, persino se al vaglio della Suprema Corte. Per quanto riguarda le spese legali, la legge prevede che, in caso di estinzione, ciascuna parte si faccia carico delle proprie.

È possibile chiudere una lite fiscale con l’Agenzia delle Entrate anche se il caso è già arrivato in Corte di Cassazione?
Sì, l’ordinanza dimostra che l’adesione alla definizione agevolata delle liti pendenti permette di ottenere l’estinzione del processo in qualsiasi stato e grado, compreso il giudizio di Cassazione.

Se si aderisce alla definizione agevolata, la Corte decide comunque nel merito chi aveva ragione?
No, la Corte non entra nel merito delle questioni giuridiche contestate. Si limita a verificare la corretta adesione alla procedura di definizione e, se i requisiti sono soddisfatti, dichiara il processo estinto.

Cosa succede alle spese legali in caso di estinzione del processo per definizione agevolata?
Come specificato dalla normativa di riferimento e confermato nell’ordinanza, in caso di estinzione per adesione alla definizione agevolata, le spese del processo restano a carico della parte che le ha anticipate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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