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Definizione agevolata: estinzione giudizio tributario

Due contribuenti, soci di una società di scommesse, hanno impugnato una sentenza tributaria sfavorevole. In Cassazione, hanno richiesto la definizione agevolata del contenzioso ai sensi della L. 197/2022. La Corte, verificata l’adesione, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, con spese a carico di chi le ha anticipate.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Come Chiudere un Contenzioso in Cassazione

La definizione agevolata rappresenta uno strumento cruciale per i contribuenti che desiderano porre fine a lunghi e costosi contenziosi tributari. Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione conferma l’effetto estintivo di questa procedura, offrendo un’importante via d’uscita per le liti pendenti. Analizziamo come, aderendo a questa misura, sia stato possibile chiudere definitivamente una controversia relativa all’imposta unica sulle scommesse.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli a una società in nome collettivo, operante come centro trasmissione dati (CTD) per un bookmaker estero. L’Amministrazione Finanziaria contestava il mancato versamento dell’imposta unica sulle scommesse a quota fissa per l’anno 2013, ritenendo la società e i suoi soci responsabili del pagamento.

Il contenzioso, iniziato presso la Commissione tributaria provinciale, era proseguito fino alla Commissione tributaria regionale, che aveva confermato la pretesa dell’Agenzia, riconoscendo la soggettività passiva d’imposta del CTD. I soci della società, nel frattempo cancellata dal registro delle imprese, hanno quindi proposto ricorso per cassazione avverso tale decisione.

La Svolta del Processo: La Richiesta di Definizione Agevolata

In pendenza del giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione, i ricorrenti hanno scelto di avvalersi della definizione agevolata delle liti pendenti, introdotta dalla Legge n. 197 del 2022. Questa normativa offre ai contribuenti la possibilità di chiudere le controversie fiscali attraverso il pagamento di una somma ridotta, con conseguente estinzione del processo.

Seguendo la procedura, i contribuenti hanno presentato la domanda di definizione e la documentazione attestante il versamento degli importi dovuti. A seguito di questa istanza, la Corte è stata chiamata a pronunciarsi non più sul merito della controversia, ma sull’effetto che tale adesione produce sul processo in corso.

Le Norme sulla Definizione Agevolata del Giudizio

La Legge n. 197/2022, come modificata dal D.L. n. 34/2023, stabilisce che il contribuente debba depositare presso l’organo giurisdizionale la copia della domanda di definizione e del versamento. Una volta adempiuto a tale onere, il processo viene dichiarato estinto con un decreto o un’ordinanza, come nel caso di specie. La normativa prevede inoltre che le spese del processo restino a carico della parte che le ha anticipate, senza possibilità di rivalsa.

Le Motivazioni della Decisione della Corte

La Corte di Cassazione, nell’adunanza camerale, ha preso atto della documentazione depositata dai ricorrenti, dalla quale si evinceva chiaramente l’adesione alla definizione agevolata e la richiesta di estinzione del giudizio. Il Collegio non è entrato nel merito dei cinque motivi di ricorso presentati, poiché l’adesione alla sanatoria fiscale ha un effetto assorbente e prioritario su ogni altra questione.

La decisione si fonda sulla semplice constatazione del perfezionamento della procedura di definizione. La legge stabilisce un meccanismo quasi automatico: una volta che il contribuente manifesta la volontà di aderire e adempie agli oneri di deposito, il giudice deve dichiarare l’estinzione del giudizio. L’ordinanza si limita quindi a dare atto di questa circostanza, applicando la chiara disposizione normativa.

Conclusioni

L’ordinanza in esame è un chiaro esempio dell’efficacia della definizione agevolata come strumento deflattivo del contenzioso tributario. Per i contribuenti, rappresenta una preziosa opportunità per chiudere definitivamente una lite con il Fisco, evitando i rischi e i costi di un giudizio che può durare anni. La decisione della Corte di Cassazione ribadisce che, una volta perfezionata la procedura, l’esito del processo è segnato: l’estinzione. Le spese legali anticipate, tuttavia, rimangono a carico di chi le ha sostenute, un elemento da considerare attentamente nella valutazione di convenienza della procedura.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Se il contribuente presenta correttamente la domanda di definizione agevolata e la prova del versamento degli importi dovuti, il processo viene dichiarato estinto dall’organo giurisdizionale presso cui pende la controversia, senza una decisione nel merito.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
Le spese del processo restano a carico della parte che le ha anticipate. Ciò significa che ciascuna parte sostiene i propri costi legali, senza possibilità di ottenere un rimborso dalla controparte.

Qual era il termine previsto dalla legge per presentare la documentazione per la definizione agevolata?
La normativa, come citata nell’ordinanza, prevedeva che il contribuente dovesse depositare la copia della domanda di definizione e del versamento degli importi entro il 10 ottobre 2023.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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