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Definizione agevolata: estinzione del processo in corso

La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un processo tributario tra un Comune e una società immobiliare. La decisione si basa sull’adesione del Comune alla definizione agevolata delle controversie pendenti, come previsto dalla Legge 197/2022. Le spese legali restano a carico della parte che le ha anticipate.

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Pubblicato il 31 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Quando un Processo Tributario si Estingue

La definizione agevolata delle liti pendenti, spesso definita “pace fiscale”, rappresenta uno strumento cruciale offerto dal legislatore per risolvere le controversie tra contribuenti e Fisco. Un recente decreto della Corte di Cassazione illumina gli effetti diretti di questa procedura su un processo in corso, stabilendo un principio chiaro: l’adesione alla sanatoria porta all’estinzione del giudizio. Analizziamo insieme questo caso per comprendere le dinamiche e le conseguenze pratiche.

I Fatti del Caso

La vicenda vedeva contrapposti un importante Comune italiano e una società immobiliare in un contenzioso tributario giunto fino all’ultimo grado di giudizio, il ricorso per Cassazione. La controversia traeva origine da un atto impositivo emesso dal Comune nei confronti della società.

Durante il giudizio in Cassazione, è intervenuta una novità normativa fondamentale: la Legge n. 197/2022, che ha introdotto una nuova opportunità di definizione agevolata per le controversie tributarie pendenti. Il Comune, avvalendosi di questa possibilità, ha deliberato di aderire alla procedura per risolvere le proprie pendenze fiscali, inclusa quella con la società immobiliare.

La Decisione della Corte: Effetti della definizione agevolata

La Corte di Cassazione, preso atto dell’adesione del Comune alla sanatoria e verificato il deposito della relativa documentazione, ha dichiarato estinto il processo. La Corte ha constatato che, a seguito della scelta del Comune, erano venuti meno i presupposti per continuare la lite giudiziaria.

La decisione si fonda direttamente sull’applicazione dell’art. 1, comma 198, della Legge n. 197/2022. Questa norma stabilisce che, in caso di adesione alla definizione agevolata e in assenza di un diniego formale, il processo si estingue. Di conseguenza, non c’era più materia del contendere su cui i giudici potessero pronunciarsi.

Le Motivazioni

La motivazione del decreto è lineare e si basa sull’interpretazione della volontà del legislatore. L’introduzione della definizione agevolata ha lo scopo di deflazionare il contenzioso tributario, offrendo una via d’uscita rapida ed economicamente vantaggiosa sia per l’ente impositore che per il contribuente. Quando una delle parti sceglie questa strada, manifesta la volontà di non proseguire il giudizio. La legge, quindi, ricollega a questa scelta l’effetto automatico dell’estinzione del processo. I giudici hanno semplicemente applicato la norma, rilevando che il Comune aveva seguito l’iter previsto dalla legge, approvando un regolamento specifico e aderendo formalmente alla procedura. Inoltre, la controparte non ha presentato un diniego, consolidando così l’effetto estintivo.

Le Conclusioni

La pronuncia chiarisce un aspetto fondamentale della definizione agevolata: la sua efficacia nel chiudere definitivamente i processi in corso. Per le parti coinvolte in una lite fiscale, questa decisione conferma che l’adesione alla “pace fiscale” non è solo una transazione economica, ma un atto con precise conseguenze processuali. Un punto rilevante, specificato nel decreto, riguarda le spese legali: in caso di estinzione per questa causa, le spese del processo restano a carico della parte che le ha anticipate. Ciascuno, in pratica, paga i propri avvocati. Infine, la Corte ha ricordato che, nonostante l’estinzione, le parti conservano la facoltà di chiedere la fissazione di un’udienza secondo l’art. 391 c.p.c., una possibilità residuale per discutere aspetti particolari legati alla chiusura del procedimento.

Cosa succede a un processo tributario se una delle parti aderisce alla definizione agevolata?
Secondo la legge (L. 197/2022) e come confermato dal decreto, il processo si estingue. L’adesione alla procedura di sanatoria fa venir meno l’oggetto della controversia, portando alla chiusura del procedimento giudiziario.

Chi paga le spese legali se il processo si estingue per definizione agevolata?
La normativa prevede espressamente che le spese del processo estinto restino a carico della parte che le ha anticipate. Ciò significa che non vi è una condanna alle spese per la parte soccombente, ma ciascuna parte sostiene i propri costi legali.

È possibile contestare l’estinzione del processo o chiedere un’udienza?
Sì, la legge fa salva la possibilità per le parti di chiedere la fissazione di un’udienza ai sensi dell’art. 391 del codice di procedura civile, anche dopo la dichiarazione di estinzione, per discutere di eventuali aspetti residui legati alla chiusura del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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