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Definizione agevolata: estinzione del processo

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione di un processo tributario a seguito dell’adesione del contribuente alla definizione agevolata. Il caso riguardava un avviso di accertamento per maggiori imposte. Nonostante il ricorso già notificato, la domanda di definizione agevolata e il relativo pagamento hanno determinato la cessazione della materia del contendere, con spese processuali a carico della parte che le ha anticipate.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Definizione Agevolata: Come Chiudere una Lite Fiscale e Ottenere l’Estinzione del Processo

L’adesione alla definizione agevolata delle controversie tributarie rappresenta uno strumento cruciale per i contribuenti che desiderano chiudere un contenzioso con l’Amministrazione Finanziaria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze di tale scelta, confermando che essa porta all’estinzione del processo, anche se la controparte ha già svolto attività difensiva. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Dall’Accertamento al Ricorso

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato a una S.R.L. per l’anno d’imposta 2008. L’Agenzia delle Entrate contestava la deducibilità di alcuni costi per consulenze e intermediazione, richiedendo maggiori imposte dirette (II.DD.) e IVA. La società aveva inizialmente ottenuto l’annullamento dell’atto in primo grado, ma la Commissione Tributaria Regionale aveva ribaltato la decisione, accogliendo l’appello dell’Amministrazione Finanziaria.

Contro questa sentenza, l’ex socio della società, nel frattempo cancellata dal registro delle imprese, ha proposto ricorso per Cassazione. Successivamente alla presentazione del ricorso, tuttavia, il contribuente ha aderito alla definizione agevolata prevista dalla legge, presentando la relativa domanda e versando l’importo dovuto.

Conseguenze della Definizione Agevolata sul Processo

Il ricorrente ha depositato una memoria in Cassazione chiedendo che venisse dichiarata la cessazione della materia del contendere. La normativa di riferimento (legge n. 197/2022) stabilisce che la controversia si definisce con la presentazione della domanda e il pagamento degli importi. Nel caso specifico, il contribuente aveva fornito prova di entrambi gli adempimenti e l’Agenzia delle Entrate non aveva notificato alcun diniego.

La Corte ha quindi preso atto della situazione, stabilendo che, alla luce di questi elementi, il processo doveva essere dichiarato estinto.

Le Motivazioni della Corte

Il punto centrale affrontato dalla Corte riguarda la regolamentazione delle spese processuali. Sebbene la domanda di definizione della lite fosse anteriore alla notifica del ricorso, il pagamento era avvenuto quasi contestualmente all’attività difensiva dell’Agenzia delle Entrate, la quale aveva depositato un controricorso.

La Cassazione ha osservato che è comprensibile e giustificabile che l’Avvocatura dello Stato, in difesa dell’Agenzia, svolga un’attività difensiva cautelativa, non essendo immediatamente a conoscenza dell’avvenuta definizione della lite. La complessa struttura dell’Amministrazione Finanziaria non permette un’interlocuzione istantanea tra gli uffici che gestiscono la definizione e l’avvocatura che difende l’ente in giudizio.

Per questo motivo, e in applicazione di una specifica norma sulla definizione agevolata (art. 1, comma 198, legge 197/22), la Corte ha stabilito che le spese del processo restano a carico della parte che le ha anticipate. In altre parole, ciascuna parte sostiene i propri costi legali.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

L’ordinanza conferma un principio fondamentale: l’adesione alla definizione agevolata è un meccanismo efficace per estinguere il contenzioso tributario in qualsiasi fase si trovi, compreso il giudizio di Cassazione. La conseguenza principale è la cessazione della materia del contendere. Inoltre, viene chiarito che l’attività difensiva svolta dalla controparte ‘incolpevolmente’, ovvero senza essere a conoscenza dell’avvenuta definizione, non ostacola l’estinzione del processo. Infine, la regola generale per le spese processuali in questi casi è la compensazione, con ogni parte che sopporta i propri costi. Questo incentiva l’uso di tali strumenti deflattivi del contenzioso, offrendo certezza giuridica ai contribuenti.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Il processo viene dichiarato estinto per cessazione della materia del contendere, a condizione che la domanda sia presentata correttamente e gli importi dovuti siano pagati.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del processo per definizione agevolata?
Secondo la normativa specifica e l’interpretazione della Corte, le spese del processo restano a carico della parte che le ha anticipate. Ciascuna parte, quindi, paga i propri avvocati e i costi sostenuti.

Se l’Agenzia delle Entrate deposita un controricorso dopo la domanda di definizione agevolata, il processo prosegue?
No, il processo si estingue comunque. L’attività difensiva dell’Agenzia, se svolta nei giorni immediatamente successivi al pagamento per la definizione, è considerata cautelativa e giustificata, ma non impedisce la declaratoria di estinzione del giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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