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Definizione agevolata: estinzione del processo

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione di un processo tributario a seguito dell’adesione dei contribuenti alla definizione agevolata. Il caso riguardava un accertamento fiscale per maggiori ricavi non dichiarati da una società di persone, esteso ai soci per trasparenza. Durante il giudizio di legittimità, i soci hanno presentato domanda di definizione agevolata, versando gli importi dovuti. La Corte, preso atto del perfezionamento della procedura e della mancata opposizione del Fisco, ha dichiarato estinto il giudizio, compensando le spese legali.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Quando il Contenzioso Tributario si Estingue

La definizione agevolata rappresenta uno strumento cruciale per i contribuenti che desiderano chiudere le proprie pendenze con il Fisco. Questa procedura, spesso chiamata ‘pace fiscale’ o ‘condono’, permette di estinguere i debiti tributari e i relativi processi pendenti. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione (n. 14789/2024) chiarisce proprio l’effetto estintivo che questa scelta produce sul giudizio in corso, anche quando si trova nella fase più alta, quella di legittimità.

I Fatti del Caso: Dall’Accertamento alla Cassazione

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento emesso dall’Amministrazione Finanziaria nei confronti di una società di persone operante nel settore informatico e, per trasparenza, dei suoi due soci. Il Fisco contestava maggiori ricavi non dichiarati ai fini IVA, IRAP e IRPEF per l’anno 2004.

L’accertamento si basava su un metodo analitico-induttivo, supportato dalla non congruità dei ricavi dichiarati rispetto agli studi di settore e da una generale antieconomicità della gestione aziendale emersa dalle dichiarazioni.

Mentre la Commissione Tributaria Provinciale aveva inizialmente dato ragione ai contribuenti, la Commissione Tributaria Regionale aveva ribaltato la decisione, accogliendo l’appello dell’Agenzia delle Entrate. I soci, a quel punto, hanno presentato ricorso per Cassazione.

La Svolta: L’Adesione alla Definizione Agevolata

Durante il lungo iter del processo in Cassazione, i contribuenti hanno deciso di avvalersi delle diverse opportunità di definizione agevolata messe a disposizione dal legislatore.

In particolare:
– Una socia ha aderito alla definizione prevista dal D.L. n. 193/2016, versando integralmente le somme dovute.
– L’altro socio ha prima intrapreso la via del D.L. n. 119/2018 e, successivamente, ha aderito alla più recente definizione agevolata introdotta dalla Legge n. 197/2022, documentando il pagamento della prima rata.

Questa mossa si è rivelata decisiva. I ricorrenti hanno depositato le istanze e le quietanze di pagamento, chiedendo la sospensione e, infine, l’estinzione del giudizio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha accolto la richiesta dei contribuenti, dichiarando l’estinzione del processo. Il Collegio ha osservato che la definizione della controversia si perfeziona con la semplice presentazione della domanda e il pagamento degli importi dovuti o, in caso di rateizzazione, della prima rata entro i termini stabiliti dalla legge.

Nel caso specifico, i giudici hanno verificato che uno dei soci aveva pagato la prima rata secondo la Legge n. 197/2022 e che, allo stato attuale, l’Amministrazione Finanziaria non aveva notificato alcun provvedimento di diniego della definizione. Di conseguenza, la procedura di definizione agevolata si considerava perfezionata per entrambi i soci, sebbene attraverso normative diverse.

Poiché l’Agenzia delle Entrate non ha formulato osservazioni contrarie, la Corte ha concluso che la controversia era ormai definita per entrambe le posizioni. Questo ha portato inevitabilmente alla dichiarazione di estinzione del processo. Inoltre, la Corte ha disposto la compensazione delle spese di lite tra le parti e ha escluso l’obbligo per i ricorrenti di versare il cosiddetto ‘doppio contributo unificato’, non sussistendone i presupposti vista la modalità di chiusura del giudizio.

Conclusioni: L’Effetto Estintivo della Definizione Agevolata

Questa ordinanza conferma un principio fondamentale: l’adesione a una procedura di definizione agevolata, se perfezionata correttamente con la domanda e il pagamento nei termini, ha un effetto tombale sul contenzioso pendente. Il processo tributario, a qualunque grado si trovi, si estingue. Per il contribuente, ciò significa non solo risolvere il debito fiscale a condizioni vantaggiose, ma anche porre fine a un lungo e costoso iter giudiziario. La decisione sottolinea l’importanza di valutare attentamente queste opportunità legislative come valida alternativa alla prosecuzione della lite, garantendo una chiusura certa e definitiva della vertenza con il Fisco.

Cosa succede a un processo in Cassazione se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Secondo la Corte, se la procedura di definizione agevolata si perfeziona con la presentazione della domanda e il pagamento degli importi dovuti (o della prima rata), il processo pendente, anche in Cassazione, deve essere dichiarato estinto.

Il perfezionamento della definizione agevolata richiede il pagamento immediato dell’intero importo?
No, la Corte chiarisce che la definizione si perfeziona con la presentazione della domanda e il pagamento dell’intero importo dovuto o, in caso di rateizzazione, della prima rata entro la scadenza prevista dalla normativa.

In caso di estinzione del processo per definizione agevolata, il ricorrente deve pagare il ‘doppio contributo unificato’?
No. L’ordinanza stabilisce che, stante l’estinzione del processo a seguito dell’adesione alla definizione agevolata, non sussistono i presupposti per il versamento del cosiddetto ‘doppio contributo unificato’ da parte dei ricorrenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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