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Definizione agevolata liti: processo estinto

Due società e i loro soci impugnano avvisi di accertamento per costi chilometrici non deducibili. Dopo l’appello in Cassazione, i contribuenti accedono alla definizione agevolata delle liti. La Corte, verificati i requisiti della sanatoria e la rinuncia al ricorso di una delle parti, dichiara il processo estinto.

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Pubblicato il 24 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata Liti: Quando la Pace Fiscale Estingue il Processo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione illustra chiaramente gli effetti della definizione agevolata liti pendenti, uno strumento che consente di chiudere le controversie con il Fisco. Il caso in esame, originato da un accertamento sulla deducibilità dei rimborsi chilometrici, si conclude non con una decisione sul merito, ma con l’estinzione del processo, offrendo spunti importanti sulle strategie processuali in ambito tributario.

I Fatti: Dai Rimborsi Chilometrici al Contenzioso in Cassazione

La vicenda ha inizio quando l’Agenzia delle Entrate emette due avvisi di accertamento nei confronti di una società in accomandita semplice e di una società in nome collettivo, attive rispettivamente nel disbrigo pratiche e nel settore assicurativo. L’Amministrazione Finanziaria contestava la deducibilità dei costi derivanti dai rimborsi chilometrici erogati ai due soci per l’utilizzo delle proprie autovetture.

Di conseguenza, il maggior reddito d’impresa veniva imputato per trasparenza ai soci in proporzione alle loro quote, con conseguenti riprese fiscali ai fini IRPEF. I contribuenti impugnavano gli atti impositivi, ottenendo un parziale accoglimento in primo grado. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale riformava la decisione, respingendo l’appello dei contribuenti. Contro quest’ultima sentenza, una delle società e i soci proponevano ricorso per cassazione, lamentando l’erronea interpretazione delle norme sulla prova dei costi. L’Agenzia delle Entrate resisteva con un controricorso.

L’Impatto della Definizione Agevolata Liti sul Processo

Mentre il giudizio pendeva davanti alla Corte Suprema, è intervenuta una novità legislativa (L. n. 197/2022) che ha introdotto una nuova opportunità di definizione agevolata liti pendenti. I soci hanno colto questa possibilità, presentando domanda di definizione per le controversie relative ai loro avvisi di accertamento personali. Parallelamente, la società in accomandita semplice ha depositato una formale dichiarazione di rinuncia al proprio ricorso, prontamente accettata dall’Agenzia delle Entrate.

Le Motivazioni della Corte: Estinzione per Accordo e Sanatoria

La Corte di Cassazione, prima di esaminare il merito dei ricorsi, ha preso atto di questi eventi sopravvenuti.

In primo luogo, ha verificato la sussistenza di tutte le condizioni previste dalla legge per l’accesso alla definizione agevolata da parte dei soci: la lite rientrava nella giurisdizione tributaria, l’Agenzia delle Entrate era parte del giudizio, i ricorsi originari erano stati notificati entro i termini, le domande di definizione erano state presentate tempestivamente e, non essendo dovuti importi, la procedura si era perfezionata con la sola presentazione dell’istanza. Poiché l’Agenzia non aveva notificato alcun diniego, la Corte ha dichiarato l’estinzione del processo per questa parte della controversia.

In secondo luogo, ha accertato la validità della rinuncia al ricorso presentata dalla società. L’atto era stato sottoscritto dal legale rappresentante e dai difensori ed era stato accettato espressamente dall’Avvocatura Generale dello Stato. Anche per questa parte, quindi, il processo è stato dichiarato estinto.

Le Conclusioni: Vantaggi e Implicazioni della Chiusura del Contenzioso

L’ordinanza evidenzia il potere risolutivo degli strumenti di definizione agevolata. Anziché attendere una decisione incerta nel merito, che avrebbe potuto essere favorevole o sfavorevole, le parti hanno optato per una soluzione tombale. L’effetto principale è l’estinzione del processo, che prevale su ogni pronuncia non definitiva emessa nei gradi precedenti. Una conseguenza diretta, prevista dalla normativa sulla sanatoria e dall’accordo sulla rinuncia, è stata la compensazione integrale delle spese legali: ogni parte ha sostenuto i propri costi. Infine, la Corte ha specificato che, non trattandosi di un rigetto o di una dichiarazione di inammissibilità, non era dovuto il pagamento del cosiddetto ‘doppio contributo unificato’. Questo caso dimostra come le normative sulla ‘pace fiscale’ possano rappresentare un’efficace alternativa per chiudere contenziosi lunghi e onerosi, sebbene lascino irrisolta la questione giuridica di fondo.

Quando è possibile accedere alla definizione agevolata delle liti pendenti?
Sulla base dell’ordinanza, è possibile quando la controversia è di competenza della giurisdizione tributaria, l’Agenzia delle Entrate è parte in causa, il ricorso introduttivo è stato notificato entro la data di entrata in vigore della legge, la domanda è presentata entro i termini e il processo non si è ancora concluso con una pronuncia definitiva.

Quali sono gli effetti della definizione agevolata sul processo in corso?
L’effetto principale è l’estinzione del processo. Ciò significa che il giudizio si chiude senza una sentenza sul merito della questione e gli effetti della definizione prevalgono sulle eventuali pronunce giurisdizionali non passate in giudicato.

Cosa succede alle spese legali in caso di estinzione del processo per definizione agevolata?
La normativa specifica citata nel provvedimento (art. 1, comma 198, L. n. 197/2022) stabilisce che le spese del processo estinto restano a carico della parte che le ha anticipate. In questo caso, la Corte ha disposto l’integrale compensazione delle spese tra le parti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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