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Definizione Agevolata: Lite Fiscale Estinta in Cassazione

Un contribuente, ritenuto responsabile per una quota del debito fiscale di una società estinta, ha visto il suo contenzioso con l’Agenzia delle Entrate, giunto fino alla Corte di Cassazione, concludersi con una declaratoria di estinzione. La soluzione è arrivata grazie all’adesione alla Definizione Agevolata prevista dalla Legge n. 197/2022. La Suprema Corte, preso atto della domanda e del relativo pagamento, ha dichiarato estinto il giudizio, confermando l’efficacia dello strumento deflattivo del contenzioso in ogni grado di giudizio.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: La Cassazione Dichiara Estinta la Lite Fiscale

Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione illumina l’efficacia della Definizione Agevolata come strumento per chiudere definitivamente i contenziosi tributari, anche quando questi raggiungono l’ultimo grado di giudizio. Questo provvedimento dimostra come l’adesione a procedure di sanatoria fiscale possa portare all’estinzione del processo, offrendo una via d’uscita certa a contribuenti e Amministrazione Finanziaria. Analizziamo insieme i dettagli di questa interessante vicenda processuale.

I Fatti del Caso: Responsabilità Fiscale e Impugnazione

Tutto ha origine da un’indagine di polizia giudiziaria che ha portato l’Agenzia delle Entrate a contestare l’uso di fatture per operazioni inesistenti da parte di una società a responsabilità limitata, poi posta in liquidazione e cancellata dal registro delle imprese. L’Ufficio ha emesso un avviso di accertamento per IVA, sanzioni e accessori nei confronti della società, del liquidatore e di due soggetti ritenuti amministratori di fatto e beneficiari dei proventi illeciti.

A uno di questi, un contribuente, è stato notificato un avviso di accertamento di responsabilità per il recupero del 20% delle imposte e sanzioni, dato che la società, ormai estinta, non poteva più adempiere. Il contribuente ha impugnato l’atto davanti alla Commissione Tributaria Provinciale, ottenendo un accoglimento parziale. La vicenda è proseguita con un appello principale dell’Agenzia e un appello incidentale del contribuente davanti alla Commissione Tributaria Regionale, che ha respinto il primo e accolto il secondo. Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso per cassazione.

La Svolta con la Definizione Agevolata

Durante la pendenza del giudizio in Cassazione, il difensore del contribuente ha compiuto un passo decisivo. Invocando la Legge n. 197 del 2022, ha presentato istanza per la Definizione Agevolata della controversia. A sostegno della sua richiesta, ha depositato la domanda di definizione e la prova dell’avvenuto pagamento dell’intero importo dovuto secondo la normativa. Successivamente, anche l’Avvocatura Generale dello Stato, per conto dell’Agenzia, ha confermato la regolarità della procedura e ha richiesto la declaratoria di estinzione del giudizio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con la sua ordinanza, ha preso atto della volontà delle parti di porre fine alla lite attraverso lo strumento deflattivo previsto dalla legge. I giudici hanno richiamato i commi rilevanti dell’art. 1 della Legge n. 197 del 2022. La normativa stabilisce che le controversie tributarie pendenti in ogni stato e grado possono essere definite a domanda del contribuente, con il pagamento di un importo pari al valore della controversia.

In particolare, il comma 198 della citata legge dispone che, una volta depositata la domanda e la prova del versamento, il processo è dichiarato estinto con decreto o ordinanza. La Corte ha quindi applicato direttamente questa disposizione, constatando che i requisiti erano stati pienamente rispettati. Non essendovi elementi contrari sollevati dall’Agenzia delle Entrate, i giudici hanno dichiarato l’estinzione del giudizio.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La decisione in esame è un chiaro esempio del funzionamento e dell’utilità della Definizione Agevolata. Essa conferma che tale strumento è applicabile in qualsiasi fase del contenzioso, compresa quella di legittimità davanti alla Corte di Cassazione, rappresentando una potente leva per chiudere le pendenze con il Fisco. Per i contribuenti, offre la possibilità di ottenere certezza giuridica e di evitare i costi e le incertezze di un lungo processo. Per l’Amministrazione Finanziaria, consente di incassare somme e di ridurre il carico di lavoro dei tribunali. L’ordinanza ribadisce inoltre un principio fondamentale di queste procedure: le spese processuali restano a carico della parte che le ha anticipate, senza condanne o rimborsi.

È possibile utilizzare la definizione agevolata per una lite pendente in Corte di Cassazione?
Sì, l’ordinanza conferma che la procedura di definizione agevolata, come previsto dalla Legge n. 197 del 2022, si applica alle controversie pendenti in ogni stato e grado del giudizio, inclusa la fase davanti alla Corte di Cassazione.

Cosa accade al processo una volta presentata la domanda di definizione e pagato l’importo?
Una volta che il contribuente deposita presso l’organo giurisdizionale la copia della domanda di definizione e la prova del versamento, il processo viene dichiarato estinto con decreto del presidente o con ordinanza, come avvenuto nel caso di specie.

A chi spettano le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
In caso di estinzione del giudizio a seguito di definizione agevolata, la legge prevede che le spese del processo restino a carico della parte che le ha anticipate. Non vi è quindi una condanna alle spese a carico di una delle parti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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