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Definizione agevolata: la Cassazione chiede chiarimenti

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha sospeso un giudizio relativo a imposte ipotecarie e catastali. La sospensione è dovuta alla richiesta di definizione agevolata presentata da uno dei contribuenti, il cui collegamento con l’atto impugnato non era chiaro. La Corte ha concesso alle parti 90 giorni per fornire i necessari chiarimenti prima di procedere con la decisione finale.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Quando la Cassazione Chiede Chiarimenti prima di Decidere

L’adesione a una procedura di definizione agevolata, come la ‘rottamazione quater’, durante un contenzioso tributario può portare alla sospensione del giudizio. Tuttavia, come chiarisce una recente ordinanza della Corte di Cassazione, è fondamentale che il collegamento tra i carichi oggetto della sanatoria e l’atto impugnato in giudizio sia chiaro e inequivocabile. In caso contrario, il giudice può fermare tutto e chiedere delucidazioni.

I Fatti del Caso: Dall’Accertamento al Ricorso in Cassazione

La vicenda trae origine da un avviso di liquidazione e rettifica di imposte ipotecarie e catastali, notificato a due contribuenti a seguito di una compravendita immobiliare del 2012. I contribuenti hanno impugnato l’atto, ma i loro ricorsi sono stati respinti sia in primo che in secondo grado dalla Commissione Tributaria.

Giunti dinanzi alla Corte di Cassazione, uno dei due ricorrenti ha presentato una dichiarazione di adesione alla definizione agevolata dei carichi (la cosiddetta ‘rottamazione quater’) e ha richiesto la sospensione del giudizio fino al 30 novembre 2025, data di scadenza prevista per il pagamento delle rate.

L’Istanza di Definizione Agevolata e i Dubbi della Corte

Analizzando la documentazione prodotta, la Suprema Corte ha riscontrato delle incongruenze. L’istanza di rottamazione faceva riferimento a specifici avvisi e cartelle di pagamento che non sembravano coincidere con l’avviso di liquidazione oggetto del contenzioso in esame. Inoltre, non vi era prova in atti del pagamento delle rate già scadute previste dal piano di definizione.

Questa mancanza di un collegamento evidente tra la procedura di sanatoria avviata e l’atto specifico impugnato ha sollevato un dubbio fondamentale per i giudici: l’adesione alla definizione agevolata riguarda effettivamente il debito per cui si sta litigando?

La Decisione della Corte: l’Ordinanza Interlocutoria

Di fronte a questa incertezza, la Corte di Cassazione non ha potuto né accogliere la richiesta di sospensione né decidere nel merito il ricorso. Ha quindi emesso un’ordinanza interlocutoria, uno strumento procedurale utilizzato per gestire il processo prima della decisione finale.

Le Motivazioni

La Corte ha ritenuto necessario chiedere alle parti chiarimenti precisi sull’istanza di definizione agevolata. In particolare, ha richiesto di specificare la tipologia e l’oggetto della definizione, il collegamento con il giudizio in corso e con l’atto impugnato, gli eventuali pagamenti già effettuati e gli effetti dell’istanza nei confronti dell’altro ricorrente. Per fornire queste informazioni, la Corte ha assegnato un termine di 90 giorni dalla comunicazione dell’ordinanza. La causa è stata quindi rinviata a nuovo ruolo, in attesa di ricevere le delucidazioni richieste.

Le Conclusioni

Questa pronuncia sottolinea un principio cruciale per i contribuenti che intendono avvalersi di strumenti di pacificazione fiscale mentre è in corso un contenzioso. Non è sufficiente presentare un’istanza di adesione alla rottamazione per ottenere automaticamente la sospensione o l’estinzione del giudizio. È indispensabile dimostrare in modo inequivocabile che i debiti che si stanno sanando sono esattamente gli stessi per cui si è in causa. La mancanza di questa prova può portare il giudice a sospendere il procedimento non per attendere l’esito della definizione, ma per chiedere al contribuente di fare chiarezza, allungando di fatto i tempi processuali.

Cosa succede se un contribuente chiede una definizione agevolata durante un processo in Cassazione?
Il processo può essere sospeso. Tuttavia, come dimostra questo caso, se il collegamento tra la definizione agevolata e l’atto specifico contestato nel processo non è chiaro, la Corte può emettere un’ordinanza interlocutoria per chiedere chiarimenti prima di decidere, invece di sospendere il giudizio in attesa del pagamento.

Perché la Corte non ha semplicemente sospeso il giudizio come richiesto?
La Corte non ha sospeso il giudizio perché dai documenti non era evidente che l’avviso di liquidazione fiscale al centro della causa fosse incluso nell’istanza di definizione agevolata. Mancava la prova del collegamento diretto tra i due atti.

Cosa ha deciso la Corte con l’ordinanza interlocutoria?
La Corte ha deciso di non decidere sul merito della questione, ma di rinviare la causa a una data futura. Ha assegnato alle parti un termine di 90 giorni per fornire chiarimenti dettagliati sull’istanza di rottamazione, sul suo oggetto e sul suo legame con il contenzioso in atto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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