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Definizione agevolata liti: estinzione del giudizio

Una società ha impugnato in Cassazione una sentenza sfavorevole della Commissione Tributaria Regionale relativa ad accertamenti IRES e IVA. Nelle more del giudizio, la società ha aderito alla definizione agevolata liti tributarie, presentando domanda e versando il dovuto. La Corte di Cassazione, verificata la documentazione e l’assenza di un diniego da parte dell’Agenzia delle Entrate, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, con spese a carico di chi le ha anticipate.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata Liti Tributarie: Quando il Giudizio in Cassazione si Estingue

La definizione agevolata liti tributarie rappresenta uno strumento fondamentale per contribuenti e imprese che desiderano chiudere contenziosi pendenti con il Fisco in modo rapido e conveniente. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione illustra chiaramente il meccanismo e gli effetti di questa procedura, culminando con la dichiarazione di estinzione del giudizio. Analizziamo insieme questo caso pratico per comprendere le dinamiche e le implicazioni di questa importante opportunità.

I Fatti del Contenzioso

Una società a responsabilità limitata si trovava coinvolta in un complesso contenzioso con l’Agenzia delle Entrate. La controversia riguardava due avvisi di accertamento, uno relativo all’IVA per il 2007 e l’altro all’IRES per il 2006. Inizialmente, la Commissione Tributaria Provinciale aveva dato ragione alla società, accogliendo i suoi ricorsi. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate aveva impugnato con successo tale decisione davanti alla Commissione Tributaria Regionale, che aveva riformato la sentenza di primo grado.

Contro questa decisione sfavorevole, la società ha proposto ricorso per Cassazione, basandolo su sette motivi di impugnazione. L’Agenzia delle Entrate ha resistito presentando un controricorso, portando la lite fino all’ultimo grado di giudizio.

La Domanda di Definizione Agevolata Liti Tributarie

Durante la pendenza del giudizio in Cassazione, la società ha colto l’opportunità offerta dalla normativa sulla definizione agevolata liti tributarie. Con una memoria depositata in data 6 giugno 2024, ha comunicato alla Corte di aver presentato le domande di definizione ai sensi dell’art. 5 della Legge n. 130/2022.

A supporto della sua istanza, la società ha prodotto la documentazione che attestava l’avvenuto pagamento di un importo pari al 20% del valore della controversia, quantificato in 22.460,24 euro. Inoltre, ha specificato di non aver mai ricevuto alcun atto di diniego da parte dell’Agenzia delle Entrate, un elemento cruciale per il perfezionamento della procedura.

La Decisione della Corte di Cassazione

All’udienza pubblica, il Sostituto Procuratore Generale ha chiesto l’estinzione del giudizio. La Corte, dopo aver ascoltato il legale della società ricorrente e constatato l’assenza della controparte (l’Agenzia delle Entrate), ha accolto la richiesta.

La Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio, stabilendo che le spese legali restassero a carico di chi le aveva anticipate. La decisione si fonda sulla corretta applicazione della normativa sulla definizione agevolata, che in presenza di determinati requisiti porta alla chiusura definitiva del contenzioso.

Le Motivazioni: Il Perfezionamento della Definizione Agevolata

La motivazione della Corte si basa interamente sulla corretta applicazione dell’art. 5 della Legge n. 130/2022. La norma prevede che le controversie tributarie pendenti in Cassazione, in cui l’Agenzia delle Entrate risulti soccombente in uno dei gradi di merito e il cui valore non superi i 50.000 euro, possano essere definite con il pagamento di un importo ridotto (in questo caso, il 20% del valore).

Il comma 7 della stessa legge stabilisce che la definizione si perfeziona con la presentazione della domanda e il pagamento degli importi dovuti. Fondamentale è anche il meccanismo del silenzio-assenso: l’eventuale diniego da parte dell’Agenzia deve essere notificato entro trenta giorni. Poiché la società ha dimostrato di aver adempiuto ai suoi obblighi (presentazione domanda e pagamento) e non è risultato alcun diniego da parte dell’Agenzia, la Corte ha concluso che sussistevano tutti i presupposti per dichiarare l’estinzione del giudizio.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

Questa ordinanza conferma l’efficacia della definizione agevolata liti tributarie come strumento per porre fine a lunghe e costose battaglie legali con il Fisco. Le conclusioni che possiamo trarre sono:

1. Tempestività e Precisione: È cruciale presentare la domanda e effettuare i pagamenti entro i termini previsti dalla legge, conservando tutta la documentazione probatoria.
2. Il Valore del Silenzio: L’assenza di un diniego esplicito da parte dell’Agenzia delle Entrate entro i termini di legge è un fattore determinante per il buon esito della procedura.
3. Gestione delle Spese: In caso di estinzione per definizione agevolata, la regola generale è che ogni parte sostiene le proprie spese legali. Questo è un fattore da considerare nel calcolo della convenienza economica dell’operazione.

In sintesi, la decisione in esame ribadisce la validità e l’utilità delle “tregue fiscali”, offrendo ai contribuenti una via d’uscita certa dai contenziosi, a condizione che la procedura venga seguita scrupolosamente.

Quando si perfeziona la definizione agevolata di una lite tributaria pendente in Cassazione?
La definizione si perfeziona con la presentazione della domanda e con il pagamento degli importi dovuti entro i termini stabiliti dalla legge.

Cosa succede se l’Agenzia delle Entrate non risponde alla domanda di definizione agevolata?
In assenza di un atto di diniego notificato dall’Agenzia delle Entrate entro i termini previsti (trenta giorni), la definizione si intende perfezionata. Se i presupposti sono rispettati, il giudice dichiara l’estinzione del giudizio.

In caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata, chi paga le spese legali?
Secondo la normativa applicata in questo caso (art. 5, comma 5, L. 130/2022), le spese processuali restano a carico della parte che le ha anticipate. Ciascuna parte, quindi, paga i propri avvocati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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