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Definizione agevolata: estinzione del processo

Un contribuente, dopo due sentenze favorevoli, si trovava di fronte a un ricorso per cassazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Durante il processo, il contribuente ha aderito alla definizione agevolata prevista dalla Legge n. 197/2022, pagando la somma dovuta. A seguito di ciò, e su istanza del contribuente, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio, ponendo fine alla controversia senza una decisione nel merito.

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Pubblicato il 18 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: La Cassazione Conferma l’Estinzione del Processo

L’istituto della definizione agevolata delle liti tributarie pendenti rappresenta uno strumento cruciale per cittadini e imprese che desiderano chiudere un contenzioso con il Fisco in modo rapido e con un esborso economico ridotto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito gli effetti di questa procedura sul processo in corso, confermando che la corretta adesione porta inevitabilmente all’estinzione del giudizio. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

Il Contesto della Controversia

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento per imposte dirette notificato a un contribuente per l’anno d’imposta 2005. Il contribuente aveva impugnato l’atto, ottenendo una decisione favorevole sia in primo grado, presso la Commissione Tributaria Provinciale, sia in secondo grado, presso la Commissione Tributaria Regionale, che aveva rigettato l’appello dell’Agenzia delle Entrate.

Nonostante le due sentenze a favore del contribuente, l’Amministrazione Finanziaria aveva deciso di proseguire la lite, presentando ricorso per cassazione. I motivi del ricorso si basavano su presunti vizi procedurali della sentenza di secondo grado e su una presunta errata applicazione delle norme relative ai redditi di capitale.

L’Impatto della Definizione Agevolata sul Processo

Durante la pendenza del giudizio in Cassazione, è intervenuta la Legge n. 197 del 2022, che ha introdotto una nuova opportunità di definizione agevolata per le controversie tributarie. Cogliendo questa possibilità, il contribuente ha presentato domanda di adesione e ha provveduto al pagamento dell’intera somma dovuta, come previsto dalla normativa.

Successivamente, ha depositato presso la Corte di Cassazione un’istanza formale, allegando la domanda di definizione, la ricevuta di trasmissione e la quietanza di pagamento, chiedendo prima la sospensione e poi l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere.

La Procedura di Definizione Agevolata secondo la Legge

La normativa di riferimento (art. 1, commi 197 e 198, L. 197/2022) stabilisce un iter preciso. Il contribuente che intende aderire alla sanatoria deve depositare, presso l’organo giurisdizionale competente, copia della domanda di definizione e la prova del versamento degli importi dovuti (o della prima rata). A seguito di questo adempimento, la norma prevede che “il processo è dichiarato estinto”. Le spese del processo restano a carico della parte che le ha anticipate, senza possibilità di rivalsa.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione, nell’ordinanza in esame, ha agito in stretta conformità con il dettato normativo. Verificata la presenza della documentazione richiesta – ovvero l’istanza di sospensione con allegata la domanda di definizione agevolata, la relativa ricevuta e la prova del pagamento – i Giudici hanno preso atto della volontà del contribuente di chiudere la lite e del completamento degli adempimenti richiesti dalla legge. La Corte ha quindi ritenuto che non vi fossero più i presupposti per continuare il giudizio nel merito, poiché la controversia stessa era venuta meno per effetto dell’adesione alla sanatoria. La decisione di estinguere il giudizio è, pertanto, una conseguenza diretta e automatica prevista dal legislatore per incentivare la chiusura dei contenziosi pendenti. La Corte ha inoltre specificato che le spese legali sostenute da ciascuna parte rimangono a proprio carico, come espressamente previsto dalla legge sulla definizione agevolata.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma la piena efficacia della definizione agevolata come strumento per porre fine alle liti tributarie. Per i contribuenti, essa rappresenta una via d’uscita certa da contenziosi lunghi e onerosi, anche quando si è già in una fase avanzata del processo come il giudizio di Cassazione. La decisione sottolinea come, una volta perfezionata la procedura di adesione e pagamento, l’estinzione del giudizio sia un atto dovuto da parte del giudice, a prescindere da quale fosse l’oggetto del contendere o le ragioni delle parti. Questo rafforza la fiducia dei cittadini in tali strumenti deflattivi del contenzioso, garantendo che l’adesione corretta alla procedura porti a un risultato definitivo e alla chiusura della vertenza con il Fisco.

Cosa deve fare un contribuente per ottenere l’estinzione del processo tramite la definizione agevolata?
Secondo la normativa citata nell’ordinanza, il contribuente deve presentare la domanda di definizione e depositare presso l’organo giurisdizionale dove pende la controversia una copia di tale domanda, unitamente alla prova del versamento dell’importo dovuto o della prima rata.

Qual è l’effetto della presentazione della domanda di definizione agevolata sul processo tributario in corso?
L’effetto principale, come confermato dalla Corte, è la dichiarazione di estinzione del giudizio. Una volta che il giudice verifica la correttezza della documentazione depositata, il processo si chiude senza una decisione nel merito della questione.

Come vengono regolate le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
La normativa prevede espressamente che le spese del processo dichiarato estinto restano a carico della parte che le ha anticipate. Ciò significa che ciascuna parte (contribuente e Agenzia delle Entrate) sostiene i propri costi legali, senza alcuna condanna al rimborso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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