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Definizione Agevolata: estinzione del processo

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione di un processo tributario relativo a una contestazione di frode IVA. La controversia, originata da avvisi di accertamento per operazioni soggettivamente inesistenti, non è stata decisa nel merito poiché le parti hanno aderito alla Definizione Agevolata prevista dal D.L. 119/2018. Di conseguenza, il giudizio è stato dichiarato estinto e le spese legali sono rimaste a carico delle parti che le avevano anticipate, senza applicazione di sanzioni per l’appello.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: La Cassazione Conferma l’Estinzione del Processo Tributario

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 5625 del 2024, offre un’importante conferma sull’efficacia della Definizione Agevolata delle controversie tributarie. Questo strumento, introdotto per deflazionare il contenzioso, permette di chiudere un processo in corso senza attendere una decisione nel merito. Il caso in esame riguardava una complessa vicenda di presunta frode IVA, ma la sua risoluzione è avvenuta su un piano puramente procedurale, evidenziando le conseguenze pratiche di tale scelta per le parti coinvolte.

I Fatti del Contenzioso Tributario

La vicenda ha origine da due avvisi di accertamento notificati a una società per le annualità fiscali 2005 e 2006. L’Agenzia delle Entrate contestava la partecipazione dell’azienda a una serie di operazioni fraudolente, recuperando importi significativi a titolo di IVA. Le contestazioni erano principalmente di due tipi:
1. Mancata applicazione dell’IVA: Su vendite nazionali fatturate erroneamente come non imponibili quali cessioni all’esportazione.
2. Indebita detrazione IVA: Su acquisti di semilavorati da società considerate ‘cartiere’ o ‘missing trader’, ossia soggetti interposti fittiziamente in operazioni commerciali allo scopo di evadere l’imposta (operazioni soggettivamente inesistenti).

La società aveva impugnato gli atti, sostenendo la propria buona fede e l’estraneità alle frodi. I giudici di primo e secondo grado avevano dato ragione al contribuente, ritenendo che l’Amministrazione finanziaria non avesse fornito prove sufficienti della consapevolezza della società circa l’illecito schema. L’Agenzia delle Entrate aveva quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Soluzione della Definizione Agevolata in Cassazione

Durante la pendenza del giudizio di legittimità, le parti hanno deciso di avvalersi della Definizione Agevolata delle liti, disciplinata dall’art. 6 del D.L. n. 119 del 2018. Sia l’Agenzia delle Entrate che la società contribuente hanno presentato un’istanza congiunta alla Corte, comunicando il perfezionamento della procedura di definizione e chiedendo che venisse dichiarata l’estinzione del processo per cessata materia del contendere.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, preso atto della volontà delle parti e della documentazione che attestava la regolarità della procedura di definizione, non è entrata nel merito della questione fiscale. La sua decisione si è basata esclusivamente sull’intervenuto accordo. La motivazione principale della sentenza è che l’accesso alla Definizione Agevolata perfeziona una causa estintiva del giudizio. Di conseguenza, il processo deve essere dichiarato estinto.

Un aspetto cruciale chiarito dalla Corte riguarda la ripartizione delle spese legali. In conformità con quanto previsto dalla normativa sulla definizione agevolata (art. 6, comma 13), le spese del giudizio estinto restano a carico della parte che le ha anticipate. Non vi è, quindi, una condanna alle spese a carico di una delle parti.

Inoltre, i giudici hanno specificato che non sussistono i presupposti per il pagamento del cosiddetto ‘doppio’ del contributo unificato, una sanzione prevista per chi perde un ricorso in modo temerario. La Corte ha spiegato che tale sanzione non si applica quando la causa di estinzione, come in questo caso la definizione, è sopravvenuta dopo la proposizione del ricorso stesso.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce l’importanza e l’utilità della Definizione Agevolata come strumento per chiudere in modo definitivo e certo le liti fiscali. Per il contribuente, rappresenta un’opportunità per evitare i rischi e i tempi lunghi di un processo, ottenendo uno ‘sconto’ sulle pretese del Fisco. Per l’Amministrazione finanziaria, consente di incassare somme in tempi rapidi e di ridurre il carico dei tribunali. La pronuncia della Cassazione fornisce anche preziose indicazioni sulle conseguenze procedurali, in particolare sulla gestione delle spese legali, confermando che ciascuna parte si fa carico delle proprie, e sulla non applicabilità di ulteriori sanzioni processuali.

Cosa succede a un processo tributario se le parti aderiscono alla Definizione Agevolata?
Il processo viene dichiarato estinto per ‘cessata materia del contendere’. La Corte non emette una decisione sul merito della controversia, ma si limita a prendere atto dell’accordo tra contribuente e Fisco.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per Definizione Agevolata?
La legge stabilisce che le spese del giudizio estinto restano a carico della parte che le ha anticipate. Non c’è una condanna al pagamento delle spese della controparte.

Se un ricorso in Cassazione si estingue per un accordo, si deve pagare il ‘doppio’ del contributo unificato?
No. La Corte ha chiarito che il presupposto per il pagamento del contributo unificato raddoppiato non sussiste se la causa di estinzione (come la definizione agevolata) si verifica dopo la presentazione del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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