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Definizione agevolata liti pendenti: estinzione processo

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione di un processo tributario a seguito dell’adesione del contribuente alla definizione agevolata liti pendenti. Il ricorso, originato da un avviso di accertamento, è stato interrotto dalla richiesta del contribuente di avvalersi della procedura di sanatoria fiscale. La Corte ha quindi terminato il giudizio, stabilendo che le spese legali restino a carico di ciascuna delle parti che le ha anticipate.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione agevolata liti pendenti: la Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio

L’ordinanza n. 20628/2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio pratico degli effetti della definizione agevolata liti pendenti sui processi in corso. La Suprema Corte ha dichiarato estinto un giudizio tributario dopo che il contribuente ha aderito alla sanatoria prevista dalla legge di bilancio, ponendo fine a una controversia che durava da anni.

Questo provvedimento sottolinea l’importanza e l’efficacia degli strumenti deflattivi del contenzioso, consentendo di chiudere le dispute fiscali senza attendere una decisione finale sul merito della questione.

Il caso: dall’accertamento fiscale al ricorso in Cassazione

La vicenda ha origine da un avviso di accertamento per imposte dirette e IVA relativo all’anno 2008, emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di un contribuente. Quest’ultimo ha impugnato l’atto prima davanti alla Commissione Tributaria Provinciale e poi, a seguito del rigetto del primo ricorso, presso la Commissione Tributaria Regionale della Campania. Entrambi i gradi di giudizio di merito si sono conclusi a favore dell’amministrazione finanziaria.

Non soddisfatto, il contribuente ha presentato ricorso per cassazione, sollevando quattro motivi di impugnazione, tra cui la presunta violazione di norme sulla delega di firma dell’avviso, la mancata applicazione del contraddittorio preventivo e l’indebita contestazione della deducibilità dei costi di sponsorizzazione.

La svolta processuale: l’adesione alla definizione agevolata liti pendenti

Durante la pendenza del giudizio in Cassazione, il panorama è cambiato radicalmente. Il contribuente ha presentato un’istanza di sospensione del processo, manifestando la volontà di avvalersi della definizione agevolata liti pendenti, introdotta dalla Legge n. 197/2022.

Successivamente, ha depositato la documentazione necessaria, inclusa la copia della domanda di definizione presentata all’Agenzia delle Entrate. Un aspetto cruciale era che il contribuente non ha dovuto effettuare alcun nuovo versamento, poiché le somme già pagate a titolo provvisorio durante le fasi precedenti del giudizio superavano l’importo dovuto secondo i calcoli della definizione agevolata.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte, presa visione della documentazione, ha applicato direttamente la normativa sulla definizione agevolata. La legge stabilisce che il processo si estingue se il contribuente deposita presso l’organo giurisdizionale, entro una data specifica, la domanda di definizione e l’attestazione del pagamento dovuto (o della prima rata).

Nel caso specifico, la Corte ha verificato che il contribuente aveva adempiuto ai propri oneri procedurali. Dato che non era richiesto alcun ulteriore pagamento, la presentazione della domanda era sufficiente per perfezionare la procedura. Di conseguenza, i giudici hanno dichiarato l’estinzione del giudizio. La Corte ha inoltre precisato che la declaratoria di estinzione esclude l’applicazione della norma che prevede il pagamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato in caso di rigetto dell’impugnazione.

Le conclusioni: implicazioni pratiche dell’estinzione

La decisione ha due conseguenze pratiche fondamentali. In primo luogo, il processo si è concluso senza che la Corte di Cassazione si sia pronunciata nel merito dei motivi del ricorso. Le questioni giuridiche sollevate dal contribuente non sono state decise. In secondo luogo, le spese del processo sono rimaste a carico della parte che le ha anticipate. Ciò significa che ogni parte (contribuente e Agenzia delle Entrate) ha sostenuto i propri costi legali per l’intero iter giudiziario, senza alcuna condanna al rimborso. Questa ordinanza conferma come la definizione agevolata liti pendenti rappresenti una via d’uscita efficace per chiudere contenziosi fiscali, evitando i rischi e i tempi di un giudizio di legittimità.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata delle liti pendenti?
Il processo viene dichiarato estinto, come stabilito dalla legge n. 197 del 2022, a condizione che il contribuente depositi la domanda di definizione e l’eventuale prova del versamento presso l’organo giurisdizionale competente.

Chi paga le spese legali quando un giudizio si estingue per definizione agevolata?
Le spese del processo restano a carico della parte che le ha anticipate. Ciascuna parte, quindi, sostiene i propri costi legali senza avere diritto a un rimborso dalla controparte.

Il contribuente deve effettuare un versamento per la definizione agevolata anche se ha già pagato somme in pendenza di giudizio?
No. Se le somme già corrisposte a titolo provvisorio durante il giudizio sono superiori a quelle dovute in base alla definizione agevolata, non è necessario alcun ulteriore versamento, come accaduto nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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