Sentenza di Cassazione Civile Sez. 5 Num. 5625 Anno 2024
Civile Sent. Sez. 5 Num. 5625 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 04/03/2024
SENTENZA
Sul ricorso n. 18940-2015, proposto da:
RAGIONE_SOCIALE , cf CODICE_FISCALE, in persona del Direttore p.t., elettivamente domiciliata in Roma, INDIRIZZO, presso l’Avvocatura Generale dello Stato, che la rappresenta e difende –
Ricorrente e resistente incidentale
CONTRO
RAGIONE_SOCIALE (cf. CODICE_FISCALECODICE_FISCALE, in persona del legale rappresentante p.t., elettivamente domiciliata in Roma, alla INDIRIZZO , presso lo studio dell’AVV_NOTAIO, rappresentata e difes a dall’AVV_NOTAIO –
Controricorrente e ricorrente incidentale
Avverso la sentenza n. 37/02/2015 della Commissione tributaria di II grado di Trento, depositata l’11.05.2015 ;
udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 7 novembre 2023 dal AVV_NOTAIO,
Iva -Op. sogg. inesistenti -Cession i all’esportazione ex art. 8 dPR 633/72 Prova
sentite le conclusioni della Procura Generale, nella persona del AVV_NOTAIO Procuratore Generale NOME COGNOME, che ha chiesto dichiararsi cessata la materia del contendere,
FATTI DI CAUSA
Dalla sentenza impugnata si evince che a seguito di controlli eseguiti da militari della GdF furono notificati alla COGNOME due avvisi d’accertamento, relativi alle annualità 2005 e 2006. Con gli atti impositivi, con cui era contestata la partecipazione ad una pluralità di operazioni fraudolente , l’RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE pretese per l’anno 2005: 1) il recupero di € 287.046,41 per mancata applicazione dell’Iva su cessioni nazionali nei confronti della RAGIONE_SOCIALE, fatturate come non imponibili ex art. 8, comma 1, lett. c) del d.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633 del 1972; 2) il recupero di € 70.720,29 per indebita detrazione dell’Iva su op erazioni di acquisto di semilavorati dalla RAGIONE_SOCIALE, considerate operazioni soggettivamente inesistenti; 3) il recupero di € 183.483,30 per indebita detrazione dell’Iva su operazioni di acquisto di semilavorati dalla RAGIONE_SOCIALE, considerate operazioni soggettivamente inesistenti; 4) il recupero di € 39.928,00 per indebita deduzione, ai fini Irap, di € 939.488,00. Quanto all’annualità 2006 l’Ufficio pretese il recupero: 5) di € 217.138,20 per mancata applicazione dell’Iva su cessioni nazio nali come sub a; 6) il recupero di € 172.252,40 per indebita detrazione dell’Iva su operazioni di acquisto di semilavorati dalla RAGIONE_SOCIALE, di € 32.818,30 per indebita detrazione su operazioni intrattenute con la società RAGIONE_SOCIALE, nonché di € 3.569,76 per mancata applicazione dell’imposta su cessioni nazionali.
Gli schemi generalmente contestati erano quelli dell’acquisto da parte della contribuente di prodotti semilavorati di provenienza comunitaria e nel contempo vendita alla medesima fornitrice di pallets senza applicazione dell’Iva, per avere le cessionarie ( già cedenti) rilasciato dichiarazioni di intento ex art. 8, comma 1, lett. c) del d.P.R. n. 633 del 1972; oppure della costituzione di un operatore fittizio (con ruolo di missing trader ) che simulava un acquisto comunitario, con successiva cessione nazionale alla COGNOME, le cui operazioni erano imponibili ai fini Iva, ma la cui iva, della quale la cedente cartiera era debitrice d’imposta, non era mai versata all’Erario.
La società, che contestava la ricostruzione RAGIONE_SOCIALE operazioni e comunque invocava la decadenza dell’Amministrazione finanziaria dal potere impositivo per carenza dei presupposti di applicabilità del raddoppio dei termini, adì la Commissione tributaria di I grado di Trento.
Con sentenza n. 99/04/2013 il giudice di primo grado accolse in parte le ragioni della società, in particolare ritenendo non allegata da parte dell’ufficio una prova adeguata della consapevolezza della società sulla falsità RAGIONE_SOCIALE dichiarazioni di intento e sul coinvolgimento o quanto meno sulla consapevolezza RAGIONE_SOCIALE operazioni soggettivamente inesistenti.
La pronuncia, appellata dinanzi alla Commissione provinciale di II grado di Trento, fu confermata con sentenza n. 37/02/2015.
Il giudice d’appello, dopo un ampio riassunto della vicenda processuale e RAGIONE_SOCIALE difese apprestate dalle parti in ordine alle numerose contestazioni elevate, ha ritenuto che l’amministrazione non avesse dato prova sufficiente della conoscenza dell’illegitti mità RAGIONE_SOCIALE operazioni compiute dalle società con cui la RAGIONE_SOCIALE aveva intrattenuto rapporti commerciali.
L’RAGIONE_SOCIALE ha censurato la sentenza con tre motivi, chiedendone la cassazione, cui ha resistito la contribuente, a sua volta spiegando ricorso incidentale con due motivi.
Nelle more del giudizio la società nominava altri difensori.
Prima della celebrazione della pubblica udienza l’RAGIONE_SOCIALE, con atto d’adesione della società, ha rappresentato che la controversia era stata definita ai sensi dell’art. 6 del d.l. n. 119 del 2018. Ha chiesto pertanto che ne fosse dichiarata l ‘estinzione per cessata materia del contendere.
All’esito della pubblica udienza del 7 novembre 2023, la causa è stata riservata e decisa.
RAGIONI DELLA DECISIONE
Pur nell’assenza di documentazione da cui evincere i dettagli della domanda di definizione agevolata della controversia, ai sensi dell’art. 6 del d.l. 119 del 2018, sia l ‘RAGIONE_SOCIALE, sia la società , hanno chiesto darsi atto della definizione della controversia.
L’Amministrazione finanziaria ha depositato, a tal fine, istanza per l’estinzione, dando atto della compiuta regolarità con cui si è concluso il procedimento introdotto con domanda di definizione, presentata dalla contribuente ai sensi dell’art. 6 della di sciplina menzionata.
La causa estintiva correlata all’accesso alla definizione agevolata deve dunque considerarsi perfezionata.
Le spese del giudizio estinto, ai sensi dell’ultimo periodo del comma 13 dell’art. 6 del d.l. n. 119 del 2018, restano a carico della parte che le ha anticipate. Non sussistono inoltre i presupposti per la condanna del contribuente al pagamento del “doppio” del contributo unificato, di cui all’art. 13, comma 1quater , del d.P.R. n. 115/2002, in quanto il presupposto della rinuncia è sopravvenuto alla proposizione del ricorso (Cass., 7 giugno 2018, n. 14782; 12 novembre 2015, n. 23175).
P.Q.M.
Dichiara estinto il giudizio. Spese a carico di chi le ha sostenute. Così deciso in Roma, il giorno 7 novembre 2023