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Definizione agevolata: estinzione del processo

Una società di costruzioni, in pendenza di un ricorso per cassazione contro avvisi di accertamento fiscale, ha aderito alla definizione agevolata prevista dalla Legge di Bilancio 2023. Avendo documentato la presentazione della domanda e il pagamento della prima rata, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio, stabilendo che le spese processuali restino a carico della parte che le ha anticipate.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: la Via d’Uscita dal Contenzioso Tributario

La definizione agevolata delle liti pendenti rappresenta uno strumento cruciale per cittadini e imprese che desiderano chiudere definitivamente un contenzioso con l’Amministrazione Finanziaria. Questa procedura, spesso introdotta con leggi di bilancio, offre la possibilità di estinguere il debito fiscale versando un importo ridotto, evitando così i tempi e le incertezze dei processi. Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce gli effetti diretti di questa scelta sul processo in corso, confermando l’estinzione del giudizio come esito automatico.

I Fatti del Caso

Una società di costruzioni si trovava coinvolta in un complesso contenzioso con l’Agenzia delle Entrate, originato da quattro avvisi di accertamento per IVA, IRES e IRAP relativi agli anni d’imposta dal 2009 al 2011. Dopo un primo esito sfavorevole presso la Commissione Tributaria Provinciale, la società aveva ottenuto un parziale accoglimento in appello. La Commissione Tributaria Regionale, pur confermando la legittimità delle riprese fiscali, aveva disposto la rideterminazione delle sanzioni in virtù dello ius superveniens, ovvero l’applicazione di una legge successiva più favorevole. Non soddisfatta, la società aveva proposto ricorso per cassazione.

L’impatto della definizione agevolata sul processo

Durante la pendenza del giudizio in Cassazione, la società ha colto l’opportunità offerta dalla Legge di Bilancio 2023, aderendo alla definizione agevolata delle controversie tributarie. Ha quindi presentato istanza per la sospensione del processo e, successivamente, ha depositato presso la Corte la documentazione che attestava sia la presentazione della domanda di definizione sia l’avvenuto pagamento della prima rata degli importi dovuti.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte Suprema, preso atto della documentazione prodotta, ha applicato direttamente la normativa speciale in materia. La legge stabilisce chiaramente che il contribuente che intende aderire alla sanatoria ha l’onere di depositare presso l’organo giurisdizionale copia della domanda e della ricevuta di versamento. Una volta adempiuto a tale onere, il processo viene dichiarato estinto.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione dell’ordinanza si fonda sull’interpretazione letterale delle norme che regolano la definizione agevolata (art. 1, commi 197 e 198, della L. n. 197/2022). La Corte ha rilevato che il perfezionamento della procedura estintiva del giudizio si realizza con il compimento di due atti fondamentali da parte del contribuente: la presentazione della domanda di definizione e il pagamento degli importi dovuti (o della prima rata). La prova di questi adempimenti, depositata in giudizio, obbliga il giudice a dichiarare l’estinzione del processo. Viene inoltre specificato che, in caso di estinzione, le spese legali restano a carico della parte che le ha anticipate e non si applica la norma che prevede il raddoppio del contributo unificato in caso di rigetto dell’impugnazione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa decisione conferma che l’adesione alla definizione agevolata costituisce un meccanismo efficace per porre fine a un contenzioso tributario in qualsiasi stato e grado di giudizio, compreso quello di legittimità. Per i contribuenti, ciò significa poter contare su una via d’uscita certa, a condizione di rispettare scrupolosamente le scadenze e le modalità procedurali previste dalla legge. L’estinzione del giudizio comporta un notevole risparmio di tempo e risorse, eliminando l’incertezza legata all’esito finale della controversia e neutralizzando il rischio di una condanna al pagamento delle spese legali della controparte.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Il processo viene dichiarato estinto, a condizione che il contribuente presenti la domanda, paghi gli importi dovuti o la prima rata entro i termini e depositi la relativa documentazione presso il giudice davanti al quale pende la lite.

Chi paga le spese del processo in caso di estinzione per definizione agevolata?
Le spese del processo restano a carico della parte che le ha anticipate. Ciascuna parte, quindi, paga i propri costi legali sostenuti fino al momento dell’estinzione.

Per perfezionare la definizione agevolata è sufficiente presentare la domanda?
No. La procedura si perfeziona con la presentazione della domanda e con il contestuale pagamento integrale degli importi dovuti o della prima rata prevista. L’omissione di uno di questi passaggi impedisce il perfezionamento della definizione e, di conseguenza, l’estinzione del giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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