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Definizione agevolata: estinzione processo tributario

Una società manifatturiera, dopo aver impugnato diversi avvisi di accertamento fino alla Corte di Cassazione, ha presentato istanza di definizione agevolata ai sensi del D.L. 119/2018. Avendo adempiuto a tutti i requisiti procedurali, inclusi i pagamenti, e in assenza di un diniego da parte dell’Agenzia delle Entrate, la Suprema Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio, confermando l’efficacia di questo strumento per risolvere le controversie fiscali.

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Pubblicato il 31 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione agevolata: la via d’uscita dal contenzioso tributario

La definizione agevolata delle liti pendenti si conferma uno strumento potente per i contribuenti che desiderano chiudere definitivamente un contenzioso con il Fisco. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito come, al perfezionarsi della procedura, il processo tributario debba essere dichiarato estinto, ponendo fine a un lungo percorso giudiziario. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Tutto ha origine da una verifica fiscale a carico di una società manifatturiera, a seguito della quale l’Agenzia delle Entrate aveva emesso ben undici avvisi di accertamento e un atto di contestazione per diverse annualità d’imposta, relativi a IVA, IRES, IRAP e altri tributi erariali. La società aveva impugnato tutti gli atti, ma i suoi ricorsi erano stati respinti sia dalla Commissione Tributaria Provinciale che da quella Regionale.

Giunta di fronte alla Corte di Cassazione con otto motivi di ricorso, la società ha deciso di percorrere una strada alternativa per risolvere la controversia: la definizione agevolata prevista dall’art. 6 del D.L. 119/2018.

La Svolta: L’Istanza di Definizione Agevolata

In pendenza del giudizio di legittimità, la contribuente ha presentato le domande per la definizione agevolata relative a tutti gli atti impugnati. Ha allegato le quietanze di pagamento delle somme dovute, versate entro i termini previsti dalla legge. A fronte di ciò, l’Agenzia delle Entrate non ha notificato alcun atto di diniego, e nessuna delle parti ha depositato un’istanza per la trattazione del merito della causa.

Questi passaggi procedurali sono stati fondamentali per l’esito della vicenda. La normativa sulla definizione agevolata prevede infatti una serie di condizioni precise il cui rispetto porta a una conseguenza inevitabile: l’estinzione del giudizio.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, preso atto della documentazione prodotta dalla ricorrente, ha dichiarato l’estinzione del processo. Le motivazioni si fondano su una puntuale applicazione dell’art. 6, comma 13, del d.l. 119/2018. Secondo la Corte, il perfezionamento della definizione agevolata e la conseguente estinzione del giudizio si verificano quando:
1. Il contribuente presenta la domanda entro il termine stabilito.
2. Vengono effettuati i pagamenti richiesti.
3. L’Ufficio non notifica un provvedimento di diniego entro il termine previsto.
4. Nessuna delle parti deposita un’istanza di trattazione entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello di presentazione della domanda.

Nel caso di specie, tutte queste condizioni erano state soddisfatte. Pertanto, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare l’estinzione del processo, con compensazione delle spese legali tra le parti. La Suprema Corte ha inoltre chiarito che non ricorrevano i presupposti per il pagamento del doppio del contributo unificato, una sanzione prevista solo per i casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, e non per l’estinzione del giudizio, che ha natura differente.

Conclusioni

Questa ordinanza riafferma il valore e l’efficacia della definizione agevolata come strumento deflattivo del contenzioso. Per i contribuenti, rappresenta una via concreta per chiudere le pendenze con il Fisco in modo certo e a condizioni vantaggiose, evitando le incertezze e i costi di un lungo iter processuale. La decisione sottolinea l’importanza di seguire scrupolosamente la procedura: la presentazione della domanda, il rispetto delle scadenze di pagamento e il comportamento processuale successivo sono tutti elementi cruciali per il buon esito dell’operazione e per ottenere la definitiva estinzione della lite.

Quali sono i presupposti per ottenere l’estinzione del processo tramite la definizione agevolata secondo questa ordinanza?
Per ottenere l’estinzione è necessario presentare la domanda di definizione entro i termini, pagare le rate dovute, che l’Agenzia delle Entrate non notifichi un diniego e che nessuna delle parti depositi istanza di trattazione del merito entro la scadenza prevista dalla legge.

Cosa succede se l’Agenzia delle Entrate non notifica un diniego alla domanda di definizione agevolata?
Il silenzio dell’Agenzia delle Entrate, unito al pagamento degli importi da parte del contribuente, perfeziona la procedura di definizione agevolata. Se non viene presentata istanza di trattazione, il giudizio si estingue automaticamente.

In caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata, il ricorrente è tenuto a pagare il doppio del contributo unificato?
No. La Corte ha chiarito che l’obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato è una misura sanzionatoria che si applica solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, non in caso di estinzione del processo per avvenuta definizione agevolata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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