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Definizione agevolata: estinzione del processo

Un contenzioso fiscale relativo a costi indeducibili e IVA indetraibile, giunto fino alla Corte di Cassazione, si è concluso con l’estinzione del giudizio. Durante la pendenza del ricorso, la società contribuente ha aderito alla definizione agevolata prevista dalla legge n. 197 del 2022. Preso atto dell’avvenuta definizione della lite, la Corte ha dichiarato cessata la materia del contendere e, di conseguenza, estinto il processo.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: La Cassazione Dichiara Estinto il Processo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato l’efficacia della definizione agevolata delle liti pendenti come strumento per porre fine ai contenziosi tributari, anche quando questi abbiano raggiunto l’ultimo grado di giudizio. Il caso in esame dimostra come l’adesione a questa procedura da parte del contribuente porti inevitabilmente all’estinzione del processo per cessata materia del contendere.

I Fatti del Caso: Una Controversia Fiscale su Costi e IVA

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate alla curatela fallimentare di una società operante nel settore delle carni. L’amministrazione finanziaria contestava, per l’anno d’imposta 2007, la deducibilità di costi per circa 1,45 milioni di euro e la detraibilità di IVA per oltre 100.000 euro, in quanto relativi a fatture per operazioni considerate soggettivamente inesistenti.

Il contenzioso ha attraversato i vari gradi di giudizio: la Commissione Tributaria Provinciale aveva parzialmente annullato l’atto, mentre la Commissione Tributaria Regionale, in sede di appello, aveva riconosciuto solo la legittimità del recupero dell’IVA, ma non quella relativa ai costi. Insoddisfatta della decisione, l’Agenzia delle Entrate aveva proposto ricorso per cassazione.

L’Impatto della Definizione Agevolata sul Processo

Il punto di svolta si è verificato durante la pendenza del giudizio di legittimità. La curatela fallimentare della società ha presentato istanza per avvalersi della definizione agevolata delle liti, uno strumento introdotto dalla Legge di Bilancio 2023 (L. n. 197/2022) per ridurre il carico di processi pendenti.

L’Agenzia delle Entrate stessa, tramite la sua direzione provinciale, ha depositato una nota in Cassazione attestando l’avvenuta adesione da parte del contribuente e la conseguente cessazione della materia del contendere. A fronte di ciò, la stessa Agenzia ha chiesto alla Corte di dichiarare estinto il giudizio.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta, basando la sua decisione su un presupposto logico-giuridico ineccepibile. Con l’adesione alla definizione agevolata, la controversia tra il Fisco e il contribuente è stata risolta in via amministrativa. Di conseguenza, è venuta meno la “materia del contendere”, ovvero l’oggetto stesso del processo.

I giudici hanno quindi dichiarato l’estinzione del processo, sottolineando che ricorrevano tutti i presupposti di legge. In applicazione della normativa specifica (art. 1, comma 198, della L. n. 197/2022), le spese processuali sono rimaste a carico delle parti che le avevano anticipate. Inoltre, la Corte ha specificato che non sussistono i presupposti per il versamento, da parte del ricorrente, del cosiddetto “doppio contributo unificato”, una sanzione prevista in caso di rigetto integrale o inammissibilità del ricorso.

Conclusioni: L’Efficacia della Definizione Agevolata

Questa ordinanza conferma la piena operatività e l’efficacia degli strumenti di definizione agevolata come meccanismo deflattivo del contenzioso tributario. La decisione evidenzia come tale procedura rappresenti una via d’uscita tombale dalla lite, in grado di prevalere sulla prosecuzione del giudizio a prescindere dal suo stato e grado. Per i contribuenti, si tratta di una possibilità concreta per chiudere definitivamente le pendenze con il Fisco, mentre per il sistema giudiziario rappresenta un alleggerimento del carico di lavoro, consentendo alle corti di concentrarsi su questioni di diritto ancora aperte.

Cosa succede a un processo fiscale se una delle parti aderisce alla definizione agevolata?
Il processo viene dichiarato estinto. L’adesione alla definizione agevolata risolve la controversia in via amministrativa, facendo venire meno la “materia del contendere” e, di conseguenza, la necessità di una pronuncia del giudice.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
Secondo la normativa specifica (art. 1, comma 198, della Legge n. 197 del 2022), le spese del processo estinto restano a carico delle parti che le hanno anticipate. Non è prevista una condanna alle spese per la parte soccombente.

La definizione agevolata può essere richiesta anche se il caso è già arrivato in Cassazione?
Sì, l’ordinanza dimostra che la procedura di definizione agevolata può essere perfezionata anche quando il contenzioso è pendente dinanzi alla Corte di Cassazione, portando all’estinzione del giudizio anche in quella sede.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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